Avv. Maurizio Savasta: «Non sono candidato dell'area Caracciolo»
«Ho cominciato a girare tra i cittadini per conoscere il loro pensiero». «Non ho ancora ricevuto investitura ufficiale»
domenica 10 marzo 2013
18.42
Solo per migliore diffusione replichiamo articolo di Gazzetta del Mezzogiorno.
«Visto che da qualche tempo vengo tirato in ballo, facciamo chiarezza». «Non ho ricevuto alcuna investitura per una candidatura a sindaco e non mi sono ancora ufficialmente presentato alla città come tale. Insieme ad altri amici, ho cominciato a girare tra i cittadini per conoscere il loro pensiero e coinvolgerli in un nuovo progetto politico serio che, tra l'altro, vede quale punto di partenza la mia candidatura. La gente è sempre più lontana dalle istituzioni e stanca di sentire parlare dei soliti nomi e delle divisioni nei partiti. Per questo vogliamo restituire dignità alla città di Barletta che negli ultimi anni si è letteralmente addormentata, mentre a pochi chilometri altri Comuni crescono e ci superano».
«Avendo a cuore i valori e la tradizione del centro sinistra, insieme ad altri amici provenienti dalla cosiddetta "società civile", abbiamo deciso di metterci la faccia ed abbiamo poi coinvolto, per evitare che il nostro impegno rimanesse nel mondo dei sogni, quelle che riteniamo le migliori forze della città, purchè pronte a fare un passo indietro e a lasciarci lavorare. Ecco perché non accetto di essere definito il candidato dell'area di partito che fa capo al consigliere Caracciolo; sarebbe ingiusto nei confronti di tutti gli altri. Forti di un consenso tra la gente, abbiamo poi presentato il nostro progetto al Partito democratico ed abbiamo registrato l'adesione di una buona parte del variegato mondo della sinistra moderata, tra cui da ultimo quella dell'amico Caracciolo, di quelli che hanno militato nella scorsa amministrazione nella lista Emiliano, ma vi sono anche quelli che con me sono cresciuti attorno al sindaco Salerno e tanti altri, specie giovani, rappresentanti di associazioni e del mondo politico che non fa parte del Pd».
«Molti si stanno unendo accomunati dall'idea di cambiare la città, mettendo in primo piano non gli uomini ma i progetti e sulla base di tali valori auspico di poter raccogliere sempre maggiori consensi. Non mi sono presentato ufficialmente perché rispetto il partito e le sue dinamiche interne. Del resto ritengo che alla base di ogni buona amministrazione civica devono essere dei partiti che svolgano concretamente il loro ruolo e che facciano filtro senza trasferire nell'esecutivo le divisioni interne. Se però è comprensibile il contraddittorio non è tollerabile la frammentazione, che non è espressione della vivacità e dell'entusiasmo dei tanti iscritti, ma di posizioni personali di esponenti che a malapena rappresentano se stessi ed hanno perso contatto con la realtà sociale».
«La caduta del sindaco Maffei è stata certo un gesto estremo e fuori dalle regole, ma anche presa di coscienza di una situazione avvilente e che per effetto di una gestione troppo e statica rischiava di annullare il consenso della città in un periodo difficile per la politica in generale. E' necessario pertanto superare le vuote posizioni formali e rimboccarsi le maniche. Senza perdere ulteriore tempo riattivando un confronto serio che passi dalla celebrazione di immediate primarie per fare sintesi e lavorare per la formazione delle liste e della coalizione, su un Programma serio. C'è tanto da fare ma è indispensabile che alla base la politica si riavvicini ai cittadini, poi si dovrà metter mano alla macchina comunale, pesantemente rallentata da un modo di gestire la cosa pubblica troppo accentratore e personalistico. Solo così sì potranno riattivare tutti quei percorsi dì promozione del lavoro, dell'economia con particolare attenzione al tessuto produttivo locale, e della vita sociale e culturale che si attendono da anni, pur disponendo delle migliori risorse e strutture. Senza trascurare la programmazione del territorio ridisegnando la città in termini di miglioramento della qualità della vita e dei servizi. Barletta non ha bisogno di allargarsi, ma di diventare una città più vivibile e più sicura».
«Visto che da qualche tempo vengo tirato in ballo, facciamo chiarezza». «Non ho ricevuto alcuna investitura per una candidatura a sindaco e non mi sono ancora ufficialmente presentato alla città come tale. Insieme ad altri amici, ho cominciato a girare tra i cittadini per conoscere il loro pensiero e coinvolgerli in un nuovo progetto politico serio che, tra l'altro, vede quale punto di partenza la mia candidatura. La gente è sempre più lontana dalle istituzioni e stanca di sentire parlare dei soliti nomi e delle divisioni nei partiti. Per questo vogliamo restituire dignità alla città di Barletta che negli ultimi anni si è letteralmente addormentata, mentre a pochi chilometri altri Comuni crescono e ci superano».
«Avendo a cuore i valori e la tradizione del centro sinistra, insieme ad altri amici provenienti dalla cosiddetta "società civile", abbiamo deciso di metterci la faccia ed abbiamo poi coinvolto, per evitare che il nostro impegno rimanesse nel mondo dei sogni, quelle che riteniamo le migliori forze della città, purchè pronte a fare un passo indietro e a lasciarci lavorare. Ecco perché non accetto di essere definito il candidato dell'area di partito che fa capo al consigliere Caracciolo; sarebbe ingiusto nei confronti di tutti gli altri. Forti di un consenso tra la gente, abbiamo poi presentato il nostro progetto al Partito democratico ed abbiamo registrato l'adesione di una buona parte del variegato mondo della sinistra moderata, tra cui da ultimo quella dell'amico Caracciolo, di quelli che hanno militato nella scorsa amministrazione nella lista Emiliano, ma vi sono anche quelli che con me sono cresciuti attorno al sindaco Salerno e tanti altri, specie giovani, rappresentanti di associazioni e del mondo politico che non fa parte del Pd».
«Molti si stanno unendo accomunati dall'idea di cambiare la città, mettendo in primo piano non gli uomini ma i progetti e sulla base di tali valori auspico di poter raccogliere sempre maggiori consensi. Non mi sono presentato ufficialmente perché rispetto il partito e le sue dinamiche interne. Del resto ritengo che alla base di ogni buona amministrazione civica devono essere dei partiti che svolgano concretamente il loro ruolo e che facciano filtro senza trasferire nell'esecutivo le divisioni interne. Se però è comprensibile il contraddittorio non è tollerabile la frammentazione, che non è espressione della vivacità e dell'entusiasmo dei tanti iscritti, ma di posizioni personali di esponenti che a malapena rappresentano se stessi ed hanno perso contatto con la realtà sociale».
«La caduta del sindaco Maffei è stata certo un gesto estremo e fuori dalle regole, ma anche presa di coscienza di una situazione avvilente e che per effetto di una gestione troppo e statica rischiava di annullare il consenso della città in un periodo difficile per la politica in generale. E' necessario pertanto superare le vuote posizioni formali e rimboccarsi le maniche. Senza perdere ulteriore tempo riattivando un confronto serio che passi dalla celebrazione di immediate primarie per fare sintesi e lavorare per la formazione delle liste e della coalizione, su un Programma serio. C'è tanto da fare ma è indispensabile che alla base la politica si riavvicini ai cittadini, poi si dovrà metter mano alla macchina comunale, pesantemente rallentata da un modo di gestire la cosa pubblica troppo accentratore e personalistico. Solo così sì potranno riattivare tutti quei percorsi dì promozione del lavoro, dell'economia con particolare attenzione al tessuto produttivo locale, e della vita sociale e culturale che si attendono da anni, pur disponendo delle migliori risorse e strutture. Senza trascurare la programmazione del territorio ridisegnando la città in termini di miglioramento della qualità della vita e dei servizi. Barletta non ha bisogno di allargarsi, ma di diventare una città più vivibile e più sicura».