Arriva in libreria la nuova pubblicazione del prof. Giuseppe Lagrasta
Attraverso uno studio di letteratura comparata, si esplorano i meandri del pensiero di Jorge Luis Borges ed Italo Calvino
mercoledì 2 ottobre 2024
È da poco stato pubblicato il nuovo libro del prof. Giuseppe Lagrasta, "Jorge Luis Borges-Italo Calvino. Dialoghi immaginari". I due scrittori, esponenti del racconto breve, si interfacciano in un dialogo immaginato dall'autore, dal quale emergono amicizia e collaborazione, ma anche un interscambio di punti di vista sulle proprie visioni del mondo.
L'introduzione al libro è stata scritta da Fernando Flores Maio, vicepresidente dell'associazione internazionale "Jorge Luis Borges", a testimonianza dell'importanza che questo lavoro riveste nello studio della letteratura dell'autore argentino, in rapporto all'italiano Calvino. A Borges è dedicata la mostra "Atlas", organizzata a Roma e alla quale il prof. Lagrasta ha preso parte.
Il rapporto tra l'autore argentino e lo scrittore italiano nasce dalla condivisione dello stesso oggetto di indagine, il labirinto, metafora del percorso di vita di ognuno. "Mi ha sempre affascinato l'idea del labirinto" afferma Lagrasta: un labirinto nel quale l'essere umano è imprigionato, cercando una via d'uscita ed entrandone in un altro senza rendersene conto. È stata una delle motivazioni che lo hanno portato ad indagare l'universo letterario di due dei pilastri della letteratura a livello mondiale, attraverso questo studio di letteratura comparata, che verrà tradotto anche in Argentina.
Per comprendere al meglio cosa si cela dietro la sua ultima pubblicazione e l'amore per la letteratura, abbiamo intervistato il prof Lagrasta.
Ancora una volta il protagonista del suo libro è Italo Calvino. Da dove nasce la passione per questo scrittore? Qual è la sua importanza nel panorama culturale e letterario italiano?
«Il mio interesse per Italo Calvino nasce dalla capacità di questo scrittore di coniugare i saperi letterari con i saperi umanistici e scientifici. Questa rete di significati si coniuga a uno strumento didattico. Il mio lavoro su Calvino consiste proprio nell'affrontare e approfondire le reti che riguardano la letteratura e la comunicazione della didattica letteraria.
Il rapporto a Borges nasce perché Calvino, nel 1955, ha scoperto e si è avvicinato moltissimo a Borges perché in Italia è stato pubblicato "Finzioni", ovvero "La biblioteca di Babele". Sia Calvino che Borges si occupano di indagare la struttura del mondo fantastico, legato allo studio del labirinto, metafora della pena di vivere, della difficoltà di vivere e del male di vivere Montaliano».
Il libro segue una struttura dialogica. Come mai ha deciso di affidare al dialogo l'espressione dei punti di vista dei due autori?
«Perché io credo che il dialogo sia uno strumento di comunicazione didattica. Quindi, attraverso l'analisi del dialogo letterario, può trasformarsi come strumento di didattica, perché attraverso il dialogo i formatori possono affrontare i temi della relazione, dell'empatia, dell'interrogarsi e quindi del confrontarsi. Il dialogo letterario è uno strumento didattico. Mi sono posto nei panni di Borges e Calvino, dopo aver studiato la maggior parte delle loro opere, se non tutte, e quindi ho pubblicato questo libro che è un libro di letteratura ma anche uno strumento didattico».
Nel marzo 2023 è stato creato, grazie al suo contributo, il fondo "Lagrasta-Dilillo", il cui fine è stata la donazione di circa quattromila volumi alla nostra biblioteca comunale. Cosa lo ha spinto ad effettuare questa donazione così generosa?
«I libri devono essere abitati. Chi può abitare i libri se non i lettori? In primis sono stati offerti per ricordare la memoria di una persona a me cara, Arcangela Dilillo. Però, oltre a questo, c'è il risvolto importante che questi libri, stando a casa, hanno un solo lettore. Invece, in una biblioteca, possono avere tanti lettori, essere continuamente abitati e avere una vita propria. Questa è la speranza».
I libri sono un aspetto fondamentale della sua vita. Come si è sviluppato il suo amore nei confronti della lettura? E come consiglierebbe a giovani (e meno giovani) di avvicinarsi alla letteratura?
«La mia passione per i libri è nata dalla lettura delle favole, nell'aver trovato un maestro elementare e una maestra elementare che mi hanno fatto scoprire le favole. Poi con la lettura delle favole ho scoperto che leggere mi dava piacere, e da questo piacere di leggere favole e filastrocche son arrivato al piacere di leggere il libro. A 12/13 anni, a Barletta, c'erano dei contenitori nei tabaccai che vendevano libri a poche lire, e che sono stati le mie prime librerie.
Per quanto riguarda lo stimolare gli altri a leggere, possiamo dire che bisogna scegliere prima di tutto i libri che si amano e trovare uno specchio autobiografico. Per amare un libro bisogna specchiarsi nei protagonisti, nelle storie che leggiamo e trovare il piacere di rielaborarsi, riconoscersi, approfondirsi e semantizzarsi. Uno deve trovare l'amore per un libro quando rispecchia le sue emozioni e le sue passioni».
L'introduzione al libro è stata scritta da Fernando Flores Maio, vicepresidente dell'associazione internazionale "Jorge Luis Borges", a testimonianza dell'importanza che questo lavoro riveste nello studio della letteratura dell'autore argentino, in rapporto all'italiano Calvino. A Borges è dedicata la mostra "Atlas", organizzata a Roma e alla quale il prof. Lagrasta ha preso parte.
Il rapporto tra l'autore argentino e lo scrittore italiano nasce dalla condivisione dello stesso oggetto di indagine, il labirinto, metafora del percorso di vita di ognuno. "Mi ha sempre affascinato l'idea del labirinto" afferma Lagrasta: un labirinto nel quale l'essere umano è imprigionato, cercando una via d'uscita ed entrandone in un altro senza rendersene conto. È stata una delle motivazioni che lo hanno portato ad indagare l'universo letterario di due dei pilastri della letteratura a livello mondiale, attraverso questo studio di letteratura comparata, che verrà tradotto anche in Argentina.
Per comprendere al meglio cosa si cela dietro la sua ultima pubblicazione e l'amore per la letteratura, abbiamo intervistato il prof Lagrasta.
Ancora una volta il protagonista del suo libro è Italo Calvino. Da dove nasce la passione per questo scrittore? Qual è la sua importanza nel panorama culturale e letterario italiano?
«Il mio interesse per Italo Calvino nasce dalla capacità di questo scrittore di coniugare i saperi letterari con i saperi umanistici e scientifici. Questa rete di significati si coniuga a uno strumento didattico. Il mio lavoro su Calvino consiste proprio nell'affrontare e approfondire le reti che riguardano la letteratura e la comunicazione della didattica letteraria.
Il rapporto a Borges nasce perché Calvino, nel 1955, ha scoperto e si è avvicinato moltissimo a Borges perché in Italia è stato pubblicato "Finzioni", ovvero "La biblioteca di Babele". Sia Calvino che Borges si occupano di indagare la struttura del mondo fantastico, legato allo studio del labirinto, metafora della pena di vivere, della difficoltà di vivere e del male di vivere Montaliano».
Il libro segue una struttura dialogica. Come mai ha deciso di affidare al dialogo l'espressione dei punti di vista dei due autori?
«Perché io credo che il dialogo sia uno strumento di comunicazione didattica. Quindi, attraverso l'analisi del dialogo letterario, può trasformarsi come strumento di didattica, perché attraverso il dialogo i formatori possono affrontare i temi della relazione, dell'empatia, dell'interrogarsi e quindi del confrontarsi. Il dialogo letterario è uno strumento didattico. Mi sono posto nei panni di Borges e Calvino, dopo aver studiato la maggior parte delle loro opere, se non tutte, e quindi ho pubblicato questo libro che è un libro di letteratura ma anche uno strumento didattico».
Nel marzo 2023 è stato creato, grazie al suo contributo, il fondo "Lagrasta-Dilillo", il cui fine è stata la donazione di circa quattromila volumi alla nostra biblioteca comunale. Cosa lo ha spinto ad effettuare questa donazione così generosa?
«I libri devono essere abitati. Chi può abitare i libri se non i lettori? In primis sono stati offerti per ricordare la memoria di una persona a me cara, Arcangela Dilillo. Però, oltre a questo, c'è il risvolto importante che questi libri, stando a casa, hanno un solo lettore. Invece, in una biblioteca, possono avere tanti lettori, essere continuamente abitati e avere una vita propria. Questa è la speranza».
I libri sono un aspetto fondamentale della sua vita. Come si è sviluppato il suo amore nei confronti della lettura? E come consiglierebbe a giovani (e meno giovani) di avvicinarsi alla letteratura?
«La mia passione per i libri è nata dalla lettura delle favole, nell'aver trovato un maestro elementare e una maestra elementare che mi hanno fatto scoprire le favole. Poi con la lettura delle favole ho scoperto che leggere mi dava piacere, e da questo piacere di leggere favole e filastrocche son arrivato al piacere di leggere il libro. A 12/13 anni, a Barletta, c'erano dei contenitori nei tabaccai che vendevano libri a poche lire, e che sono stati le mie prime librerie.
Per quanto riguarda lo stimolare gli altri a leggere, possiamo dire che bisogna scegliere prima di tutto i libri che si amano e trovare uno specchio autobiografico. Per amare un libro bisogna specchiarsi nei protagonisti, nelle storie che leggiamo e trovare il piacere di rielaborarsi, riconoscersi, approfondirsi e semantizzarsi. Uno deve trovare l'amore per un libro quando rispecchia le sue emozioni e le sue passioni».