«Amo troppo Barletta»

Una chiacchierata con lo scultore Paolo Desario. «Sto progettando una scultura in onore delle vittime del crollo»

domenica 11 novembre 2012 10.04
A cura di Tommaso Francavilla
Il prof. Paolo Desario nasce a Barletta nel 1953. Ha conseguito il diploma del Liceo Artistico Statale di Bari e dell'Accademia di Belle Arti alla scuola di scultura di Amerigo Tot. Dal 1978 ha insegnato figura ed ornato modellato nei licei artistici Statali del nord Italia. Attualmente insegna discipline plastiche presso l'Istituto d'Arte di Corato. Lo incontro nel suo laboratorio, pieno di opere e vita, in un pomeriggio autunnale che cede il passo alla sera.

Perché ha scelto la scultura per esprimersi?
«Per entrare nella forma, utilizzando la terza dimensione, piuttosto che la bidimensionalità della pittura».

Cosa la ispira?
«Mi ispira la voglia di entrare nella forma solida e figurativa. Per me, la scultura deve essere emozione, che prevale sulla creatività. E' essenziale emozionarsi, mentre si lavora».

Lei lavora in solitudine?
«Scultori ed artisti hanno quasi sempre lavorato in solitudine. Infatti, gli scultori non hanno mai fatto parte di correnti artistiche».

Quali sono i suoi soggetti preferiti?
«Il torso femminile, poiché il corpo femminile ha una sensualità che nel corpo maschile è assente».

Cosa c'è di antico nel suo modo di scolpire?
«Ci sono le citazioni dei miei maestri dell'Accademia delle Belle Arti: il prof. Amerigo Tot, scultore di fama internazionale, che mi ha fatto conoscere la vera scultura, e il prof. Vito Pancella, deceduto prematuramente».

Cosa contengono le sue opere?
«L'amore per la donna e per il sociale, infatti ho dedicato una mia scultura alla Shoah, in particolare a Shlomo Venezia. La scultura, che ha visto il plauso del prof. Luigi Di Cuonzo, si trova presso l'"Archivio della memoria" del castello di Barletta e sarà esposta presso "Museo della Memoria" di Roma».

I suoi stati d'animo influiscono sull'opera finale?
«Certo, sebbene io creda che le opere non andrebbero mai terminate, ma coperte, e scoperte con nuovi occhi. Questa è la bellezza della scultura e della pittura».

L'opera d'arte va celebrata o studiata?
«Va analizzata, indirettamente studiata. I miei torsi femminili sono studiati attraverso l'analisi strutturale dell'immagine figurativa. Mi baso sulla linea del corpo».

Lei si sente stimato a Barletta?
«Forse si, specialmente dopo l'inaugurazione del monumento dedicato alle vittime del lavoro (foto 1). Con quella scultura, ho espresso i miei sentimenti verso tutti gli invalidi e vittime del lavoro».

Tra artisti c'è stima?
Non c'è molta stima tra gli artisti, spesso c'è invidia e gelosia, di cui sono stato oggetto.

Riesce a vivere di arte?
«No, sebbene abbia partecipato a tante mostre e molte mie opere siano ovunque, vivo del mio stipendio di professore. Non sono un "traffichino". Per molti anni, non ho partecipato a mostre, poi, c'è stato un periodo di mostre collettive. L'ultima mia mostra personale risale al 1981, sebbene io abbia molte opere a disposizione».

Cosa ci sarà nel suo futuro?
«Ci sarà il tempo. Se il tempo e l'età me lo permetteranno, farò qualcosa per la città. Sto progettando una scultura in onore delle vittime del crollo di via Roma, per ora ho preparato il modello in legno (foto 12). Inoltre, medito di donare tutte le mie opere alla città, amo troppo Barletta, altrimenti non sarei tornato dal nord Italia, dove lavoravo, ed ero già conosciuto».


Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Paolo Desario © Tommaso Francavilla
Opere pubbliche e private:
1979 Monumento all Ing. "V. Calace" (bronzo) – Bisceglie; 1983 "La vita e la morte" (bronzo) – Cappella G. Vaccariello – Cimitero Barletta; 1992 Monumento a "Totò" (cemento) con la collaborazione di A. Moscariello – Bellizzi (SA); 1994 "Liberazione della morte" (bronzo) Cappella Gargano – Cimitero Barletta; 1995 "Angelo reggi candelabro" (bronzo) – Gallipoli (LE); 1997 Monumento per il 50° anniversario S.G. Leopardi (bronzo) – San Ferdinando di Puglia (FG); 1998 "Angelo reggi candelabro" (bronzo) – Chiesa Madonna di Costantinopoli – Bisceglie; 2000 "Morte e resurrezione" (resina) – Chiesa Sacro Cuore – San Ferdinando di Puglia (FG); 2004 Monumento agli invalidi e vittime sul lavoro (bronzo) – Barletta.

Mostre collettive e rassegne nazionali ed internazionali:
1974 Mostra Nazionale IV Trofeo "Magna Grecia" – Taranto; 1974 I Mostra Nazionale "Agosto Rotendellese" – Rotondella (MT); 1974 "Le maschere nell'arte" – Polignano a Mare (BA); 1978-1979-1982 Galleria d'Arte Golia personale – Barletta; 1980-1982-1983 Galleria comunale "Curci" IV-V-VII premio "De Nittis" – Barletta; 1981 Palazzo "Cà dei ricchi" collettiva – Treviso; 1989-1990-1991-1992 "Mostra Internazionale Annuale d'Arte Contemporanea" II-III-IV-V edizione; 1995 Terza Biennale d'Arte Sacra – Incoronata (FG); 1998 Reperti d'arte "Archeomoderni" Centro Artivisive Koinè – Apricena (FG); 1999 "Arte e Artigianato" – Terlizzi; 2003-2004 Rassegna Arte Sacra V-VI edizione – Barletta; 2004 Rassegna d'Arte Contemporanea X edizione – Barletta; 2005 "Mutamenti Contemporanei" Galleria d'arte Artissima 35 – Barletta; 2006 "Sembianze umane" Art Gallery Noir – Bisceglie (BA); 2007 Il De Nittis Culture a confronto Biennale IV edizione – Trani, Barletta; 2007 "Sezioni ad Arte" Monastero Santa Maria di Colonna – Trani/Palazzo Ducale – Martina Franca (TA)