Al teatro Curci arriva l’Inferno di Pellisari
La danza acrobatica e fantastica ispirata alla Divina Commedia
sabato 6 marzo 2010
09.00
Dall'ideatore di Daimon, Nogravity e Comix un nuovo sorprendente progetto teatrale che mescola danza e rappresentazione onirica: l'Inferno.
Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini tratte dai più famosi canti danteschi. Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza, l'atletica circense e la mimica. Immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti come in un quadro di Bösch: Paolo e Francesca volano nel cielo, schiere di dannati cadono al suolo come foglie, i filosofi arabi galleggiano sospesi nel limbo, Minosse è immobile sospeso al soffitto. Angeli e diavoli si affrontano nello spazio in duelli virtuali. L'inferno é uno spazio teatrale dove si annulla la fisica della realtà e appare come in un sogno ad occhi aperti. Un incredibile viaggio nel mondo degli inferi attraverso sei danzatori acrobati che sfidano le leggi della fisica trasformando lo spazio teatrale in una nuova dimensione, quella del sogno. Una performance dove reale e virtuale si mescolano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti ispirate dai più famosi canti danteschi, recitati dall'indimenticabile voce di Vittorio Gassman: "La parola ha una capacità d'astrazione che nessuna altra forma espressiva è capace di eguagliare - dice il regista - con un solo versetto Dante è capace d'inventare un mondo intero che nemmeno un lungometraggio è in grado di rappresentare. Vogliamo perciò dire quel che Dante ha detto ma con un altro linguaggio: i personaggi ed i fatti danteschi sono innumerevoli ed in poco più di un'ora di tempo dovremo descrivere la geografia dell'immaginazione dantesca, offrendo al pubblico un portolano per una navigazione nelle acque del suo immaginario". Un'operazione condotta in un ambiente paradossale, crudelmente caravaggesco nella sua impostazione, dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza attraverso i costumi e le coreografie di Noemi Wolfsdorf e le musiche di Giuliano Lombardo (Sound designer) e Oscar Bonelli (Polistrumentista). Immagini straordinarie si materializzano così nel buio in
una carrellata senza sosta di effetti: schiere di dannati cadono al suolo come foglie, angeli e demoni si affrontano nello spazio scenico in duelli virtuali, anime nuotano nel limbo e, impazzite dal dolore, camminano sui muri e saltano sui soffitti. Ma ci sono anche anime dolci e struggenti come Paolo e Francesca i cui corpi si animano nell'aria, sciolti dai vincoli della gravità. In questo mondo dove il sopra e il sotto, l'alto e il basso sono aboliti, Minosse, sospeso a testa in giù, giudica i dannati mentre i diavoli giocano nell'aria. La strada dell'inferno è dura e lastricata di pericoli: Dante deve superare ponti rotti, aspre montagne e troverà l'aiuto inatteso del gigante Nimrod per l'ultimo grande sforzo. In fondo all'Inferno un gelido lago ghiacciato racchiude i corpi dei dannati di cui si intravedono braccia, gambe o solo teste che formano un puzzle metamorfico. Alla fine del viaggio Dante e Virgilio ascenderanno per una scala vivente fino a vedere la luce: dal mondo delle
Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini tratte dai più famosi canti danteschi. Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza, l'atletica circense e la mimica. Immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti come in un quadro di Bösch: Paolo e Francesca volano nel cielo, schiere di dannati cadono al suolo come foglie, i filosofi arabi galleggiano sospesi nel limbo, Minosse è immobile sospeso al soffitto. Angeli e diavoli si affrontano nello spazio in duelli virtuali. L'inferno é uno spazio teatrale dove si annulla la fisica della realtà e appare come in un sogno ad occhi aperti. Un incredibile viaggio nel mondo degli inferi attraverso sei danzatori acrobati che sfidano le leggi della fisica trasformando lo spazio teatrale in una nuova dimensione, quella del sogno. Una performance dove reale e virtuale si mescolano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti ispirate dai più famosi canti danteschi, recitati dall'indimenticabile voce di Vittorio Gassman: "La parola ha una capacità d'astrazione che nessuna altra forma espressiva è capace di eguagliare - dice il regista - con un solo versetto Dante è capace d'inventare un mondo intero che nemmeno un lungometraggio è in grado di rappresentare. Vogliamo perciò dire quel che Dante ha detto ma con un altro linguaggio: i personaggi ed i fatti danteschi sono innumerevoli ed in poco più di un'ora di tempo dovremo descrivere la geografia dell'immaginazione dantesca, offrendo al pubblico un portolano per una navigazione nelle acque del suo immaginario". Un'operazione condotta in un ambiente paradossale, crudelmente caravaggesco nella sua impostazione, dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza attraverso i costumi e le coreografie di Noemi Wolfsdorf e le musiche di Giuliano Lombardo (Sound designer) e Oscar Bonelli (Polistrumentista). Immagini straordinarie si materializzano così nel buio in
una carrellata senza sosta di effetti: schiere di dannati cadono al suolo come foglie, angeli e demoni si affrontano nello spazio scenico in duelli virtuali, anime nuotano nel limbo e, impazzite dal dolore, camminano sui muri e saltano sui soffitti. Ma ci sono anche anime dolci e struggenti come Paolo e Francesca i cui corpi si animano nell'aria, sciolti dai vincoli della gravità. In questo mondo dove il sopra e il sotto, l'alto e il basso sono aboliti, Minosse, sospeso a testa in giù, giudica i dannati mentre i diavoli giocano nell'aria. La strada dell'inferno è dura e lastricata di pericoli: Dante deve superare ponti rotti, aspre montagne e troverà l'aiuto inatteso del gigante Nimrod per l'ultimo grande sforzo. In fondo all'Inferno un gelido lago ghiacciato racchiude i corpi dei dannati di cui si intravedono braccia, gambe o solo teste che formano un puzzle metamorfico. Alla fine del viaggio Dante e Virgilio ascenderanno per una scala vivente fino a vedere la luce: dal mondo delle
tenebre nasce una grande stella pulsante a forma di fiore che s'illumina nel cielo.