Alfarano: «S'intervenga subito! La salute è un diritto»
Il consigliere regionale interviene sul drammatico caso della bimba di Barletta. Denuncia l'eccessiva lentezza della burocrazia
sabato 18 settembre 2010
«Non è possibile che anche dinanzi ad un'emergenza ci si debba scontrare con la lentezza della burocrazia».
Il consigliere regionale PdL Giovanni Alfarano si riferisce al drammatico caso che ha coinvolto una famiglia di Barletta con a carico una bambina di otto anni affetta, sin dalla nascita, da sindrome di West e da Oloprosencefalia lobare e, pertanto, impossibilitata a masticare e deglutire.
La bimba può nutrirsi soltanto di omogeneizzati ed è per questo che il servizio sanitario regionale, mediante la ASL di competenza (quella della provincia di Barletta – Andria – Trani), garantiva alla famiglia barlettana l'alimento.
Dal 2010, il prodotto è stato negato perchè la dispensazione di omogeneizzati non rientra nel "registro nazionale degli alimenti".
Oggi, i familiari, con una lettera, chiedono aiuto al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola ed al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
«Appresa la notizia – spiega Alfarano – mi sono subito mobilitato affinchè si potessero recepire tutte le informazioni possibili, utili, a far chiarezza sul caso. Tentativo vano – prosegue il consigliere regionale e comunale della città di Barletta – perchè contattata la segreteria del Ministero della Salute si è innescato un giro notevole di chiamate che nulla ha prodotto. Tutti i responsabili sanitari contattati, puntualmente, giravano la chiamata ad altri loro colleghi».
«Il richiamo è al buon senso – denuncia Alfarano. Dinanzi a patologie così gravi, dovrebbero spianarsi le porte di un aiuto da parte di tutti gli organi preposti e competenti ed invece sembra quasi si scenda dalle nuvole. Se il problema è che gli omogeneizzati non rientrano più nel registro nazionale degli alimenti, si reinseriscano, perchè in Italia ci sono casi di gente affetta da malattie che costringono l'ammalato all'esclusiva consumazione di tali alimenti. Non sempre, noi politici del territorio, siamo in possesso delle giuste armi per risolvere i problemi – conclude il consigliere regionale – ma è giusto che ci si attivi subito affinchè chi è addetto o chi si occupa del servizio sanitario, recepito l'allarme, possa garantire al cittadino quello che è un proprio e legittimo diritto: la salute pubblica».
Il consigliere regionale PdL Giovanni Alfarano si riferisce al drammatico caso che ha coinvolto una famiglia di Barletta con a carico una bambina di otto anni affetta, sin dalla nascita, da sindrome di West e da Oloprosencefalia lobare e, pertanto, impossibilitata a masticare e deglutire.
La bimba può nutrirsi soltanto di omogeneizzati ed è per questo che il servizio sanitario regionale, mediante la ASL di competenza (quella della provincia di Barletta – Andria – Trani), garantiva alla famiglia barlettana l'alimento.
Dal 2010, il prodotto è stato negato perchè la dispensazione di omogeneizzati non rientra nel "registro nazionale degli alimenti".
Oggi, i familiari, con una lettera, chiedono aiuto al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola ed al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
«Appresa la notizia – spiega Alfarano – mi sono subito mobilitato affinchè si potessero recepire tutte le informazioni possibili, utili, a far chiarezza sul caso. Tentativo vano – prosegue il consigliere regionale e comunale della città di Barletta – perchè contattata la segreteria del Ministero della Salute si è innescato un giro notevole di chiamate che nulla ha prodotto. Tutti i responsabili sanitari contattati, puntualmente, giravano la chiamata ad altri loro colleghi».
«Il richiamo è al buon senso – denuncia Alfarano. Dinanzi a patologie così gravi, dovrebbero spianarsi le porte di un aiuto da parte di tutti gli organi preposti e competenti ed invece sembra quasi si scenda dalle nuvole. Se il problema è che gli omogeneizzati non rientrano più nel registro nazionale degli alimenti, si reinseriscano, perchè in Italia ci sono casi di gente affetta da malattie che costringono l'ammalato all'esclusiva consumazione di tali alimenti. Non sempre, noi politici del territorio, siamo in possesso delle giuste armi per risolvere i problemi – conclude il consigliere regionale – ma è giusto che ci si attivi subito affinchè chi è addetto o chi si occupa del servizio sanitario, recepito l'allarme, possa garantire al cittadino quello che è un proprio e legittimo diritto: la salute pubblica».