Andrea Patruno (Pd) intervistato da Barlettalife

A tutto campo su familismo, provincia e congresso cittadino. Colloquio con il segretario provinciale del Partito Democratico

sabato 18 febbraio 2012 21.41
A cura di Edoardo Centonze
Un'intervista con il segretario provinciale del Pd Andrea Patruno, per parlare ad ampio raggio delle questioni più attuali della città e della provincia. Dal dibattito sull'opportunità politica delle assunzioni nello staff del presidente Ventola, al confronto politico in atto sull'utilità delle province, fino ad arrivare all'ormai imminente congresso cittadino del Pd, atteso da tutti come momento che possa essere di svolta alla sempre più travagliata vita politico-amministrativa di Barletta.

Segretario Patruno, parliamo dell'assunzione della figlia del sindaco di Corato Perrone nello staff del presidente della provincia Bat. Ventola le ha risposto accusandola di far di tutta l'erba un fascio, ribadendo la discrezionalità di tale scelta, e di offendere tutti coloro i quali hanno partecipato alle selezioni. Come risponde a queste accuse?
«In realtà è Ventola che offende la sua intelligenza, per due ragioni: dapprima io non ho mai confuso i bandi dello staff con i concorsi pubblici. So bene che sono due cose differenti. E' nota a tutti la battaglia condotta da me contro i concorsi pubblici nella Bat, con conseguenti denunce. Oggi si è tenuta una delle udienze congiunte del ricorso al Tar da noi proposto. Spero che la giustizia amministrativa possa svolgere al meglio il suo ruolo sociale in questa vicenda.
Riguardo lo staff non ho mai negato né contestato il diritto di Ventola di nominare "intuito-persona" chiunque avesse voluto. Quello che contesto in merito alla detta selezione, è che è stato richiesto a 1200 partecipanti, con una prova concorsuale, di pagare 10,33 € per una valutazione discrezionale e non di merito. Dell'assunzione della figlia del sindaco di Corato non deve dare conto a me ma ai cittadini, restituendo ai ragazzi che hanno partecipato al concorso i soldi versati. Era soltanto una prova di bellezza, non un concorso, nella quale valgono tutt'altri requisiti. I giovani democratici di Corato infatti hanno eccepito non sull'assunzione, ma sul fatto che la persona nel concorso pubblico dell'anno scorso non fosse risultata idonea alla posizione, ma nell'intuito persona sì».

Che idea si è fatto invece dell'assunzione dell'addetto stampa/portavoce del sindaco Maffei?
«Anche lì il problema atteneva solo al principio per il quale ogni indicazione può esser fatta in coerenza con la legge. E'evidente che anche lì vale il criterio che per lo staff, l'intuito persona non pone limiti a cosa si fa. Ovviamente la FNSI per un ruolo del genere darebbe un'indicazione: un concorso tra pubblicisti e giornalisti.

Lei vede un legame a livello provinciale tra questa nuova ondata di familismo e la probabile futura dismissione delle province?
«Assolutamente no. Semmai in passato la Bat si è "distinta" per altre cose sui concorsi. Quando c'erano 23 posti, hanno fatto 54 assunzioni, in categorie che forse non servivano. Anche quando la Provincia si è dotata della prima pianta organica si è agito in maniera errata: lo staff di Ventola era di 6 persone, a differenza delle 5 di Bari e di 1 sola di Foggia. Nella prima pianta organica della Bat, c'erano 18 settori per altrettanti dirigenti. Solo i tagli hanno portato ai 14 odierni. Il punto riguardante la spesa è che se noi oggi facessimo una revisione delle spese vedremmo 3 sedi comuni capoluogo, con un conseguente spezzettamento. Il governo di centro-destra si assume le responsabilità di ciò. La domanda sull'utilità delle province è posta dal Governo-Monti, che ha rimandato la questione province a una legge che andrà veicolata sulla base di una vera riconsiderazione del ruolo delle province stesse».

In consiglio provinciale si è discusso giorni fa l'ordine del giorno per dire no all'abolizione delle province. Voi del Pd non avete partecipato al voto, denunciando l'ipocrisia della maggioranza. Quale sono state le ragioni della vostra posizione?
«L'ordine del giorno era una fiera dell'ipocrisia: si chiedeva il sostegno per le province e per il ricorso alla Corte Costituzionale. Si ribadiva che le province possono essere sostitutive degli enti intermedi e si chiedeva la cancellazione degli enti stessi. Ma 3 giorni prima la Bat aveva aderito al Patto Nordbarese-Ofantino. Perciò, delle due l'una: o abbiamo bisogno delle province e cancelliamo gli enti intermedi, o diamo valore agli enti intermedi. Per me questi enti sono una scelta folle: oggi questo Patto non ha nulla da fare, e spreca 800000 € all'anno per assunzioni assorbite attraverso processi di stabilizzazione nella pubblica amministrazione. Io credo che l'occasione è troppo ghiotta perché il Parlamento si possa pronunciare a riguardo. Lo Stato è ripartito in Comuni, Province e Regioni, e questi devono essere gli unici enti ad amministrare il territorio. Io parlo chiaro: per quanto mi riguarda, se le Province devono gestire scuole, strade e ambiente solo attraverso deroga della Regione, le Province pugliesi possono essere cancellate. Diversamente, la Regione provveda a dare ruolo e funzione alle Province, cancellando aree vaste, patti territoriali e dando rappresentanza al territorio».

La prossima settimana si svolgerà a Barletta il congresso cittadino del Pd. In un comunicato stampa 18 iscritti del Pd hanno chiesto che il nuovo gruppo dirigente determini una chiara svolta del partito nella vita politico-amministrativa della nostra città. Lei cosa si aspetta da questo congresso?
«Io ho voluto fortemente il congresso straordinario del Pd: non solo a Barletta, ma anche in altre parti della provincia, dove il Pd andava rilanciato.Oggi il Pd è il partito di maggioranza relativa, e questo assegna al Pd il compito di stare insieme, sostenere l'amministrazione comunale e pungolarla quando è necessario, spingendo al confronto. Siamo a 9 mesi dalle elezioni di maggio: a Barletta intanto è accaduto di tutto, anche tragedie. Oggi è necessaria una politica chiara, che faccia da punto di riferimento per la città. Il Pd può inaugurare una nuova forma di cultura della partecipazione politica. Oggi fare politica è come vendere cozze ai tempi del colera: domina l'antipolitica. Oggi serve un Pd che disarticoli i processi politici sclerotizzati in ruoli preconfezionati. Dobbiamo inaugurare una stagione di virtuosismi con al centro il bene comune, che a volte smarriamo.Dobbiamo riprendere ad avere un'idea di governo che non rimanga abbarbicata nel palazzo».

Lei quindi riconosce la necessità di rinnovamento del partito e della nuova classe dirigente che dovrà guidarlo. Ci dice allora quali sono le candidature che si affacciano alla vigilia di questo congresso?
«Io non partecipo alla scelta dei candidati: ci sono gruppi importanti del Pd al lavoro, i documenti che stanno producendo rendono idea del fermento. Io mi auguro che ci sia la volontà di ricercare maggiore intesa: più ampia è l'intesa, più ampio è il potere dato a un segretario, che dovrà guidare il partito nei meandri della stagione politica del Governo-monti che sta disarticolando i partiti. Abbiamo un appuntamento preciso: le elezioni politiche del 2013, alle quali dovrebbero far seguito le elezioni regionali. Appuntamenti che il Pd di questa città deve affrontare pronto e preparato. Nel Pd vale anche l'obiettivo di costruire un partito presente nella città, con accesso visibile, sito web per dialogare con le categorie sociali della città».

Ma lei chi appoggia in questo prossimo congresso?
«Io come responsabile provinciale del partito non prendo precisa posizione: io non mi iscrivo a nessuna delle fazioni in campo, e credo che la battaglia politica per fazioni debba essere una stagione conclusa. Credo che oggi abbiamo al centro l'idea condivisa di contenitore. Il Pd barlettano, nella misura in cui saprà farlo, vincerà le sfide che verranno. Se non saprà farlo, pagherà in termini di voto e credibilità. So che questa è una mia responsabilità anche: tenere insieme il Pd di Barletta, al quale ho dedicato tutto il mio tempo, l'unica risorsa a mia disposizione».

A questa intervista ne seguirà una con il consigliere regionale Mennea. Con lui avete avuto uno scambio di battute abbastanza aspro, l'anno scorso, sulla questione della presidenza del consiglio comunale. Come sono i rapporti attuali tra di voi, anche in vista del congresso cittadino?
«I rapporti tra me e Ruggiero Mennea sono più che cordiali: ci frequentiamo nelle stanze di partito, ma mi rendo conto che ci possano essere scontri nella battaglia politica. All'epoca dell'elezione del Presidente del Consiglio ritenevo sbagliato per il Pd non aver risolto questa questione».

Torniamo alle questioni provinciali. Lei ha partecipato alle primarie del centrosinistra a San Ferdinando. Non ha vinto. Ma nel caso fosse stato il candidato e fosse stato eletto, avrebbe mantenuto entrambe le cariche, di consigliere provinciale e di sindaco, come Ventola mantiene le cariche di sindaco di Canosa e di presidente della Bat?
«Sono ruoli differenti: peraltro sono diversi nella misura in cui hanno funzioni differenti. In questo dico che se fossi presidente di una Provincia non riuscirei a essere sindaco di una città, così come non si tiene insieme il ruolo di sindaco della città di Andria con quello di vice-presidente di Provincia. Il mio ruolo sarebbe stato compatibile: se avessi però interpretato il ruolo di candidato sindaco, il ruolo di consigliere provinciale sarebbe rimasto comunque nella disponibilità del mio partito. Io non terrei ad esempio insieme 2 incarichi di rappresentanza come quello di parlamentare ad amministratore di Provincia, cosa che nei fatti è insostenibile, come è insostenibile la situazione di Ventola. Tutto ciò è una farsa e l'ha dimostrato l'ultimo Consiglio Provinciale, che ha come visto in contemporanea svolgersi la conferenza dei Sindaci. Il che ha prodotto un bailamme dal quale ci ha perso il Consiglio Provinciale.

Crede che l'accordo della provincia con l'università LUM, con sede individuata in agro tranese, possa essere utilizzato come strumento elettorale nelle prossime elezioni amministrative di Trani?
«Io spero di no, spero non sia una vicenda pubblicitaria in vista delle elezioni amministrative tranesi.Io credo che quella università sia uno spreco: finanziamo corsi di laurea in Economia e Giurisprudenza, già presenti a Bari e Foggia, con poche possibilità di piazzamento sul mercato del lavoro, distraendo i ragazzi dalla scelta di facoltà scientifiche, quelle con maggiori possibilità di lavoro oggi. Così licondanniamo ad essere disoccupati. Il problema oggi è che stiamo destinando 2,4 milioni di euro di risorse pubbliche per un'università privata».

Quanto campanilismo c'è nell'azione politica provinciale?
«Abbiamo fallito l'obiettivo vero di questa provincia, come ripartizione di ruolo e di funzione di ognuno dei 10 comuni: in realtà il decentramento amministrativo oggi fa scopa solo con lo spreco. Purtroppo il governo di centro-destra ha male interpretato questo. L'ultimo Consiglio Provinciale ha esaurito argomenti che giacevano inerti da mesi. O non serviva a nessuno la discussione di quegli argomenti, o davvero il Consiglio risponde all'esercizio del nulla.

Ma non è che questa posizione critica nei confronti delle province è facile da sostenere quando si è all'opposizione, e invece cambia nelle province in cui il Pd governa?
«La posizione del Pd è la stessa anche nelle province in cui governiamo: o hanno un senso oppure le chiudiamo. Noi vogliamo compiti chiari per le province».


Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Andrea Patruno nella redazione di Barlettalife © Mario Sculco
Intervista a cura di Edoardo Centonze.