Bar.S.A. verso lo “spacchettamento” in due società: una pubblica, l'altra privata

La scelta dell’amministratore unico nelle mani dei consiglieri comunali di maggioranza

giovedì 17 ottobre 2013 14.00
A cura di Edoardo Centonze
Si continua a parlare della Bar.S.A. e del suo futuro. Le ipotesi di "spacchettamento" sembrerebbero ora farsi sempre più concrete. Martedì, infatti, in una riunione dei capigruppo di maggioranza, alla presenza del sindaco Cascella, si è tornati ad affrontare l'importante questione.

La prospettiva che sarebbe emersa, confermerebbe la direzione verso uno "spacchettamento" della municipalizzata in due aziende: una che dovrà occuparsi della nettezza urbana, totalmente in mano pubblica; l'altra invece a cui saranno affidati i servizi di Global Service, da destinare al mercato, e quindi alla gestione di privati. La scelta di quello che dovrebbe essere presumibilmente l'amministratore unico dell'azienda pubblica, passerebbe ora nelle mani dei consiglieri comunali di maggioranza.

I sindacati avevano già chiesto spiegazioni al sindaco, ad inizio ottobre, dopo aver sentito alcune ipotesi circolate: «Invece di rafforzare le società pubbliche, estendendo la loro capacità di azione, si ricorre alla frantumazione, così che possono diventare facile preda di privati, talvolta senza scrupoli. Tutto ciò potrebbe aprire seri problemi sul rispetto dei contratti lavorativi e sulle condizioni di lavoro nonché sul rispetto di tutte le normative di salute e sicurezza. Per quanto detto, non è assolutamente possibile accettare, né comprendere tale comportamento. Pertanto, le segreterie di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiedono un immediato incontro con l'Amministrazione della Città di Barletta per conosce nel dettaglio, il 'piano strategico', se ce ne è uno». Degli stessi giorni, è anche l'intervento di Maria Campese, capogruppo in consiglio di Sinistra Unita, Maria Campese: «Urge aprire da subito una discussione sulle prospettive di Barsa di come rilanciare la società complessivamente, senza smembramenti, chiamando ognuno alle proprie responsabilità, e che il tutto si incardini nella discussione sugli indirizzi programmatici dell'amministrazione, visto che all'incirca un terzo della spesa corrente del Comune di Barletta è assorbito da Barsa e che quindi gli obiettivi dell'amministrazione non possono prescindere dalle prospettive di Barsa».

Cascella, aveva risposto sindacati, indicando la linea che verrà seguita, la quale sembrerebbe così essere stata confermata nella riunione di martedì: «Nel programma - elettorale - avevo indicato un intervento strutturale sull'attuale assetto della società Barsa - è stata la replica del sindaco Cascella ai sindacati - con la suddivisione in due società: una società, appunto, interamente pubblica, in house come suol dirsi, per la raccolta dei rifiuti (tenendo anche conto delle scadenze organizzative da osservare per non far gravare sui contribuenti le penalizzazioni sancite dalla legge per il mancato rispetto dei parametri della raccolta differenziata), e l'altra società per i servizi e gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio pubblico, in cui riversare interamente l'attuale partecipazione del socio privato, con una operazione vincolata all'evidenza pubblica, anche per la restante parte della quota del Comune al capitale di un'azienda che sia in grado di operare, questo sì, sul mercato ed essere competitiva sul più vasto territorio». Nello stesso intervento, Cascella ricordava «la scelta già compiuta dall'attuale socio privato - la Manutencoop, che detiene il 28% delle azioni di Bar.S.A. - di dismettere la propria partecipazione e liquidare la sua quota azionaria, con tutto quel che ne consegue sui conti dell'Amministrazione e della stessa azienda».
E' giunta alla redazione, una precisazione del sindaco Pasquale Cascella, in merito alla questione Bar.S.A., trattata in questo articolo:

«Gentile Centonze,
vorrei precisare che nell'incontro con i capigruppo della maggioranza sull'assetto della Barsa non ho in nessun modo sostenuto che la scelta dell'Amministrazione sarebbe per "lo 'spacchettamento' in due società: una pubblica, l'altra privata", come invece si legge nel titolo del suo articolo, e nemmeno che i servizi di Global Service sarebbero "da destinare al mercato, e quindi alla gestione di privati", ma ho riproposto esattamente le posizioni già rese pubbliche e che lei stesso nell'articolo poi richiama e ora, confermo».