Ascolto, conoscenza, sequela: la relazione tra il gregge e il suo pastore
La domenica del buon Pastore con don Vito Carpentiere
domenica 17 aprile 2016
Dal vangelo secondo Giovanni: "In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il vangelo di questa quarta domenica di Pasqua, tradizionalmente detta "del Buon Pastore" per i versetti tratti dal capitolo dieci del vangelo di Giovanni, è di pochissimi ma intensissimi versetti, perché con le sue parole Gesù si inoltra a descrivere il rapporto che c'è tra lui e noi, chiamati gregge non per indicare omologazione, come sarebbe oggi, ma una profonda relazione: non si dà pastore senza gregge, non resiste un gregge senza pastore. E questa relazione è così intima e profonda che coinvolge anche il Padre: il Padre, infatti, ci ha affidati al Figlio, colui che non solo ha dato la vita per noi, ma che a noi dona la vita eterna, non semplicemente nel senso di una vita senza fine, ma intesa come vita data in pienezza, nella partecipazione alla sua natura divina. Perché questo possa accadere siamo chiamati a metterci in atteggiamento di ascolto, quello vero, quello che genera la fede; a entrare in un rapporto intimo con lui (questo il senso del verbo biblico "conoscere); a seguirlo, non solo mettendoci dietro a lui, alla sua sequela, ma anche ricalcandone parole, esempi, insegnamenti, fino ad imparare ad amare come lui ha amato noi. Che questa domenica possiamo riscoprire la bellezza della sua voce che ci parla attraverso le Scritture ed entrare nella comunione vera e piena con lui e i fratelli e sorelle.
Buona domenica a tutti!
[don Vito]
Il vangelo di questa quarta domenica di Pasqua, tradizionalmente detta "del Buon Pastore" per i versetti tratti dal capitolo dieci del vangelo di Giovanni, è di pochissimi ma intensissimi versetti, perché con le sue parole Gesù si inoltra a descrivere il rapporto che c'è tra lui e noi, chiamati gregge non per indicare omologazione, come sarebbe oggi, ma una profonda relazione: non si dà pastore senza gregge, non resiste un gregge senza pastore. E questa relazione è così intima e profonda che coinvolge anche il Padre: il Padre, infatti, ci ha affidati al Figlio, colui che non solo ha dato la vita per noi, ma che a noi dona la vita eterna, non semplicemente nel senso di una vita senza fine, ma intesa come vita data in pienezza, nella partecipazione alla sua natura divina. Perché questo possa accadere siamo chiamati a metterci in atteggiamento di ascolto, quello vero, quello che genera la fede; a entrare in un rapporto intimo con lui (questo il senso del verbo biblico "conoscere); a seguirlo, non solo mettendoci dietro a lui, alla sua sequela, ma anche ricalcandone parole, esempi, insegnamenti, fino ad imparare ad amare come lui ha amato noi. Che questa domenica possiamo riscoprire la bellezza della sua voce che ci parla attraverso le Scritture ed entrare nella comunione vera e piena con lui e i fratelli e sorelle.
Buona domenica a tutti!
[don Vito]