Ancora sull’Italia dei Valori. Risposta alla lettera di Gissi e Borraccino
«Ci sono altre anime nel partito che formano una terza parte...». La Seconda Repubblica ci ha ormai abituato a partiti fisarmonica
domenica 12 agosto 2012
Dopo il mio commento all'esito del congresso provinciale dell'Idv, ho ricevuto una interessante lettera di due esponenti di questo partito, Gissi e Borraccino. La propongo ai lettori con mie risposte e commenti. L'atteggiamento della nostra testata è stato e sarà sempre il medesimo: nessun timore ad esprimere valutazioni da parte dei redattori, massima apertura a critiche e commenti da parte dei lettori. L'unico faro è offrire un orizzonte quanto più largo possibile anche su temi ostici come la politica.
"Chi sa la storia dell'Italia dei Valori sa bene che quella vittoria è una vittoria (di Pirro) ottenuta con delle tessere di persone che non sapevano nemmeno cosa stessero facendo, e la maggior parte di queste portate da Dibenedetto, area alla quale appartiene Matteucci e la Sorrenti; persona (Dibenedetto) senza la quale non si starebbe nemmeno parlando di loro (Matteucci - Sorrenti)".
Questo l'incipit della missiva di Gissi e Borraccino. Solo due postille. La prima: credo che nel mio articolo emergesse chiaramente l'asse Dibenedetto-Matteucci-Sorrenti. I due militanti dell'Idv aggiungono che, a loro dire, il tesseramento più pesante provenga da Dibenedetto. La seconda: secondo i due lettori, come capita ormai sempre più spesso ai congressi di partito, molti tesserati erano del tutto inconsapevoli. Mala tempora currunt, vien da dire.
"In tanti anni di appartenenza all'IDV non abbiamo mai visto tutte quelle persone partecipare ad una sola riunione di partito, dare un contributo per la raccolta firme o per le tornate elettorali. Poi parlando con loro durante il congresso, molti hanno confermato di essere lì perché era stato chiesto loro un piacere. Anche se ci sono state dichiarazioni di astenersi al voto rivolte a queste persone, perché andavano a modificare gli equilibri interni di un partito che ha come simbolo la legalità e la trasparenza, ma che durante il congresso non è stata rispettata".
È un problema enorme. I congressi e i tesseramenti sono sempre stati oggetto di scontri accesi. La Seconda Repubblica però ci ha ormai abituato a partiti fisarmonica: che si gonfiano ai congressi e le cui sedi sono vuote, disabitate, abbandonate durante il resto dell'anno. E le decisioni sono prese da un pugno di dirigenti locali, con la copertura dei livelli superiori del partito. Non è solo un problema dell'Idv e non è questione di trasparenza. È un problema di tutti ed è un problema di democrazia.
"Poi se si conosce meglio la storia dell'IDV si sa che la persona citata (Avv. Cosimo Damiano Matteucci) non è la persona realmente descritta. Una persona che combatteva e non accettava il commissariamento regionale per poi chinarsi al volere del regionale per poter ottenere una poltrona dove sedere. Una persona che non si candida per l'IDV mentre gli altri ci hanno messo la faccia, dando un forte contributo alla lista facendo scattare i due consiglieri. Perché la vittoria è della lista e del partito e non solo di chi ha preso più voti. Si parla di Matteucci prossimo segretario, altra informazione strana, in quanto per poter essere segretario di partito devi avere determinate caratteristiche che Matteucci (politicamente parlando) non ha, un segretario dovrebbe cercare di unire le parti e non distaccarle maggiormente, un segretario deve aiutare la crescita del partito e non farlo regredire come sta accadendo attualmente all'IDV, che rischia di perdere una parte del partito che ha dato un forte contributo in tutti questi anni, per poi non considerare il fatto che avendo già incarichi di partito non dovrebbe accumulare altri incarichi altrimenti diventerebbe il classico politico che non dà spazio e crescita nel partito (ti lamenti che lo ha fatto il Dott. Filannino e poi non critichi la stessa posizione se fatta da Matteucci?) Lo accomuni a persone eccentriche religiose, ma ricordo che lui religioso non è".
Questo passaggio è quello su cui mi permetto di dissentire più fortemente dagli amici dell'Idv. Il mio obiettivo, nell'articolo sul congresso, era spiegare ai lettori la composizione del nuovo fronte maggioritario nel partito. Accennando una descrizione dei suoi principali esponenti. E avanzando l'ipotesi che Matteucci possa essere il nuovo segretario, non ho fatto altro che una previsione basata sul dato congressuale. Non è mio compito giudicare l'adeguatezza di Matteucci al compito. Questo, caso mai, è il dovere di ogni militante. Le azioni che voi rimproverate nel passato a Matteucci nel mio articolo sono sinteticamente definite come preparazione dell'attacco al Re, in termine scacchistici.
"Parli di vittoria schiacciante, appena 200 voti su 900 iscritti, (di cui 500 solo a Barletta) ma votanti circa 300, io la vedrei come un fallimento. Per non considerare il fatto che tutta la provincia non è rappresentata dimenticando due città importanti come quella di Andria e Bisceglie, senza rappresentanza nel direttivo; direttivo fatto da amici in modo tale da non poter avere problemi".
Torna il tema del tesseramento e del congresso. Gli iscritti dell'asse Dibenedetto-Matteucci-Sorrenti sono concentrati soprattutto nelle due città di Barletta e Canosa. Sbilanciare il tesseramento (e dunque gli organi direttivi) di un partito all'interno del territorio in questo modo avrà certamente ricadute pesanti. Un direttivo provinciale composto solo da Barlettani e Canosini potrà mai essere obiettivo e critico nei confronti dei segretari cittadini di Barletta e Canosa? Un capoluogo come Andria può essere assente da un congresso e da un direttivo?
"Nell'IDV attualmente c'è una situazione di stallo che ha sempre caratterizzato la conduzione del partito da parte della Sorrenti, troppo impegnata in altro dimenticandosi del partito a livello provinciale, non convocando per mesi una riunione provinciale, non rendicontando mai a nessuno senza far capire come sono spesi i soldi che ci sono (visti i 900 iscritti) e i soldi che possono arrivare dal livello regionale".
Qui sollevate un'altra questione spinosa, ma che è ormai nota a chi abbia esperienze di partito. La leva del tesseramento e le funzioni di tesoreria (non occorre evocare i fantasmi di Lusi e Belsito) sono il lato oscuro della vita dei partiti.
"Poi parli di soli due schieramenti senza sapere che sono tre; oltre ai due consiglieri ci sono altre anime nel partito che formano una terza parte, fatta di persone che si sono candidate e ci hanno messo la faccia prendendo voti e che hanno contribuito alla vittoria".
Cari amici, io ho descritto le due candidature e le due mozioni che si sono affrontate al congresso (provinciale per di più). Mi era ed è chiara la presenza di dissidenti rispetto a questo equilibrio. Pubblicare la vostra lettera è in questo senso un segnale di disponibilità a segnalare vostre future iniziative.
"Chi sa la storia dell'Italia dei Valori sa bene che quella vittoria è una vittoria (di Pirro) ottenuta con delle tessere di persone che non sapevano nemmeno cosa stessero facendo, e la maggior parte di queste portate da Dibenedetto, area alla quale appartiene Matteucci e la Sorrenti; persona (Dibenedetto) senza la quale non si starebbe nemmeno parlando di loro (Matteucci - Sorrenti)".
Questo l'incipit della missiva di Gissi e Borraccino. Solo due postille. La prima: credo che nel mio articolo emergesse chiaramente l'asse Dibenedetto-Matteucci-Sorrenti. I due militanti dell'Idv aggiungono che, a loro dire, il tesseramento più pesante provenga da Dibenedetto. La seconda: secondo i due lettori, come capita ormai sempre più spesso ai congressi di partito, molti tesserati erano del tutto inconsapevoli. Mala tempora currunt, vien da dire.
"In tanti anni di appartenenza all'IDV non abbiamo mai visto tutte quelle persone partecipare ad una sola riunione di partito, dare un contributo per la raccolta firme o per le tornate elettorali. Poi parlando con loro durante il congresso, molti hanno confermato di essere lì perché era stato chiesto loro un piacere. Anche se ci sono state dichiarazioni di astenersi al voto rivolte a queste persone, perché andavano a modificare gli equilibri interni di un partito che ha come simbolo la legalità e la trasparenza, ma che durante il congresso non è stata rispettata".
È un problema enorme. I congressi e i tesseramenti sono sempre stati oggetto di scontri accesi. La Seconda Repubblica però ci ha ormai abituato a partiti fisarmonica: che si gonfiano ai congressi e le cui sedi sono vuote, disabitate, abbandonate durante il resto dell'anno. E le decisioni sono prese da un pugno di dirigenti locali, con la copertura dei livelli superiori del partito. Non è solo un problema dell'Idv e non è questione di trasparenza. È un problema di tutti ed è un problema di democrazia.
"Poi se si conosce meglio la storia dell'IDV si sa che la persona citata (Avv. Cosimo Damiano Matteucci) non è la persona realmente descritta. Una persona che combatteva e non accettava il commissariamento regionale per poi chinarsi al volere del regionale per poter ottenere una poltrona dove sedere. Una persona che non si candida per l'IDV mentre gli altri ci hanno messo la faccia, dando un forte contributo alla lista facendo scattare i due consiglieri. Perché la vittoria è della lista e del partito e non solo di chi ha preso più voti. Si parla di Matteucci prossimo segretario, altra informazione strana, in quanto per poter essere segretario di partito devi avere determinate caratteristiche che Matteucci (politicamente parlando) non ha, un segretario dovrebbe cercare di unire le parti e non distaccarle maggiormente, un segretario deve aiutare la crescita del partito e non farlo regredire come sta accadendo attualmente all'IDV, che rischia di perdere una parte del partito che ha dato un forte contributo in tutti questi anni, per poi non considerare il fatto che avendo già incarichi di partito non dovrebbe accumulare altri incarichi altrimenti diventerebbe il classico politico che non dà spazio e crescita nel partito (ti lamenti che lo ha fatto il Dott. Filannino e poi non critichi la stessa posizione se fatta da Matteucci?) Lo accomuni a persone eccentriche religiose, ma ricordo che lui religioso non è".
Questo passaggio è quello su cui mi permetto di dissentire più fortemente dagli amici dell'Idv. Il mio obiettivo, nell'articolo sul congresso, era spiegare ai lettori la composizione del nuovo fronte maggioritario nel partito. Accennando una descrizione dei suoi principali esponenti. E avanzando l'ipotesi che Matteucci possa essere il nuovo segretario, non ho fatto altro che una previsione basata sul dato congressuale. Non è mio compito giudicare l'adeguatezza di Matteucci al compito. Questo, caso mai, è il dovere di ogni militante. Le azioni che voi rimproverate nel passato a Matteucci nel mio articolo sono sinteticamente definite come preparazione dell'attacco al Re, in termine scacchistici.
"Parli di vittoria schiacciante, appena 200 voti su 900 iscritti, (di cui 500 solo a Barletta) ma votanti circa 300, io la vedrei come un fallimento. Per non considerare il fatto che tutta la provincia non è rappresentata dimenticando due città importanti come quella di Andria e Bisceglie, senza rappresentanza nel direttivo; direttivo fatto da amici in modo tale da non poter avere problemi".
Torna il tema del tesseramento e del congresso. Gli iscritti dell'asse Dibenedetto-Matteucci-Sorrenti sono concentrati soprattutto nelle due città di Barletta e Canosa. Sbilanciare il tesseramento (e dunque gli organi direttivi) di un partito all'interno del territorio in questo modo avrà certamente ricadute pesanti. Un direttivo provinciale composto solo da Barlettani e Canosini potrà mai essere obiettivo e critico nei confronti dei segretari cittadini di Barletta e Canosa? Un capoluogo come Andria può essere assente da un congresso e da un direttivo?
"Nell'IDV attualmente c'è una situazione di stallo che ha sempre caratterizzato la conduzione del partito da parte della Sorrenti, troppo impegnata in altro dimenticandosi del partito a livello provinciale, non convocando per mesi una riunione provinciale, non rendicontando mai a nessuno senza far capire come sono spesi i soldi che ci sono (visti i 900 iscritti) e i soldi che possono arrivare dal livello regionale".
Qui sollevate un'altra questione spinosa, ma che è ormai nota a chi abbia esperienze di partito. La leva del tesseramento e le funzioni di tesoreria (non occorre evocare i fantasmi di Lusi e Belsito) sono il lato oscuro della vita dei partiti.
"Poi parli di soli due schieramenti senza sapere che sono tre; oltre ai due consiglieri ci sono altre anime nel partito che formano una terza parte, fatta di persone che si sono candidate e ci hanno messo la faccia prendendo voti e che hanno contribuito alla vittoria".
Cari amici, io ho descritto le due candidature e le due mozioni che si sono affrontate al congresso (provinciale per di più). Mi era ed è chiara la presenza di dissidenti rispetto a questo equilibrio. Pubblicare la vostra lettera è in questo senso un segnale di disponibilità a segnalare vostre future iniziative.