Al via le riprese di "Triangle", documentario sul crollo di via Roma
La regista Costanza Quatriglio collega la tragedia di Barletta all'incendio della Triangle Weist Company. Le riprese dureranno sino al 16 dicembre
martedì 4 dicembre 2012
3 ottobre 2011, una data rimasta nella memoria. Il crollo di via Roma diventa adesso anche documentario. A partire da oggi la città di Barletta ospita le riprese di "Triangle" di Costanza Quatriglio, documentario coprodotto da Factory Film - Cinecittà Luce, patrocinato dalla CGIL e sostenuto da Apulia Film Commission, le cui riprese esterne nella città della Disfida si protraranno per due settimane sino al 16 dicembre.
Il progetto filmico è incentrato sui diritti del lavoro e sulla dignità della persona: a cento anni dall'incendio della Triangle Weist Company, avvenuto a New York nel 1911, in cui morirono 146 operaie tessili che lavoravano in condizione di schiavitù, si continua a morire per mancanza di tutela e di diritti. A Barletta, nel 2011, quattro operaie muoiono sotto le macerie di una palazzina fatiscente: un maglificio occulto, donne pagate in nero, ricattate da una condizione di estremo bisogno, lavorano in una condizione di evidente pericolo pur di guadagnare meno di 4 euro l'ora. Il documentario tenderà il filo di questi cento anni intrecciando ieri e oggi, raccontando l'inferno del 1911 e quello del 2011, dando voce a chi c'era. Gli innumerevoli materiali d'archivio e le testimonianze raccolte negli anni successivi all'incendio del 1911 faranno da filo rosso a una narrazione tutta in soggettiva. L'io narrante si moltiplicherà: le donne raccontano quell'evento, ognuna dal suo punto di vista. Un poliedrico gioco di specchi ci porterà a vivere un dramma reiterato lungo un secolo di abusi. Diritti negati, dignità negata.
La regista, Costanza Quatriglio, ha da poco vinto il premio per il Miglior documentario al Festival del Cinema italiano di Madrid con "Terramatta", evento speciale ai Venice Days della 69ma Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto il premio "Civitas vitae". Il documentario, indicato dal sindacato Nazionale Critici Cinematografici Film della Critica 2012, ha vinto anche l'Efebo d'Argento. Oggi, la giovane e talentuosa regista si avvicina ad una tragedia che ha scosso Barletta intera, cercando di restituire, tramite la voce di un documentario, la verità di donne private dei loro diritti, per non sopirne la debolezza, l'ingiustizia subita.
Il progetto filmico è incentrato sui diritti del lavoro e sulla dignità della persona: a cento anni dall'incendio della Triangle Weist Company, avvenuto a New York nel 1911, in cui morirono 146 operaie tessili che lavoravano in condizione di schiavitù, si continua a morire per mancanza di tutela e di diritti. A Barletta, nel 2011, quattro operaie muoiono sotto le macerie di una palazzina fatiscente: un maglificio occulto, donne pagate in nero, ricattate da una condizione di estremo bisogno, lavorano in una condizione di evidente pericolo pur di guadagnare meno di 4 euro l'ora. Il documentario tenderà il filo di questi cento anni intrecciando ieri e oggi, raccontando l'inferno del 1911 e quello del 2011, dando voce a chi c'era. Gli innumerevoli materiali d'archivio e le testimonianze raccolte negli anni successivi all'incendio del 1911 faranno da filo rosso a una narrazione tutta in soggettiva. L'io narrante si moltiplicherà: le donne raccontano quell'evento, ognuna dal suo punto di vista. Un poliedrico gioco di specchi ci porterà a vivere un dramma reiterato lungo un secolo di abusi. Diritti negati, dignità negata.
La regista, Costanza Quatriglio, ha da poco vinto il premio per il Miglior documentario al Festival del Cinema italiano di Madrid con "Terramatta", evento speciale ai Venice Days della 69ma Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto il premio "Civitas vitae". Il documentario, indicato dal sindacato Nazionale Critici Cinematografici Film della Critica 2012, ha vinto anche l'Efebo d'Argento. Oggi, la giovane e talentuosa regista si avvicina ad una tragedia che ha scosso Barletta intera, cercando di restituire, tramite la voce di un documentario, la verità di donne private dei loro diritti, per non sopirne la debolezza, l'ingiustizia subita.