Alternanza scuola-lavoro, agli studenti di Barletta non piace
L'Unione degli Studenti Barletta critica i nuovi dettami della riforma "Buona Scuola"
martedì 21 febbraio 2017
"Tra i cambiamenti apportati al sistema scolastico dalla legge 107, la Buona Scuola, l'introduzione dell'alternanza scuola-lavoro è sicuramente uno dei più critici"- inizia Elisabetta Dibitonto, coordinatrice dell'Unione degli Studenti Barletta - "Gli studenti, dal 2015, manifestano continuando a gridare che quella riforma non gli appartiene, che svilisce l'idea stessa di scuola come luogo di formazione. Dopo due anni non è cambiato niente, anzi, si può dire che la situazione sia peggiorata: prima il patto "Campioni dell'Alternanza" stretto tra il Miur, Fiat Chrysler, McDonald's e Banco di Napoli, poi la più recente discussione sulle ultime deleghe della legge (tra l'altro discusse senza aver coinvolto le associazioni studentesche).
Tra queste, la delega sulla valutazione riforma l'esame di maturità eliminando il percorso orale interdisciplinare (la "tesina"), rimpiazzandolo con un percorso basato sulla propria esperienza di alternanza scuola lavoro. Questa modifica presenta non poche criticità: infatti, quando l'anno scorso i primi studenti hanno partecipato ai percorsi di alternanza scuola lavoro, hanno riscontrato che questi non sono per niente attinenti al percorso di studio scelto, che le ore di alternanza sottraggono tempo sia allo studio che all'orario curriculare, essendo gli studenti costretti a recarsi a scuola anche il pomeriggio per svariate ore; che molto spesso si è costretti a sostenere delle spese (trasporti o materiali che servono per il percorso) che non vengono rimborsate; e che le mansioni che si svolgono nelle ore di alternanza non hanno nessun obiettivo finalizzato alla formazione dello studente. Dato questo, si pone un grande problema: uno studente che al colloquio di maturità verrà interrogato sul proprio percorso di alternanza, dovrà sul serio rispondere descrivendo la propria esperienza nel servire hamburger o fare delle fotocopie?".
"Come studenti che in prima persona stanno vivendo l'alternanza scuola lavoro, pensiamo che questa debba essere organizzata in modo differente: innanzitutto, tutelando i diritti degli studenti anche nell'ambito lavorativo, e permettendogli anche di poter prendere parte alla costruzione dei progetti di alternanza che andranno a sostenere, che dovranno essere conformi al piano di offerta formativa della propria scuola"- continua Giuseppe Sguera, responsabile dell'Unione Degli Studenti Barletta -"inoltre crediamo che non sia assolutamente accettabile che le nostre scuole stringano patti con delle aziende private in cambio di finanziamenti: la nostra scuola è pubblica e noi studenti non siamo una merce che può essere scambiata per denaro".
"Per questo"- Conclude Andrea Rotondo dell'Unione degli Studenti Barletta - "Il 20 febbraio abbiamo lanciato la campagna regionale "Io non faccio opraio", che riprende, sfruttando una narrazione irriverente, la nostra denuncia sull'alternanza scuola lavoro: i soggetti in formazione non sono operai. Pertanto nello stesso giorno saranno lanciate delle proposte sulla legge regionale sull'alternanza scuola lavoro, che prevedono l'introduzione dello Statuto degli Studenti e Delle Studentesse in Alternanza e del Codice Etico dell'Alternanza Scuola Lavoro. Vogliamo un'alternanza formativa, non vogliamo essere sfruttati".
Tra queste, la delega sulla valutazione riforma l'esame di maturità eliminando il percorso orale interdisciplinare (la "tesina"), rimpiazzandolo con un percorso basato sulla propria esperienza di alternanza scuola lavoro. Questa modifica presenta non poche criticità: infatti, quando l'anno scorso i primi studenti hanno partecipato ai percorsi di alternanza scuola lavoro, hanno riscontrato che questi non sono per niente attinenti al percorso di studio scelto, che le ore di alternanza sottraggono tempo sia allo studio che all'orario curriculare, essendo gli studenti costretti a recarsi a scuola anche il pomeriggio per svariate ore; che molto spesso si è costretti a sostenere delle spese (trasporti o materiali che servono per il percorso) che non vengono rimborsate; e che le mansioni che si svolgono nelle ore di alternanza non hanno nessun obiettivo finalizzato alla formazione dello studente. Dato questo, si pone un grande problema: uno studente che al colloquio di maturità verrà interrogato sul proprio percorso di alternanza, dovrà sul serio rispondere descrivendo la propria esperienza nel servire hamburger o fare delle fotocopie?".
"Come studenti che in prima persona stanno vivendo l'alternanza scuola lavoro, pensiamo che questa debba essere organizzata in modo differente: innanzitutto, tutelando i diritti degli studenti anche nell'ambito lavorativo, e permettendogli anche di poter prendere parte alla costruzione dei progetti di alternanza che andranno a sostenere, che dovranno essere conformi al piano di offerta formativa della propria scuola"- continua Giuseppe Sguera, responsabile dell'Unione Degli Studenti Barletta -"inoltre crediamo che non sia assolutamente accettabile che le nostre scuole stringano patti con delle aziende private in cambio di finanziamenti: la nostra scuola è pubblica e noi studenti non siamo una merce che può essere scambiata per denaro".
"Per questo"- Conclude Andrea Rotondo dell'Unione degli Studenti Barletta - "Il 20 febbraio abbiamo lanciato la campagna regionale "Io non faccio opraio", che riprende, sfruttando una narrazione irriverente, la nostra denuncia sull'alternanza scuola lavoro: i soggetti in formazione non sono operai. Pertanto nello stesso giorno saranno lanciate delle proposte sulla legge regionale sull'alternanza scuola lavoro, che prevedono l'introduzione dello Statuto degli Studenti e Delle Studentesse in Alternanza e del Codice Etico dell'Alternanza Scuola Lavoro. Vogliamo un'alternanza formativa, non vogliamo essere sfruttati".