Angelo Chiariello e il suo sguardo sull’India
Il fotografo barlettano ha allestito mostra fotografica durante la Notte Bianca. "Sguardi dall'India", un viaggio emotivo
martedì 21 settembre 2010
21.19
Angelo Chiariello ha trent'anni e la passione per la fotografia. Questa passione lo ha spinto a cercare territori poco frequentati dal turismo di massa, alla ricerca di soggetti fotografici inediti. Ha realizzato un reportage fotografico durante un viaggio nella foresta del Borneo, e alcuni di quegli scatti sono stati pubblicati sul magazine Controstile. In occasione della Notte Bianca, Angelo ha allestito con la collaborazione dell' associazione Puntofocale, e col patrocinio del comune di Barletta, una mostra fotografica dal titolo «Sguardi dall' India». La mostra si compone di 40 foto selezionate tra alcune migliaia, scattate a Varanasi, nel nord dell'India, città abitata da 4000 anni , e quindi considerata la più antica città vivente del mondo. Ho incontrato Angelo in via Nazareth, dove la mostra è stata allestita.
Perché hai scelto la fotografia come mezzo espressivo?
Perché a casa mio padre ha una camera oscura che ha utilizzato per vent'anni. Di conseguenza ho sempre visto e «respirato» la fotografia, intesa come arte.
Quando hai iniziato a fotografare?
Nel dicembre 2008. Ho acquistato una reflex, per poi cambiarla dopo pochi mesi, quando ho capito che potevo fare di più con la fotografia.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Le persone e i loro stili di vita.
Perché hai scelto l'India per il tuo reportage fotografico?
Perché volevo vedere un paese dove la povertà regna sovrana. Ho uno zio che ha vissuto 10 anni in India, e quando è tornato me la descriveva come un posto magico. Grazie a lui ho avuto molte indicazioni utili.
Durante la tua permanenza in India hai avuto qualche disavventura?
Una volta sono stato fermato dalla polizia locale e trattenuto per parecchie ore, con l'accusa di aver scattato foto in una zona proibita. Ho subìto anche un interrogatorio. Alla fine mi hanno rilasciato grazie ad una mia amica che lavora presso l'ambasciata italiana.
Quanto tempo sei rimasto in India?
In teoria, sarei dovuto rimanere 25 giorni, ma in pratica solo 17, a causa delle alluvioni che hanno colpito il nord del paese.
Perché hai fotografato solo la gente?
Perché nella zona che ho visitato la natura e la vegetazione erano quasi inesistenti. Ho soggiornato sulla sponda del fiume Gange, nella città di Varanasi, meta di pellegrini e visitatori da tutto il mondo. Gli stessi indiani vanno in quella zona per morire, perché è considerato un posto dai significati mistici.
Come ha reagito la gente che hai ritratto?
Bene, laggiù la gente è molto socievole. Un attimo prima di scattare una foto, bastava sorridere per poi essere ricambiato, segno questo di disponibilità ad essere fotografati.
Cogliere l'attimo nella fotografia, è importante?
Si, se perdi quell'attimo, hai perso la foto e l'emozione.
Più importante della fotografia è?
Il viaggio, capire i luoghi studiare gli usi e costumi prima di partire per una meta. Solo così posso realizzare buone foto.
Progetti futuri?
Sto progettando un viaggio in Africa. Stavolta però, vorrei soggiornare per una durata di tempo maggiore.
Perché hai scelto la fotografia come mezzo espressivo?
Perché a casa mio padre ha una camera oscura che ha utilizzato per vent'anni. Di conseguenza ho sempre visto e «respirato» la fotografia, intesa come arte.
Quando hai iniziato a fotografare?
Nel dicembre 2008. Ho acquistato una reflex, per poi cambiarla dopo pochi mesi, quando ho capito che potevo fare di più con la fotografia.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Le persone e i loro stili di vita.
Perché hai scelto l'India per il tuo reportage fotografico?
Perché volevo vedere un paese dove la povertà regna sovrana. Ho uno zio che ha vissuto 10 anni in India, e quando è tornato me la descriveva come un posto magico. Grazie a lui ho avuto molte indicazioni utili.
Durante la tua permanenza in India hai avuto qualche disavventura?
Una volta sono stato fermato dalla polizia locale e trattenuto per parecchie ore, con l'accusa di aver scattato foto in una zona proibita. Ho subìto anche un interrogatorio. Alla fine mi hanno rilasciato grazie ad una mia amica che lavora presso l'ambasciata italiana.
Quanto tempo sei rimasto in India?
In teoria, sarei dovuto rimanere 25 giorni, ma in pratica solo 17, a causa delle alluvioni che hanno colpito il nord del paese.
Perché hai fotografato solo la gente?
Perché nella zona che ho visitato la natura e la vegetazione erano quasi inesistenti. Ho soggiornato sulla sponda del fiume Gange, nella città di Varanasi, meta di pellegrini e visitatori da tutto il mondo. Gli stessi indiani vanno in quella zona per morire, perché è considerato un posto dai significati mistici.
Come ha reagito la gente che hai ritratto?
Bene, laggiù la gente è molto socievole. Un attimo prima di scattare una foto, bastava sorridere per poi essere ricambiato, segno questo di disponibilità ad essere fotografati.
Cogliere l'attimo nella fotografia, è importante?
Si, se perdi quell'attimo, hai perso la foto e l'emozione.
Più importante della fotografia è?
Il viaggio, capire i luoghi studiare gli usi e costumi prima di partire per una meta. Solo così posso realizzare buone foto.
Progetti futuri?
Sto progettando un viaggio in Africa. Stavolta però, vorrei soggiornare per una durata di tempo maggiore.