Avanspettacolo al Curci, il Sindaco Maffei inconsapevole protagonista
Trombette, pagliette e forzose ironie di Antonio Stornaiolo al pubblico barlettano. Serata da dimenticare al teatro Curci di Barletta
mercoledì 29 dicembre 2010
Serata da dimenticare al teatro Curci di Barletta. Chiunque l'abbia scritta, ha solo risparmiato gli infreddoliti e radi spettatori non paganti, dall'apparizione di ballerine di can-can che saltellanti, con gambette magari nostrane, perché no comunali, ornate di guepiere, avrebbero tentato di allietare ancor di più l'irripetibile farsa del Curci. Ma, se questa incerta icona da avanspettacolo è stata risparmiata al rarefatto e per lo più amicissimo pubblico di Maffei, altre scenografie improprie hanno sicuramente leso l'immagine autorevole del Sindaco . Cinque anni fa, pur avaro di comunicazione, era molto ma molto più bello. Specifico: chi scrive questo commento, aveva "disinteressatamente" e velleitariamente suggerito al Sindaco Maffei, all'epoca della sua indiscussa onestà amministrativa, che tutt'ora insiste, di dispensare non solo più comunicazione ma anche distribuire qualche sorriso accattivante e rassicurante per i cittadini.
Ebbene, ora la macchina organizzativa e pubblicitaria che ha assunto e che risulterà onerosa, a carico degli utenti-barlettani, esagera e lo fa spietatamente giullare di se stesso, imponendogli overdose di chiacchiere, di rassicurazioni e promesse amministrative futuribili che potrebbero rivelarsi suicidio politico. Una logorrea estranea al fair play del Primo cittadino. Maffei rimane docente austero, severo con se stesso. Sicuramente più riflessivo dei suoi ameni colleghi sindaci della BT, meno espansivo. Consequenziale al suo instancabile lavoro, più o meno efficace, e senza scheletri negli armadi (così mi disse una volta nel suo studio mimando l'apertura delle ante del suo armadio di lavoro).
Questa è l'indole del Sindaco Nicola Maffei, non altra e va rispettata e interpretata. Queste le sue prerogative naturali che vanno intese. Invece forti scottature, quasi ustioni sono le rappresentazioni a cui inconsapevolmente viene sottoposto da qualche tempo, bruciandolo. Sarebbe stato sufficiente il suo tempo canonico, quello ancora attuale sindacale, a rappresentare al Curci il quinquennio amministrativo suddiviso in macroaree: sociale, cultura, urbanistica, ambiente, attività produttive e turismo. Ma siamo certi che egli stesso sia stato, in un bollettino stampa, a definire la serata al Curci di "gala"? Non credo. È stata una serata anzi inelegante e non rappresentativa di Barletta. Ancora una volta saranno stati i semplicistici autori della "nuova", impropria immagine di Maffei a stravolgerlo. Ghostwriters, scrittori fantasma allo sbaraglio, gli unici a rallegrarsi ed intascare le forzate risate del Sindaco che si appresta alla ricandidatura. Fantasmi, che dietro le quinte rendono ridicolo ed esagerato l'uomo responsabile di una grande e stimata città capoluogo: Barletta. Ripeto, era più bello cinque anni fa con i suoi interpretabili silenzi.
Un quartetto musicale trombettistico, inventato e proposto al Curci è stato il lamento del buon gusto. Pagliette e colori da avanspettacolo, questa volta reali, hanno circondato Maffei insolente per aver condiviso la inutile macchia musicale, sostituibile da altra qualsivoglia gentilezza artistica, la più facile, anche la più ovvia. Invece il poco pubblico accorso al capezzale delle risate di Maffei ha dovuto solo sghignazzare. Sollecitato dalle boutade d'avanspettacolo al quale è stato sottoposto, riteniamo inconsapevolmente, anche il Sindaco di Barletta. Con difficoltà ha potuto esporre il corposo approfondimento del suo quinquennio amministrativo. Invece era d'obbligo la concentrazione. D'obbligo per i lettori che ci fosse consentito tradurre compiutamente e analizzare ogni soppesata e meditata parola dell' amministratore. Invece ancora una volta, un altro personaggio nel ruolo di cabarettista, Antonio Stornaiolo, ha frammentato la professionalità e la necessaria concentrazione di Maffei, obbligato educatamente ad addossarsi il ruolo di spalla, mentre il capocomico si affannava a ridicolarizzare le semplici domande di semplici barlettani che educatamente non lo hanno allontanato dal severo luogo di lavoro, di proficue relazioni e di comprovate attività artistiche.
Tutto teso invece Stornaiolo a rendere brillante l'atmosfera, a galvanizzarla, ad eccitarla. A iniettare la inopportuna overdose di comicità ben retribuita, immaginiamo, dedicandola al "non tutto esaurito" del Curci. Giullare del Sindaco, suo cantore e celebratore fino alla nausea, di incanti sindacali pregressi che lo stesso staff del Sindaco gli avrà certamente annotato. Tutto possibile ovviamente. Meno che le affabulate labbra di Maffei che si sono dischiuse e serrate a comando, inseguendo lui stesso, volteggiante, la inadeguata, impropria, eccessiva allegria di Stornaiolo. Nessuno dello staff di Maffei, ha lanciato dalle quinte un asciugamano affinchè la scadente scenografia avesse finalmente termine. Nessuno si è accorto che il Sindaco di Barletta era oramai stravolto ed adagiato sul tappeto volante dell'incertezza, con la sola frenesia che quel round di quint'ordine terminasse e chiunque ipocritamente gli dicesse: «Sei stato bello, tutta la serata è stata un successo». Specialmente dalle tante poltrone rosse non occupate. Ma non prima che il quartetto colorato suonasse i fiati della tristezza della serata.
Ebbene, ora la macchina organizzativa e pubblicitaria che ha assunto e che risulterà onerosa, a carico degli utenti-barlettani, esagera e lo fa spietatamente giullare di se stesso, imponendogli overdose di chiacchiere, di rassicurazioni e promesse amministrative futuribili che potrebbero rivelarsi suicidio politico. Una logorrea estranea al fair play del Primo cittadino. Maffei rimane docente austero, severo con se stesso. Sicuramente più riflessivo dei suoi ameni colleghi sindaci della BT, meno espansivo. Consequenziale al suo instancabile lavoro, più o meno efficace, e senza scheletri negli armadi (così mi disse una volta nel suo studio mimando l'apertura delle ante del suo armadio di lavoro).
Questa è l'indole del Sindaco Nicola Maffei, non altra e va rispettata e interpretata. Queste le sue prerogative naturali che vanno intese. Invece forti scottature, quasi ustioni sono le rappresentazioni a cui inconsapevolmente viene sottoposto da qualche tempo, bruciandolo. Sarebbe stato sufficiente il suo tempo canonico, quello ancora attuale sindacale, a rappresentare al Curci il quinquennio amministrativo suddiviso in macroaree: sociale, cultura, urbanistica, ambiente, attività produttive e turismo. Ma siamo certi che egli stesso sia stato, in un bollettino stampa, a definire la serata al Curci di "gala"? Non credo. È stata una serata anzi inelegante e non rappresentativa di Barletta. Ancora una volta saranno stati i semplicistici autori della "nuova", impropria immagine di Maffei a stravolgerlo. Ghostwriters, scrittori fantasma allo sbaraglio, gli unici a rallegrarsi ed intascare le forzate risate del Sindaco che si appresta alla ricandidatura. Fantasmi, che dietro le quinte rendono ridicolo ed esagerato l'uomo responsabile di una grande e stimata città capoluogo: Barletta. Ripeto, era più bello cinque anni fa con i suoi interpretabili silenzi.
Un quartetto musicale trombettistico, inventato e proposto al Curci è stato il lamento del buon gusto. Pagliette e colori da avanspettacolo, questa volta reali, hanno circondato Maffei insolente per aver condiviso la inutile macchia musicale, sostituibile da altra qualsivoglia gentilezza artistica, la più facile, anche la più ovvia. Invece il poco pubblico accorso al capezzale delle risate di Maffei ha dovuto solo sghignazzare. Sollecitato dalle boutade d'avanspettacolo al quale è stato sottoposto, riteniamo inconsapevolmente, anche il Sindaco di Barletta. Con difficoltà ha potuto esporre il corposo approfondimento del suo quinquennio amministrativo. Invece era d'obbligo la concentrazione. D'obbligo per i lettori che ci fosse consentito tradurre compiutamente e analizzare ogni soppesata e meditata parola dell' amministratore. Invece ancora una volta, un altro personaggio nel ruolo di cabarettista, Antonio Stornaiolo, ha frammentato la professionalità e la necessaria concentrazione di Maffei, obbligato educatamente ad addossarsi il ruolo di spalla, mentre il capocomico si affannava a ridicolarizzare le semplici domande di semplici barlettani che educatamente non lo hanno allontanato dal severo luogo di lavoro, di proficue relazioni e di comprovate attività artistiche.
Tutto teso invece Stornaiolo a rendere brillante l'atmosfera, a galvanizzarla, ad eccitarla. A iniettare la inopportuna overdose di comicità ben retribuita, immaginiamo, dedicandola al "non tutto esaurito" del Curci. Giullare del Sindaco, suo cantore e celebratore fino alla nausea, di incanti sindacali pregressi che lo stesso staff del Sindaco gli avrà certamente annotato. Tutto possibile ovviamente. Meno che le affabulate labbra di Maffei che si sono dischiuse e serrate a comando, inseguendo lui stesso, volteggiante, la inadeguata, impropria, eccessiva allegria di Stornaiolo. Nessuno dello staff di Maffei, ha lanciato dalle quinte un asciugamano affinchè la scadente scenografia avesse finalmente termine. Nessuno si è accorto che il Sindaco di Barletta era oramai stravolto ed adagiato sul tappeto volante dell'incertezza, con la sola frenesia che quel round di quint'ordine terminasse e chiunque ipocritamente gli dicesse: «Sei stato bello, tutta la serata è stata un successo». Specialmente dalle tante poltrone rosse non occupate. Ma non prima che il quartetto colorato suonasse i fiati della tristezza della serata.