Bar.S.A. verso due società, ma tutte le ipotesi restano aperte

Cascella non esclude che anche la new co possa essere in house

mercoledì 15 gennaio 2014 01.00
A cura di Edoardo Centonze
E' il tema di dibattito e di scontro politico di questo inizio anno, lo era tornato certamente già ad essere nei mesi scorsi, e si prevede continuerà a tenere banco ancora per molto, almeno fino a quando non verranno prese scelte definitive. Stiamo parlando ovviamente della Bar.S.A. e del suo futuro societario. Dopo le decisioni della Giunta del 31 dicembre, e le polemiche politiche seguite, lunedì la questione è stata al centro di un tavolo politico di maggioranza, che sarà probabilmente il primo di una lunga serie di riunioni che verteranno su questo argomento.

Da un lato Partito Democratico e Scelta Civica sembrano appoggiare la decisione di Giunta, che ha approvato la relazione del sindaco Cascella, orientata verso l'affidamento in house della raccolta rifiuti a Bar.S.A., e che lascia quindi aperto il discorso per una new co, probabilmente mista. Dall'altro lato Sinistra Unita e la lista civica Cascella sindaco, favorevoli invece ad un'unica società in house. C'è poi La Buona Politica che chiede una verifica dei servizi del Comune affidati all'esterno, e che potrebbero rientrare all'interno della nuova società in house che si ipotizza. Tutti concordi comunque con la prospettiva di liquidazione da Bar.S.A. della quota del socio di minoranza (Manutencoop), come sostenuta anche dal cda della multiservizi. Cascella, da parte sua, pur confermando la prospettiva di due società, non avrebbe escluso la possibilità che anche la new co possa essere in house, allo stesso modo della nuova Bar.S.A.

«Una legge regionale ricomprende Barletta in un Aro, e bisogna avere una struttura societaria adeguata a questo servizio - così aveva affermato Cascella, nell'intervista esclusiva di inizio anno a Barlettalife - Si può tenere anche tutto com'è, con il rischio però di fare pagare penalità ai cittadini. Dobbiamo mantenere efficienza e competitività. Ho trovato una società con un socio privato che non può più partecipare alla raccolta dei rifiuti urbani ma che può rendere utile la sua competenza nel campo dei servizi. Io non ho la ricetta giusta, ma so che l'assetto societario attuale non è adeguato a far essere la Bar.S.A. efficiente - lasciando così aperta ogni strada - L'assetto più efficace lo verificheremo, ci sarà una società pienamente pubblica per la nettezza urbana, e l'assetto della nuova società dovrà essere funzionale ai servizi che dovrà svolgere».

«Abbiamo un confronto aperto con Manutencoop - aveva ribadito Cascella - che ha espresso la sua posizione di lasciare l'azienda per raccolta rifiuti ma è interessata a verificare il percorso da compiere con noi per la new co». Vedremo ora se l'ipotesi di un possibile nuovo ruolo per Manutencoop è destinata a tramontare o meno. «Vorrei capire perché le capacità dei lavoratori possano essere valorizzate con un assetto e non con l'altro, - aveva aggiunto il sindaco - ovviamente salvaguardando l'occupazione che è un bene pubblico». La situazione è dunque in evoluzione dal punto di vista politico, ed anche il mondo del lavoro attende appunto certezze.

Sui rischi di una nuova lottizzazione politica, Cascella aveva detto: «Non mi appartengono ragionamenti del genere. Queste logiche sono totalmente al di fuori della mia cultura». In cosa si dovrà tradurre ciò? Con due società, due amministratori unici? Troveranno inoltre attuazione prima o poi le proposte di spending review del commissario prefettizio? Tanti sono gli interrogativi a cui solo con i fatti si potranno dare risposte.