Attenti al cane? No, attenti al padrone!
In via delle Mimose alcuni cartelli accusano i proprietari degli "amici a quattro zampe". Protesta contro le deiezioni canine nelle aiuole
martedì 20 marzo 2012
10.55
Siamo soliti vedere, affissi sui portoni d'ingresso di austere ville di periferia o di residenze patinate lontane dalle mura cittadina, un cartello ammonitore: "Attenti al cane" esso recita. Un avvertimento ad eventuali malintenzionati che possano pensare di avvicinarsi alla proprietà in oggetto per commettere furti. Da qualche giorno, in via delle Mimose, periferia ovest di Barletta, campeggiano sugli alberi che adornano le tante aiuole, che riempiono di verde e conferiscono aria salubre alla zona, cartelli e avvisi ai residenti in zona che reciterebbero più o meno così: "Attenti ai padroni", degli amici a quattro zampe, si intende. Cartelli con i quali, evidentemente, qualche residente infastidito dagli olezzi che in certe ore della giornata («di prima mattina in particolare» ci riferiscono) provengono da quegli spazi che dovrebbero rappresentare il polmone verde della zona, ha voluto porre in evidenza a mancanza di civiltà di alcuni proprietari di esemplari canini, che lasciano liberamente espletare le proprie deiezioni ai loro quadrupedi alla vista di tutti nel verde pubblico presente lungo la via.
L'ammonizione pubblica a mezzo cartelli ci racconta dunque di qualche proprietario di cani, evidentemente convinto che lasciare "segni" del proprio passaggio nell'erba non sia deleterio quanto lasciarne sul marciapiede, e restio a prendere in considerazione l'ipotesi di armarsi di guanti, sacchetto di plastica e paletta per liberare il territorio dalla "marcatura" canina. Arrivati in via delle Mimose dopo le segnalazioni di alcuni lettori, subito ci imbattiamo nelle foto che vedete nella photogallery: i cartelli sono divisi tra avvisi ai padroni («Fate c....e i cani a casa vostra» si invita) e anche ai quadrupedi ( «Dite ai vostri "civili" padroni di raccogliere gli escrementi o di farvi c....e a casa loro»). Incontriamo qualche residente e gli chiediamo a cosa potrebbe essere dovuto il richiamo: in zona sono diversi anche i cani randagi che liberamente vagano per le vie del complesso, come qualcuno ci fa notare, ma altrettanti sottolineano come l'incivile abitudine di qualche padrone di cane di non usare paletta e guanti non sia ancora -purtroppo- caduta in disuso.
Piccoli, fastidiosi gesti che cozzano con la generale cura e pulizia della zona, e con l'elevata civiltà dei residenti e di gran parte della cittadinanza barlettana: purtroppo queste "minoranze" che non tengono alla propria città, e lo dimostrano anche lasciando defecare liberamente i propri quadrupedi. A loro ripetiamo l'interrogativo posto appena quindici giorni fa ai residenti di via Manzoni e dintorni, sulla cui pista ciclabile lunga oltre 500 metri, carte di giornale, bottigliette di plastica e di tanti altri "maleodoranti presenti" testimoniavano la traccia del passaggio dell'uomo e del suo compagno a quattro zampe: se nel salone della vostra casa vi piazzassimo i 90 barattoli in conserva nei quali artista italiano Piero Manzoni sigillò le proprie feci il 21 maggio 1961 dando così vita all'opera "Merda d'artista", dimostrereste il vostro amore per l'arte, intesa come dimostrazione di umanità, o respingereste l'offerta al mittente per il ributtante odore che gli escrementi emanano? Ai posteri (e alle palette, si spera) l'ardua sentenza.
L'ammonizione pubblica a mezzo cartelli ci racconta dunque di qualche proprietario di cani, evidentemente convinto che lasciare "segni" del proprio passaggio nell'erba non sia deleterio quanto lasciarne sul marciapiede, e restio a prendere in considerazione l'ipotesi di armarsi di guanti, sacchetto di plastica e paletta per liberare il territorio dalla "marcatura" canina. Arrivati in via delle Mimose dopo le segnalazioni di alcuni lettori, subito ci imbattiamo nelle foto che vedete nella photogallery: i cartelli sono divisi tra avvisi ai padroni («Fate c....e i cani a casa vostra» si invita) e anche ai quadrupedi ( «Dite ai vostri "civili" padroni di raccogliere gli escrementi o di farvi c....e a casa loro»). Incontriamo qualche residente e gli chiediamo a cosa potrebbe essere dovuto il richiamo: in zona sono diversi anche i cani randagi che liberamente vagano per le vie del complesso, come qualcuno ci fa notare, ma altrettanti sottolineano come l'incivile abitudine di qualche padrone di cane di non usare paletta e guanti non sia ancora -purtroppo- caduta in disuso.
Piccoli, fastidiosi gesti che cozzano con la generale cura e pulizia della zona, e con l'elevata civiltà dei residenti e di gran parte della cittadinanza barlettana: purtroppo queste "minoranze" che non tengono alla propria città, e lo dimostrano anche lasciando defecare liberamente i propri quadrupedi. A loro ripetiamo l'interrogativo posto appena quindici giorni fa ai residenti di via Manzoni e dintorni, sulla cui pista ciclabile lunga oltre 500 metri, carte di giornale, bottigliette di plastica e di tanti altri "maleodoranti presenti" testimoniavano la traccia del passaggio dell'uomo e del suo compagno a quattro zampe: se nel salone della vostra casa vi piazzassimo i 90 barattoli in conserva nei quali artista italiano Piero Manzoni sigillò le proprie feci il 21 maggio 1961 dando così vita all'opera "Merda d'artista", dimostrereste il vostro amore per l'arte, intesa come dimostrazione di umanità, o respingereste l'offerta al mittente per il ributtante odore che gli escrementi emanano? Ai posteri (e alle palette, si spera) l'ardua sentenza.