Ariscianne, quel tesoro nascosto sommerso dai rifiuti

Il sito è abbandonato e richiede lavori di riqualificazione

martedì 9 febbraio 2016
La zona umida di Ariscianne sorge tra le città di Barletta e Trani, dove il noto Canale Ciapetta–Camaggio sfocia in mare. Per tutto il territorio, l'intera area rappresenta un patrimonio non solo ambientale ma anche archeologico, per questa ragione, esso deve essere necessariamente tutelato. Gli unici lavori di riqualificazione, infatti, sono stati effettuati nella prima metà del novecento. Attualmente, il sito è completamente abbandonato e dalle onde riemergono rifiuti portati a riva dalle acque, come documentano le fotografie scattate da Daniele Cascella e gentilmente inviate alla redazione di BarlettaViva.

Ariscianne ospita numerose specie animali che, a causa di bracconieri senza alcuno scrupolo, sono continuamente minacciate. Tra gli anfibi sono presenti: il rospo e il tritone italico; tra gli uccelli: la quaglia, il porciglione e il fratino; mentre per ciò che concerne le specie marine, vivono: lo spinarello e la gambusia. Dal punto di vista vegetativo, la vasta zona paludosa accoglie giuncheti e canneti. Le acque sorgive, provenienti dall'alto piano murgiano, sono dolci leggermente salmastre a causa dell'intrusione marina. Ariscianne, tuttavia, non è solo una grande ricchezza naturale; l'area, in vero, rappresenta una notevole fonte di reperti archeologici risalenti persino all'età preistorica. Infatti, a partire dagli anni sessanta, sono stati rinvenuti: manufatti in selce, ceramiche dipinte, pipe di terracotta, figure antropomorfe, oggetti di culto, amuleti, anelli e monete antiche. Tali reperti sono custoditi presso il museo allestito all'interno della Chiesa di Sant'Antonio. Un altro elemento archeologico situato presso il sito di Ariscianne è il cosiddetto "tesoro sommerso". Non lontano dalla costa, infatti, è possibile osservare i resti di una torre risalente, probabilmente, all'epoca medioevale. A causa, tuttavia, dell'erosione marina, la struttura è completamente collassata. Proseguendo l'itinerario verso ovest, presso la località Belvedere, è possibile rintracciare due relitti sommersi; si tratta di due navi, risalenti al secondo e primo secolo. Nell'area Belvedere, sono presenti le cosiddette canalette le quali sono state realizzate e intagliate nella calcarenite. Alcuni studiosi del territorio hanno ipotizzato che le canalette, tutte parallele ed equidistanti tra loro, costituissero un sistema di drenaggio delle acque e di raccolta del sale. Durante l'antichità, infatti, il sale veniva denominato oro bianco poiché fondamentale per la conservazione e trasporto dei cibi.

Il territorio di Ariscianne deve essere maggiormente tutelato dagli enti competenti. In seguito all'avvio dell'iniziativa dell'associazione Trekking Italia, la quale porterà tutti gli appassionati alla scoperta del mare nella stagione invernale, speriamo che avvenga una nuova riqualificazione del sito. Da troppo tempo l'area di Ariscianne è stata dimenticata, occorre riaccendere i riflettori per preservare questo importante patrimonio nascosto e trascurato.
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono
Ariscianne, tra bellezza naturale e abbandono