"Barletta cresce": Maffei didattico con i piccoli ascoltatori

Cinque anni di governo al vaglio degli scolari della Renato Moro. Assomiglia a Maffei questa interpretazione della comunicazione?

sabato 29 gennaio 2011
Continua il percorso di Maffei in giro per la città per spiegare quanto di buono, a suo dire, ha fatto l'amministrazione comunale negli ultimi cinque anni: questo è lo scopo di "Barletta cresce", il giro di conferenze "aperte ai cittadini" in cui il sindaco si sottopone – anche con un discreto coraggio, lo ammettiamo – alle domande dei barlettani. Barletta migliora, si modifica, pur rimanendo sempre uguale a sé stessa: "se c'è un errore che abbiamo commesso", si sfoga Maffei con i suoi, "è proprio il non aver comunicato il nostro lavoro ai barlettani". Quindi di qui alle elezioni, primarie permettendo, la sua tattica elettorale pare chiara: parlare e confrontarsi con i cittadini, cosa che nei cinque anni passati non ha mai contraddistinto la sua amministrazione.

La nuova proposta comunicativa di Maffei è iniziata con il primo incontro "Barletta cresce" lo scorso Dicembre al teatro Curci, mentre questa settimana è stata la volta della Renato Moro, istituto scolastico barlettano, dove il sindaco ha incontrato scolari, nonni e famiglie. Entrato nella sala con il consueto ritardo, la scuola lo ha salutato con l'inno di Mameli ed il "Và pensiero" cantato dai bambini ignari protagonisti del tour dimostrativo. Dopodiché Maffei ha iniziato a ripercorrere i cinque anni di governo.

Sia chiaro: nulla di male se una scuola accoglie il proprio sindaco in pompa magna; la cosa assume un altro significato, e ci fa un po' riflettere, quando ad essere accolto con siffatta enfasi è un candidato sindaco. Non sarebbe stato meglio giovedì 27 Gennaio, giornata della memoria, organizzare altro tipo di manifestazione alla presenza di bambini e ragazzi invece di imporre dati impossibili ai teneri ascoltatori? Non sarebbe meglio tenere fuori dalle scuole, che devono essere un territorio comune di convivenza, quindi sommamente "politico", la campagna elettorale?

Assomiglia a Maffei questa interpretazione della comunicazione?

Certo, è diritto di un sindaco uscente, tanto più se ritiene di aver svolto un buon lavoro e se di quel lavoro va orgoglioso, parlare e comunicare con la propria cittadinanza. Ma qui li problema che solleviamo è un altro: non sarebbe meglio fare campagna elettorale giocando alla pari con gli altri candidati senza accavallare il ruolo di sindaco e di candidato? Maffei è liberissimo di andare in tutte le scuole, ma se ci va in qualità di sindaco non si comporti da candidato. Maffei è persona attenta e intelligente e gli sarà facile comprendere quanto poco opportuno sia accavallare ruoli e mischiare la figura del sindaco che, nell'esercizio delle sue funzioni, è comune ad una collettività, con quella del candidato, che è orgogliosamente partigiano.

Michele Scarlino