Barletta, città declassata?
Dissolti i "codici etici" pre-elettorali. Inaugurata la filiale politica di Emiliano
martedì 17 gennaio 2012
Sono senza dubbio comprensibili le difficoltà che toccano il Governo nazionale chiamato a fare i conti (forse per molto tempo ancora) con numerosissime e irrisolte criticità di ordine interno e soprattutto con variabili "esterne" obiettivamente difficili da gestire per la loro complessa natura globale e sistemica. Problemi di difficile soluzione accentuati anche dalla crisi della politica da tempo soccombente rispetto al potere straripante dell'economia e della finanza. Ma se tutto ciò giustifica sia pur in parte la crisi che investe il Paese, non si capisce il perché della precaria condizione politica cui è costretta la nostra Città.
Non si comprende infatti come mai, in una fase di grande difficoltà e di forte disagio sociale anche per il nostro territorio, il Comune benché dotato di una grande organizzazione, di mezzi finanziari, di persone e di collegamenti con altre Istituzioni ed Enti non debba esercitare efficacemente le proprie funzioni. Una insopportabile precarietà fatta di tentennamenti e di rinvii che va avanti da circa 7 mesi. Non c'è che dire, un mirabile esempio di "decisionismo politico": dalla provvisorietà della Presidenza del Consiglio Comunale, alla Giunta tuttora incompleta e priva del Vice Sindaco costruita su criteri di "casualità" con i primi dei non eletti, per arrivare agli assetti dirigenziali indefiniti con attribuzioni di funzioni molto "cangianti" i cui annunciati concorsi sarebbero tuttora in alto mare. Sul fronte dei programmi e delle strategie di sviluppo meglio tacere.
Le premesse e soprattutto le "promesse" erano altre. Le cose degli uomini e quelle della politica sono certamente migliorabili ed in tanti hanno confidato su possibili ravvedimenti e "correzioni di tiro" rispetto ad incongruenze ed errori registrati nei 5 anni precedenti. A nulla sono valse le mirabili campagne di comunicazione: lasciata onorevolmente alle spalle "Barletta Capitale", si è passati a "Barletta Cresce". Sarà per il freddo ma di crescita realisticamente se ne vede ben poca. E pensare che i cittadini con il loro "voto sofferto" hanno contribuito a rinnovare radicalmente la composizione del Consiglio Comunale rigenerandolo con nuove presenze e giovani speranze, in alcuni casi veri talenti politici.
Ma le cose a quanto pare non girano al meglio. Sarà forse un problema di leadership resa più fragile a causa della persistente crisi della politica e dei Partiti? Restano tuttavia senza risposta numerosi quesiti: perché mai una coalizione forte nei numeri si rivela debole sul piano politico? O ancora, perché l'assetto dei Partiti perde coesione e traballa già alle prime prove, con Consiglieri Comunali pronti a dichiararsi indipendenti o a cambiare casacca? Che fine hanno fatto gli annunciati "codici etici" e i tanti buoni propositi pre-elettorali? Si diceva peraltro che la precedente consigliatura soffriva di un deficit politico dato dall'assenza dei Partiti della sinistra. Ma oggi, cosa è cambiato in termini sostanziali atteso che tutta la sinistra, quella "nuova" e quella più "datata", oltre a tacere offre evidenti segni di omologazione a quello che per convenienza o per strenua condivisione viene definito "sistema"?
Sarà pur vero che il Partito Democratico non riesce ad assolvere pienamente al ruolo guida della coalizione, costretto in "miseria" da sfibranti tatticismi e infinite ricerche di equilibri. Una condizione, quella del PD, resa ancor più complessa anche a causa di talune invenzioni politiche dai vertici regionali, come nel caso del Presidente Emiliano, che anziché preoccuparsi della salute del Partito, sceglie di aprire proprie "filiali politiche" sui territori, avallando di fatto l'idea di una politica "liquida" che alimenta opportunismi e personalistiche strategie elettorali e di potere. Una precarietà ed una debolezza dei Partiti che forse sta bene anche al Sindaco Maffei che continuando a giocare d'attesa rinuncia ad esercitare le funzioni di "capo" e di soggetto regolatore della coalizione. D'altro canto le dimissioni estive della "Festa della Madonna", durate quanto i fuochi pirotecnici, poi rientrate senza che nulla fosse cambiato, ne sono la riprova. Un'autentica finzione visto che, ancora oggi, a distanza di 7 mesi nulla è cambiato.
Occorre riconoscerlo è un'amara e triste realtà che non lascia ben sperare. Una politica che è un po' come l'aria inquinata di cui tanto si sta parlando in Città in questi giorni: non la "tocchi" con mano, ma ne percepisci inevitabilmente gli "odori".
Non si comprende infatti come mai, in una fase di grande difficoltà e di forte disagio sociale anche per il nostro territorio, il Comune benché dotato di una grande organizzazione, di mezzi finanziari, di persone e di collegamenti con altre Istituzioni ed Enti non debba esercitare efficacemente le proprie funzioni. Una insopportabile precarietà fatta di tentennamenti e di rinvii che va avanti da circa 7 mesi. Non c'è che dire, un mirabile esempio di "decisionismo politico": dalla provvisorietà della Presidenza del Consiglio Comunale, alla Giunta tuttora incompleta e priva del Vice Sindaco costruita su criteri di "casualità" con i primi dei non eletti, per arrivare agli assetti dirigenziali indefiniti con attribuzioni di funzioni molto "cangianti" i cui annunciati concorsi sarebbero tuttora in alto mare. Sul fronte dei programmi e delle strategie di sviluppo meglio tacere.
Le premesse e soprattutto le "promesse" erano altre. Le cose degli uomini e quelle della politica sono certamente migliorabili ed in tanti hanno confidato su possibili ravvedimenti e "correzioni di tiro" rispetto ad incongruenze ed errori registrati nei 5 anni precedenti. A nulla sono valse le mirabili campagne di comunicazione: lasciata onorevolmente alle spalle "Barletta Capitale", si è passati a "Barletta Cresce". Sarà per il freddo ma di crescita realisticamente se ne vede ben poca. E pensare che i cittadini con il loro "voto sofferto" hanno contribuito a rinnovare radicalmente la composizione del Consiglio Comunale rigenerandolo con nuove presenze e giovani speranze, in alcuni casi veri talenti politici.
Ma le cose a quanto pare non girano al meglio. Sarà forse un problema di leadership resa più fragile a causa della persistente crisi della politica e dei Partiti? Restano tuttavia senza risposta numerosi quesiti: perché mai una coalizione forte nei numeri si rivela debole sul piano politico? O ancora, perché l'assetto dei Partiti perde coesione e traballa già alle prime prove, con Consiglieri Comunali pronti a dichiararsi indipendenti o a cambiare casacca? Che fine hanno fatto gli annunciati "codici etici" e i tanti buoni propositi pre-elettorali? Si diceva peraltro che la precedente consigliatura soffriva di un deficit politico dato dall'assenza dei Partiti della sinistra. Ma oggi, cosa è cambiato in termini sostanziali atteso che tutta la sinistra, quella "nuova" e quella più "datata", oltre a tacere offre evidenti segni di omologazione a quello che per convenienza o per strenua condivisione viene definito "sistema"?
Sarà pur vero che il Partito Democratico non riesce ad assolvere pienamente al ruolo guida della coalizione, costretto in "miseria" da sfibranti tatticismi e infinite ricerche di equilibri. Una condizione, quella del PD, resa ancor più complessa anche a causa di talune invenzioni politiche dai vertici regionali, come nel caso del Presidente Emiliano, che anziché preoccuparsi della salute del Partito, sceglie di aprire proprie "filiali politiche" sui territori, avallando di fatto l'idea di una politica "liquida" che alimenta opportunismi e personalistiche strategie elettorali e di potere. Una precarietà ed una debolezza dei Partiti che forse sta bene anche al Sindaco Maffei che continuando a giocare d'attesa rinuncia ad esercitare le funzioni di "capo" e di soggetto regolatore della coalizione. D'altro canto le dimissioni estive della "Festa della Madonna", durate quanto i fuochi pirotecnici, poi rientrate senza che nulla fosse cambiato, ne sono la riprova. Un'autentica finzione visto che, ancora oggi, a distanza di 7 mesi nulla è cambiato.
Occorre riconoscerlo è un'amara e triste realtà che non lascia ben sperare. Una politica che è un po' come l'aria inquinata di cui tanto si sta parlando in Città in questi giorni: non la "tocchi" con mano, ma ne percepisci inevitabilmente gli "odori".