Antolini (Arcigay): «Chiederemo ai candidati un impegno per il registro delle unioni civili»
Inaugurata a Barletta la nuova sede dell’Arcigay Bat. «A maggio vorremmo organizzare il Pride a Barletta»
martedì 18 dicembre 2012
Sabato scorso è stata inaugurata, in vico Sant'Antonio abate, la nuova sede provinciale dell'Arcigay Bat, che si trasferisce così da Andria, in uno spazio più grande del precedente, e più facilmente raggiungibile da tutta la provincia, vista la vicinanza della stazione ferroviaria. L'inaugurazione è stata vissuta sentitamente dai tanti presenti, anche diversi cittadini che hanno voluto presenziare all'importante evento. La serata è stata quindi l'occasione per fare il punto, con il presidente dell'Arcigay Bat, Michele Antolini, sul cammino dell'associazione sul territorio, sui progetti, e le problematiche riscontrate.
C'è un problema omofobia nella Bat e a Barletta?
«Problemi di omofobia ci sono dappertutto. Barletta non è immune, non è neanche l'isola felice. Come in tutti i paesi ci sono sempre delle sacche di resistenza dovute all'ignoranza culturale. Noi siamo qua proprio per incominciare ad aprire la mente delle persone sulle tematiche LGBT in generale».
Uno dei vostri più importanti progetti è "Scuole arcobaleno". Come sta andando?
«Stamattina (sabato scorso ndr) sono stato all'I.I.S.S. "Garrone" a parlare con il dirigente scolastico, in merito al progetto "Scuole arcobaleno". A breve riceverete informazioni sul resoconto del progetto. Faremo un comunicato stampa. Vi preannuncio che è stato molto deludente, come risposta. Poi faremo nomi e cognomi di tutte le scuole che non si sono degnate neanche di rispondere alla nostra lettera che abbiamo mandato a settembre. Sono stato al "Garrone" proprio perché ho ricevuto segnalazioni di episodi di bullismo omofobico. La scuola ha preso comunque provvedimenti, però ho detto al dirigente che comunque è sempre meglio informare che reprimere. Se si possono evitare è sempre meglio. A gennaio partiranno dei corsi al "Garrone"».
Il sostegno istituzionale in questo progetto?
«Sostegno no. Ho avuto una lettera dall'assessore provinciale Pompeo Camero, ma è stata solo una lettera di soli intenti. Ma niente sostegno efficace, sia dal punto di vista politico, con un patrocinio, e neanche dal punto di vista economico. Neanche dai comuni. Tutto quello che facciamo lo facciamo grazie alle nostre attività».
Il progetto sta andando avanti anche nel resto della provincia?
«Siamo stati già in due scuole di Andria, e il "Garrone" dovrebbe essere la terza. Su 29 scuole, il 10%. Ben poco».
La proposta di istituzione del registro comunale delle unioni civili, a Barletta, è naufragata prima ancora di poter vedere la luce.
«Su questo campo, a Barletta faremo un'attenta analisi politica alle prossime elezioni amministrative. Chiederemo ai candidati sindaco un confronto. Li obbligheremo a venire qui a parlare su queste tematiche. Chiederemo un impegno. Filmeremo il tutto, ovviamente dietro il loro consenso, perché poi durante la legislatura comunale dovranno prendere l'impegno assunto in campagna elettorale. Perché il problema non è solo sul registro per le coppie di fatto, che è comunque aperto a tutte le persone di tutte le sessualità, non solo omosessuali, ma anche eterosessuali. Il problema è che i comuni devono anche attivare delle campagne di sensibilizzazione proprio ai settori sociali che sono molte volte impreparati a gestire le problematiche delle persone LGBT. A breve faremo dei progetti di formazione per il personale delle amministrazioni locali».
Avete intenzione di assumere un ruolo forte e presente nel corso della competizione elettorale?
«O facciamo così, o rimarremo sempre l'ultima ruota del carro. Quindi dobbiamo incominciare proprio a fare voce e a fare rete».
Gli altri progetti?
«Abbiamo un bel progetto a maggio: organizzare il Pride a Barletta. Il Pride a livello regionale, e poi vedremo nei prossimi anni se sarà possibile fare il nazionale».
Ritenete possibile la creazione di centri antiviolenza sullo stesso modello di quelli contro la violenza sulle donne?
«Certo. Noi come associazione abbiamo già attivi due sportelli importanti che combattono la violenza omofobica, sia lo sportello di supporto psicologico, per le vittime che hanno subito violenza, ma anche di supporto legale, nel caso si vogliano denunciare gli episodi, anche in forma anonima. Noi combatteremo in tutti i modi gli episodi di violenza omofobica e transfobica».
State collaborando con altre associazioni del territorio?
«Abbiamo fatto già rete con i centri antiviolenza sia ad Andria, a Trani, e a Barletta, a breve. Le Arci, nostri cugini, nonché fratelli maggiori sono tutti con noi. Abbiamo fatto rete anche con le varie associazioni femministe, perché Arcigay tutela anche la donna, da statuto, e con tutte le associazioni di volontariato e di promozione sociale, che con noi condividono la lotta al razzismo in generale e per l'uguaglianza di tutti i cittadini».
C'è un problema omofobia nella Bat e a Barletta?
«Problemi di omofobia ci sono dappertutto. Barletta non è immune, non è neanche l'isola felice. Come in tutti i paesi ci sono sempre delle sacche di resistenza dovute all'ignoranza culturale. Noi siamo qua proprio per incominciare ad aprire la mente delle persone sulle tematiche LGBT in generale».
Uno dei vostri più importanti progetti è "Scuole arcobaleno". Come sta andando?
«Stamattina (sabato scorso ndr) sono stato all'I.I.S.S. "Garrone" a parlare con il dirigente scolastico, in merito al progetto "Scuole arcobaleno". A breve riceverete informazioni sul resoconto del progetto. Faremo un comunicato stampa. Vi preannuncio che è stato molto deludente, come risposta. Poi faremo nomi e cognomi di tutte le scuole che non si sono degnate neanche di rispondere alla nostra lettera che abbiamo mandato a settembre. Sono stato al "Garrone" proprio perché ho ricevuto segnalazioni di episodi di bullismo omofobico. La scuola ha preso comunque provvedimenti, però ho detto al dirigente che comunque è sempre meglio informare che reprimere. Se si possono evitare è sempre meglio. A gennaio partiranno dei corsi al "Garrone"».
Il sostegno istituzionale in questo progetto?
«Sostegno no. Ho avuto una lettera dall'assessore provinciale Pompeo Camero, ma è stata solo una lettera di soli intenti. Ma niente sostegno efficace, sia dal punto di vista politico, con un patrocinio, e neanche dal punto di vista economico. Neanche dai comuni. Tutto quello che facciamo lo facciamo grazie alle nostre attività».
Il progetto sta andando avanti anche nel resto della provincia?
«Siamo stati già in due scuole di Andria, e il "Garrone" dovrebbe essere la terza. Su 29 scuole, il 10%. Ben poco».
La proposta di istituzione del registro comunale delle unioni civili, a Barletta, è naufragata prima ancora di poter vedere la luce.
«Su questo campo, a Barletta faremo un'attenta analisi politica alle prossime elezioni amministrative. Chiederemo ai candidati sindaco un confronto. Li obbligheremo a venire qui a parlare su queste tematiche. Chiederemo un impegno. Filmeremo il tutto, ovviamente dietro il loro consenso, perché poi durante la legislatura comunale dovranno prendere l'impegno assunto in campagna elettorale. Perché il problema non è solo sul registro per le coppie di fatto, che è comunque aperto a tutte le persone di tutte le sessualità, non solo omosessuali, ma anche eterosessuali. Il problema è che i comuni devono anche attivare delle campagne di sensibilizzazione proprio ai settori sociali che sono molte volte impreparati a gestire le problematiche delle persone LGBT. A breve faremo dei progetti di formazione per il personale delle amministrazioni locali».
Avete intenzione di assumere un ruolo forte e presente nel corso della competizione elettorale?
«O facciamo così, o rimarremo sempre l'ultima ruota del carro. Quindi dobbiamo incominciare proprio a fare voce e a fare rete».
Gli altri progetti?
«Abbiamo un bel progetto a maggio: organizzare il Pride a Barletta. Il Pride a livello regionale, e poi vedremo nei prossimi anni se sarà possibile fare il nazionale».
Ritenete possibile la creazione di centri antiviolenza sullo stesso modello di quelli contro la violenza sulle donne?
«Certo. Noi come associazione abbiamo già attivi due sportelli importanti che combattono la violenza omofobica, sia lo sportello di supporto psicologico, per le vittime che hanno subito violenza, ma anche di supporto legale, nel caso si vogliano denunciare gli episodi, anche in forma anonima. Noi combatteremo in tutti i modi gli episodi di violenza omofobica e transfobica».
State collaborando con altre associazioni del territorio?
«Abbiamo fatto già rete con i centri antiviolenza sia ad Andria, a Trani, e a Barletta, a breve. Le Arci, nostri cugini, nonché fratelli maggiori sono tutti con noi. Abbiamo fatto rete anche con le varie associazioni femministe, perché Arcigay tutela anche la donna, da statuto, e con tutte le associazioni di volontariato e di promozione sociale, che con noi condividono la lotta al razzismo in generale e per l'uguaglianza di tutti i cittadini».