Ancora scontro tra la Buzzi Unicem e il Movimento Legge Rifiuti Zero
I referenti rispondono ad alcune perplessità sul recente meeting
giovedì 4 dicembre 2014
«Il successo del Meeting internazionale contro l'incenerimento dei rifiuti è oramai un fatto assodato. Barletta per due giorni è diventata l'epicentro di un vasto movimento internazionale a difesa dei diritti alla salute dei cittadini e alla protezione dell'ambiente, ambiente che, oggi più che mai, qualcuno cerca di svendere in nome dei profitti di una ristretta corte di aziende e multinazionali lasciate libere di devastare interi territori». Scrivono in un comunicato a quattro mani Sabrina Salerno e Alessandro Zagaria, referenti a Barletta del Movimento Legge Rifiuti Zero, che tornano a discutere su alcuni temi controversi, quali la tutela della salute alla luce della situazione della cementeria, così come illustrato nel meeting dedicato al tema della lotta contro l'incenerimento dei rifiuti, commentando una lettera inviata loro dalla cementeria Buzzi Unicem di Barletta.
«L'altissima partecipazione alle sedute del convegno - scrivono i due firmatari nella loro nota - sono un chiaro segnale che classe politica ed industriali farebbero meglio a tenere a mente; l'alternativa a una gestione fallimentare dei rifiuti, la strategia rifiuti zero, esiste, funziona, ed è l'unica soluzione capace di porre un freno al disastro ambientale che stiamo vivendo. L'unica giustificazione per la non adozione della strategia rifiuti zero evidentemente è la preservazione di quel sistema di interessi e profitti dove aziende incuranti del bene comune e amministrazioni quanto meno compiacenti si incontrano. Sempre più cittadini si stanno rendendo conto della necessità per il bene di tutti di rompere con l'attuale stato di cose e cambiare questo paradigma che non ha alcuna ragion d'essere e che si dimostrerà catastrofico se gli si permetterà di perdurare».
«Come organizzatori del meeting non possiamo che essere soddisfatti del risultato insperato e di aver finalmente fatto un passo importante verso il cambiamento proprio qui nella nostra città. D'altra parte non possiamo non registrare, in ambito locale, dei comportamenti quanto meno "anomali". Di fronte al successo dell'iniziativa, il cui impatto mediatico e partecipativo è rimbalzato da una parte all'altra dell'Europa, amministratori barlettani e aziende interessate sembrano essersi rinchiuse in un imbarazzatissimo, ed evidentemente mal sopportato silenzio. Certo, potremmo anche capire la penosa scenetta del non-intervento del sindaco Cascella al meeting; non ci aspettiamo che il primo cittadino, e quindi primo rappresentante di una città almeno a livello formale, si degni quanto meno di portare un saluto a un convegno a cui hanno partecipato decine di delegati da tutt'Italia e da tutta l'Europa, specie in questo periodo in cui è così impegnato a raffazzonare i cocci della sua sbandata maggioranza. Avrà avuto quindi certamente di meglio da fare che ascoltare quattro attivisti che casualmente avrebbero potuto dargli dei consigli utili non solo per la gestione dei rifiuti cittadini, ma anche per evitare che folle giustamente irritate, per usare un eufemismo, per i suoi aumenti della TARI stazionassero davanti ai suoi uffici».
Continuano ancora Zagaria e Salerno, riportando testualmente: «Ma quello che davvero non riusciamo a comprendere è come mai la prima reazione, a quanto ne sappiamo, della Buzzi Unicem sia stata l'invio di una missiva indirizzata personalmente a qualcuno degli organizzatori e dei relatori del meeting, in cui, a parer dell'azienda, si smontavano scientificamente alcune delle tesi riportate al convegno per ristabilire, sempre a parer loro, quella verità bistrattata dai soliti "ambientalisti" rabbiosi capaci solo di partorire facili slogan. D'altra parte, le obiezioni tecniche proposte della Buzzi in realtà si riferiscono a quanto è stato riportato, effettivamente in maniera imprecisa, da alcune testate giornalistiche, a cui è stata mandata una immediata rettifica proprio su quegli aspetti su cui l'azienda punta il dito e che evidentemente non ha avuto occasione di visionare».
«Ora, è scontato che l'argomento del meeting abbia chiamato direttamente in causa l'azienda e lo stabilimento di Barletta; ed è proprio questa la ragione per cui non capiamo perché la Buzzi si sia presa da una parte la briga di mandare rettifiche tecniche basate su articoli giornalistici a singoli privati che con quegli articoli non c'entravano alcunché, e dall'altra ha pensato bene di non mandare nessun proprio rappresentante al convegno; la Buzzi quindi non sa assolutamente niente di quel che è stato fatto al meeting, se non attraverso resoconti esterni, ma si concede comunque un diritto di replica. Certo, è un suo diritto farlo, come chiunque ha il sacrosanto diritto, fino a un certo punto ovviamente, di parlare a vanvera. Ma l'aspetto che più ci preoccupa di questa ambigua reazione è lo sforzo da parte dell'azienda di mantenere il tutto nell'ambito privato. Se l'azienda ha ritenuto gli articoli incriminati fuorvianti e dannosi per la sua immagine, perché non ha prodotto una risposta pubblica? Se l'azienda sente l'esigenza di ristabilire i termini della sua "verità" in merito alle pratiche di incenerimento dei rifiuti nei suoi stabilimenti, perché ha contattato privatamente singoli cittadini e non ha, di nuovo, prodotto una risposta pubblica?».
«Abbiamo la vaga impressione - riportano Zagaria e Salerno scrivendo questa lunga nota - che la Buzzi Unicem non sia particolarmente predisposta a esporre pubblicamente la natura e le modalità delle sue pratiche, ma vorremmo ricordare che bruciare rifiuti negli impianti di produzione del cemento non è una mera procedura che inizia e finisce in azienda, o che riguarda solo le strutture aziendali come una qualsiasi direttiva aziendale interna, ma coinvolge tutti i cittadini presenti sul territorio dove lo stabilimento opera. Se la Buzzi quindi ritiene che si siano esposti dati e teorie sbagliate al nostro meeting, non solo è un suo diritto, ma è un suo irrevocabile dovere esporre il tutto alla cittadinanza e ai territori coinvolti, perché le sue pratiche aziendali riguardano tutti. Il porre tutta la questione sotto il cappello del rapporto privato tradisce forse la volontà dell'azienda di smarcarsi dalla necessità di un confronto pubblico? Forse la Buzzi preferisce che non si parli del tutto di incenerimento dei rifiuti?oppure questo suo modo di agire non cela piuttosto un intento intimidatorio?».
«In merito alle obiezioni tecniche prodotte (a cui alcuni relatori citati hanno già risposto all'azienda) noi siamo assolutamente convinti della correttezza scientifica e metodologica dei relatori invitati al convegno; se si fosse fermato al Meeting ad ascoltare attentamente i relatori, su queste posizioni oggi si troverebbe anche il Sindaco Cascella invece di continuare ad eludere il problema. Ma se l'azienda ha dei rilievi da fare, e visto il carattere, ripetiamolo ancora una volta, collettivo della questione - concludono i due firmatari della nota - non ci resta che invitare i dirigenti della Buzzi Unicem ad organizzare un confronto pubblico, trasparente, e aperto a tutti, in cui possano intervenire e aver modo di parlare nel merito delle questioni davanti ai diretti interessati quegli stessi relatori messi in discussione dell'azienda».
«L'altissima partecipazione alle sedute del convegno - scrivono i due firmatari nella loro nota - sono un chiaro segnale che classe politica ed industriali farebbero meglio a tenere a mente; l'alternativa a una gestione fallimentare dei rifiuti, la strategia rifiuti zero, esiste, funziona, ed è l'unica soluzione capace di porre un freno al disastro ambientale che stiamo vivendo. L'unica giustificazione per la non adozione della strategia rifiuti zero evidentemente è la preservazione di quel sistema di interessi e profitti dove aziende incuranti del bene comune e amministrazioni quanto meno compiacenti si incontrano. Sempre più cittadini si stanno rendendo conto della necessità per il bene di tutti di rompere con l'attuale stato di cose e cambiare questo paradigma che non ha alcuna ragion d'essere e che si dimostrerà catastrofico se gli si permetterà di perdurare».
«Come organizzatori del meeting non possiamo che essere soddisfatti del risultato insperato e di aver finalmente fatto un passo importante verso il cambiamento proprio qui nella nostra città. D'altra parte non possiamo non registrare, in ambito locale, dei comportamenti quanto meno "anomali". Di fronte al successo dell'iniziativa, il cui impatto mediatico e partecipativo è rimbalzato da una parte all'altra dell'Europa, amministratori barlettani e aziende interessate sembrano essersi rinchiuse in un imbarazzatissimo, ed evidentemente mal sopportato silenzio. Certo, potremmo anche capire la penosa scenetta del non-intervento del sindaco Cascella al meeting; non ci aspettiamo che il primo cittadino, e quindi primo rappresentante di una città almeno a livello formale, si degni quanto meno di portare un saluto a un convegno a cui hanno partecipato decine di delegati da tutt'Italia e da tutta l'Europa, specie in questo periodo in cui è così impegnato a raffazzonare i cocci della sua sbandata maggioranza. Avrà avuto quindi certamente di meglio da fare che ascoltare quattro attivisti che casualmente avrebbero potuto dargli dei consigli utili non solo per la gestione dei rifiuti cittadini, ma anche per evitare che folle giustamente irritate, per usare un eufemismo, per i suoi aumenti della TARI stazionassero davanti ai suoi uffici».
Continuano ancora Zagaria e Salerno, riportando testualmente: «Ma quello che davvero non riusciamo a comprendere è come mai la prima reazione, a quanto ne sappiamo, della Buzzi Unicem sia stata l'invio di una missiva indirizzata personalmente a qualcuno degli organizzatori e dei relatori del meeting, in cui, a parer dell'azienda, si smontavano scientificamente alcune delle tesi riportate al convegno per ristabilire, sempre a parer loro, quella verità bistrattata dai soliti "ambientalisti" rabbiosi capaci solo di partorire facili slogan. D'altra parte, le obiezioni tecniche proposte della Buzzi in realtà si riferiscono a quanto è stato riportato, effettivamente in maniera imprecisa, da alcune testate giornalistiche, a cui è stata mandata una immediata rettifica proprio su quegli aspetti su cui l'azienda punta il dito e che evidentemente non ha avuto occasione di visionare».
«Ora, è scontato che l'argomento del meeting abbia chiamato direttamente in causa l'azienda e lo stabilimento di Barletta; ed è proprio questa la ragione per cui non capiamo perché la Buzzi si sia presa da una parte la briga di mandare rettifiche tecniche basate su articoli giornalistici a singoli privati che con quegli articoli non c'entravano alcunché, e dall'altra ha pensato bene di non mandare nessun proprio rappresentante al convegno; la Buzzi quindi non sa assolutamente niente di quel che è stato fatto al meeting, se non attraverso resoconti esterni, ma si concede comunque un diritto di replica. Certo, è un suo diritto farlo, come chiunque ha il sacrosanto diritto, fino a un certo punto ovviamente, di parlare a vanvera. Ma l'aspetto che più ci preoccupa di questa ambigua reazione è lo sforzo da parte dell'azienda di mantenere il tutto nell'ambito privato. Se l'azienda ha ritenuto gli articoli incriminati fuorvianti e dannosi per la sua immagine, perché non ha prodotto una risposta pubblica? Se l'azienda sente l'esigenza di ristabilire i termini della sua "verità" in merito alle pratiche di incenerimento dei rifiuti nei suoi stabilimenti, perché ha contattato privatamente singoli cittadini e non ha, di nuovo, prodotto una risposta pubblica?».
«Abbiamo la vaga impressione - riportano Zagaria e Salerno scrivendo questa lunga nota - che la Buzzi Unicem non sia particolarmente predisposta a esporre pubblicamente la natura e le modalità delle sue pratiche, ma vorremmo ricordare che bruciare rifiuti negli impianti di produzione del cemento non è una mera procedura che inizia e finisce in azienda, o che riguarda solo le strutture aziendali come una qualsiasi direttiva aziendale interna, ma coinvolge tutti i cittadini presenti sul territorio dove lo stabilimento opera. Se la Buzzi quindi ritiene che si siano esposti dati e teorie sbagliate al nostro meeting, non solo è un suo diritto, ma è un suo irrevocabile dovere esporre il tutto alla cittadinanza e ai territori coinvolti, perché le sue pratiche aziendali riguardano tutti. Il porre tutta la questione sotto il cappello del rapporto privato tradisce forse la volontà dell'azienda di smarcarsi dalla necessità di un confronto pubblico? Forse la Buzzi preferisce che non si parli del tutto di incenerimento dei rifiuti?oppure questo suo modo di agire non cela piuttosto un intento intimidatorio?».
«In merito alle obiezioni tecniche prodotte (a cui alcuni relatori citati hanno già risposto all'azienda) noi siamo assolutamente convinti della correttezza scientifica e metodologica dei relatori invitati al convegno; se si fosse fermato al Meeting ad ascoltare attentamente i relatori, su queste posizioni oggi si troverebbe anche il Sindaco Cascella invece di continuare ad eludere il problema. Ma se l'azienda ha dei rilievi da fare, e visto il carattere, ripetiamolo ancora una volta, collettivo della questione - concludono i due firmatari della nota - non ci resta che invitare i dirigenti della Buzzi Unicem ad organizzare un confronto pubblico, trasparente, e aperto a tutti, in cui possano intervenire e aver modo di parlare nel merito delle questioni davanti ai diretti interessati quegli stessi relatori messi in discussione dell'azienda».