Bar.S.A.: riduzione CdA o amministratore unico, non s’hanno da fare?

Quando la modifica dello statuto, richiesta dal Commissario e dalla “spending review”?

giovedì 7 novembre 2013 14.15
A cura di Edoardo Centonze
Si continua a discutere in queste settimane degli assetti futuri di Bar.S.A.. Ieri, come abbiamo riportato, sono emerse tre possibili «ipotesi di lavoro» che il sindaco Cascella, ha prospettato nella riunione dell'assemblea dei soci: «cessione di ramo d'azienda (Global) con conseguente costituzione di una New co» (una Bar.S.A. società pubblica in house, per la nettezza urbana, e una New co come società mista, per il global service); «progetto di scissione con conseguente costituzione di una New co mista» (una Bar.S.A. società pubblica in house, per la nettezza urbana, e una New co, che «andrebbe sul mercato in regime di libera concorrenza oltre che per gli affidamenti temporali e quantitativi consentiti dalla normativa italiana ed europea»); «valutazione preliminare della Barsa spa per procedere alla conseguente liquidazione della quota del socio di minoranza e al successivo spin off del global con la costituzione di una New co pubblica» (una Bar.S.A. e una New co, di analoga natura pubblica). Ipotesi, legate a quello che sarà il futuro della partecipazione del socio di minoranza, cioè Manutencoop.

Ipotesi, che per Cascella, richiedono piani industriali e di gestione finanziaria, e che il sindaco (richiamando inoltre gli obblighi di «dismissione delle partecipazioni delle società strumentali» e quelli riguardanti l'affidamento diretto, che potrà avvenire, a decorrere dal 1° gennaio 2014, «solo a favore di società a capitale interamente pubblico, per la gestione in house, ma con procedura ad evidenza pubblica», previsti entrambi dalla legge sulla "spending review") ha rimesso «alla valutazione preliminare del Consiglio di amministrazione»; preliminare «alle scelte politiche che dovranno essere compiute in coerenza con le linee programmatiche dell'Amministrazione comunale». Da tutto ciò, Cascella esclude la totale privatizzazione della New co per il global service, «che si ritiene allo stato in contrasto con la storia dell'azienda e il ruolo che la Barsa ha fin qui assolto».

Ciò non esclude che ad oggi, l'assetto societario sarebbe potuto essere già essere cambiato? Il Commissario prefettizio, dott.ssa Anna Maria Manzone, con Delibera n. 38 del 26/03/2013 (su proposta del dirigente ai Servizi Generali, Istituzionali e Decentramento, dott.sa Rosa Di Palma), aveva infatti inteso dare il via alla procedura, da dover effettuare in sede di assemblea straordinaria dei soci, di modifica dell'art.16, titolo IV, dello statuto Bar.S.A. che disciplina la composizione del Consiglio di Amministrazione, e all'adeguamento di tutte le conseguenti norme ad esso correlate, in applicazione dell'art.4, comma 4 del D.L. n°95/2012, convertito con modificazioni dalla Legge 135/2012: la già citata "spending review".

La normativa dispone infatti che, per le società, che abbiano conseguito nell'anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore della Pubblica Amministrazione, superiore al 90% dell'intero fatturato, come quello della Bar.S.A (nella determina si riporta che, sul totale dei ricavi totali, riferiti al 2011, che ammontano a € 16.684.989, l'incidenza dei ricavi fatturati al Comune di Barletta è del 91,21%), vi debba essere una composizione di non più di tre membri nel CdA, "di cui due dipendenti dell'Amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime - come da considerazioni della dirigente proponente - per le società a partecipazione diretta, ovvero due scelti tra dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione della società controllante, scelti di intesa tra le amministrazioni medesime, e dipendenti della stessa società controllante per le società a partecipazione indiretta. Il terzo membro svolge le funzioni di amministratore delegato". A ciò va aggiunta la possibilità prevista, della nomina di un amministratore unico.

Queste disposizioni dovevano essere applicate con decorrenza dal primo rinnovo dei consigli di amministrazione, successivo alla data di entrata in vigore del decreto sulla "spending review" (il n. 95 del 6 luglio 2012), che è stato convertito in legge, come detto, con la legge n. 135 del 7 agosto 2012. L'assemblea dei soci, come si ricorda, ha invece rinnovato il Consiglio di amministrazione, il 5 settembre 2012 (il mese prima della caduta di Maffei), con scadenza a fine 2014 all'approvazione del bilancio. Il Commissario Manzone, che nella delibera aveva anche richiesto conformità al principio della parità di genere (con riserva al genere meno rappresentato di almeno un terzo dei componenti, sia per il CdA che per il Collegio sindacale), con nota del 3 maggio scorso, aveva trasmesso, al presidente del CdA (allora era ancora Vittorio Emanuele Dibitonto, dimessosi poi dalla carica nello stesso mese), e per conoscenza al Collegio sindacale Bar.S.A., la bozza di proposta di modifica dello statuto, elaborata dall'Amministrazione comunale, ai sensi della delibera appena ricordata, pregando di farla pervenire anche al socio di minoranza.

Di quella proposta di modifica, evidentemente non si è fatto più nulla. Così Cascella si è pronunciato all'assemblea dei soci, su questo punto:
«Dall'esame del parere - richiesto dal CdA Bar.S.A. al prof. Michele Castellano, in materia di "spending review", a seguito proprio delle deliberazioni del Commissario ndr - sembrerebbe che la possibilità che la Barsa proceda alla riduzione dei consiglieri nel numero massimo di tre o ad un amministratore unico sia preclusa, allo stato, dallo statuto vigente in mancanza di una variazione dello stesso. L'Amministrazione comunale però è tenuta a rispettare le deliberazioni assunte dal Commissario prefettizio con i poteri della Giunta e del Consiglio, per cui si esime dal compiere nomine al di fuori della rigorosa applicazione dei principi della spending review, in attesa che il Consiglio comunale si pronunci sull'insieme delle questioni aperte nell'assetto dell'azienda e si possa procedere, quindi, alla definizione dei nuovi organismi in modo coerente agli assetti aziendali individuati. Di qui l'indicazione che, nelle more, il presidente sia individuato dall'interno dello stesso Consiglio di amministrazione in essere in una figura - il prof. Luigi Pannarale - che abbia già acquisito esperienze di elaborazione e analisi della materia, e si proceda alla designazione di un nuovo componente del Collegio sindacale con una figura professionale - il dott. Angelo Pedone - che abbia competenze amministrative anche in considerazione delle particolari tematiche da affrontare».

Il CdA, uscito dall'ultima lottizzazione politica del settembre 2012 (che vide le nomine di Pannarale in quota FdS, Carpagnano in quota PSI, Rizzitelli in quota PD, nelle settimane burrascose, antecedenti la fine dell'amministrazione Maffei) giungerà tranquillamente a naturale scadenza fino alla fine all'anno prossimo? «Preliminare, su tutto - ha detto ieri Cascella - è che il Consiglio di amministrazione dell'attuale Barsa sia messo in condizione di procedere alle necessarie azioni istruttorie da svolgersi auspicabilmente nell'arco di un mese». Le domande sono molteplici. Per Cascella, che ha indicato le nuove nomine Bar.S.A. «nelle more» (dal vocabolario Treccani, "nell'intervallo di tempo che intercorre fra l'avvio di un iter burocratico-giuridico e la sua conclusione"), tra queste «azioni istruttorie da svolgersi auspicabilmente nell'arco di un mese», da parte del CdA, rientrano anche le disposizioni sulla riduzione del CdA stesso e sull'introduzione della possibilità di un amministratore unico, o solo quelle precisate sulla dismissione delle partecipazioni e sulla regolamentazione degli affidamenti diretti? Perchè fino ad oggi, non si è dato seguito alla proposta del Commissario prefettizio di ormai 8 mesi fa? Qual è stata in questi mesi l'attività del Nucleo di controllo interno sulla Bar.S.A. (formato dai dirigenti dei settori Bilancio, Lavori pubblici, Ambiente, Manutenzione), istituito dal Commissario a marzo, in qualità di "organismo le cui attività concorrono all'attuazione delle norme sulla spending review"?
CdA Bar.S.A.

prof. avv. Luigi Pannarale (presidente)
avv. Ruggiero Antonio Carpagnano (vicepresidente)
avv. Ruggiero Antonio Cafagna (consigliere)
p.e. Alessandro Dorigo (consigliere)
dott. Ruggiero Rizzitelli (consigliere)

Collegio Sindacale Bar.S.A.

dott. Angelo Pedone (presidente)
rag. Benedetto Croce (sindaco effettivo)
dott. Ruggiero Gorgoglione (sindaco effettivo)
dott. Francesco Frisardi (sindaco supplente)
dott.ssa Grazia Dibenedetto (sindaco supplente)