Acquisizione palazzo Della Marra, il Comune risparmierà € 67.500 all’anno
Intervista all’assessore Caroppo: l’iter si chiude a settembre
mercoledì 6 agosto 2014
13.15
Dopo che il Consiglio Comunale scorso si è espresso favorevolmente riguardo al Piano di valorizzazione che prevede anche l'acquisizione da parte del Comune dello storico palazzo Della Marra, gioiello barocco della nostra città e sede della pinacoteca "G. De Nittis", Barlettaviva ha voluto approfondire l'argomento, rivolgendo qualche domanda all'assessore alle Politiche Culturali, Giusy Caroppo.
Il fatto è storico: lo stupendo palazzo Della Marra passerà dal possesso del Demanio al Comune di Barletta. In base al federalismo demaniale?
Il fatto è sicuramente storico, è vero… come lo è stato l'acquisto del Castello, 150 anni fa… ma allora il Comune dovette versare circa 30.000 lire, una cifra considerevole. Oggi, invece, Palazzo Della Marra sarà della città e della sua comunità a titolo non oneroso, ovvero gratuitamente, grazie alla messa a punto di un "programma di valorizzazione", redatto, peraltro, senza consulenze esterne. Forse, anche questo è un fatto storico, perché il risultato é stato raggiunto grazie ad un lavoro di staff, che ha visto coinvolti l'assessorato, la dirigente Santa Scommegna e gli uffici del settore cultura, con l'ausilio del settore demanio che ci ha fornito la documentazione catastale. Un progetto ritenuto eccellente dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, che - fatto davvero insolito - a soli pochi mesi dall'istanza ha riunito il tavolo tecnico per concludere l'iter.
Il passaggio di possesso avviene secondo la Legge n. 42 del 5 maggio 2009, relativa al federalismo fiscale, con cui si individuano i criteri che guidano i principi per l'attribuzione del patrimonio statale a titolo non oneroso a comuni, provincie, città metropolitane e regioni. Trattandosi però di un bene di interesse artistico, non sarebbe stata sufficiente la normativa sul federalismo demaniale, perché in questo caso il trasferimento avviene nell'ambito di "specifici accordi di valorizzazione" previsti dal Decreto Legislativo n. 85 del 28 maggio 2010, in attuazione dell'articolo 5, comma 5, in osservanza dell'ex art. 112, comma 4 del Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42. Ma al di la del tecnicismo normativo, la carta vincente per il raggiungimento dell'obiettivo è stata la qualità del progetto di valorizzazione, per la cui stesura è stato necessario mettere in campo competenze specifiche in materia di beni e attività culturali, gestione del patrimonio, oltre che di tipo strettamente amministrativo.
Quanto paga il Comune, come canone di locazione fino a cessione conclusa?
Come riportato nel programma di valorizzazione, nel 2006 fu stipulata una convenzione della durata di nove anni fra l'Amministrazione Comunale di Barletta e l'Agenzia del Demanio, in base alla quale il Palazzo Della Marra veniva destinato a sede della Pinacoteca "Giuseppe De Nittis" passando la gestione al Comune di Barletta che assumeva l'onere della manutenzione ordinaria e straordinaria con un canone da corrispondere all'Agenzia quale cauzione a garanzia dell'esatto adempimento degli obblighi di contratto; inoltre il Comune si impegnava a dotare l'immobile di impianto di video-sorveglianza. Attualmente l'importo è di € 67.500,00, stanziato annualmente nel Piano Esecutivo di Gestione. La convenzione venne stipulata al termine dei lavori ad opera della Soprintendenza per i Beni Architettonici della Puglia, eseguiti negli anni Settanta e poi ripresi nel 1992, sotto la direzione dell'architetto Marcello Benedettelli: un piano di recupero a cura dello Stato e non del Comune, realizzato sia sotto il profilo restaurativo che museale, con tutte le dotazioni impiantistiche strettamente connesse, vincolato alla destinazione d'uso ovvero a sede della Pinacoteca Giuseppe De Nittis.
Quali i prossimi passaggi per effettuare l'operazione?
L'iter si chiude ufficialmente il 18 settembre 2014, con la firma tra le parti coinvolte. Si rende obbligatoriamente definitiva questa destinazione: tutto ruota intorno a questa specifica funzione. Non si tratta di una caserma, di un immobile generico, ma di un bene di particolare pregio artistico con una funzione museale già individuata, mentre il Decreto del Fare attiene ad altra tipologia di immobili. Il programma è attento alla sostenibilità: ovvero dimostra ciò che il Comune è in grado di garantire per la manutenzione e la tutela del bene e per attività che dovrebbero muoversi "intorno" al bene. Un bene che abbiamo considerato già inserito in più sistemi: locale, per quanto riguarda l'aspetto economico (ogni voce di spesa è legata anche al Museo Civico ovvero al Castello) e di gestione, di "area vasta" per quanto concerne la promozione e le attività connesse. Quello che ho definito nelle Linee Programmatiche "Sistema Culturale e Turistico integrato" e che coinvolgerebbe anche altri siti, organizzazioni ed enti pubblici e privati, in una programmazione strutturata che spero possa realizzarsi a medio termine, auspico entro due anni. Come le Commissioni consiliari sanno, sto lavorando con grande impegno anche su altri fronti, specie per venire a capo dell'annosa questione di Canne della Battaglia.
Del contratto che scade nel 2015 non si sapeva molto e non era così scontato l'esito
Si deve dare atto che l'Amministrazione Cascella ama la trasparenza… Avremmo potuto tentare l'acquisizione e, se non fosse andata in porto, chissà, avremmo navigato a vista, come già accaduto anni fa. Invece no, una volta verificata la rischiosa scadenza, abbiamo sentito l'urgenza di intervenire al più presto - sacrificando, lo riconosco, l'auspicata "partecipazione". E l'esito, non solo non era scontato, ma i presupposti erano anche pessimistici: per ben due volte, nel 2011, in seguito all'entrata in vigore del D.Lgs 85/2010, la scorsa amministrazione aveva fatto istanza per l'acquisizione a titolo non oneroso del Palazzo, ma il Tavolo Tecnico fra MIBAC e Agenzia del Demanio aveva ritenuto "carente" delle necessarie linee strategiche il progetto di valorizzazione culturale proposto, rigettandolo. Questo risultato quindi, possiamo dirlo con orgoglio, è uno dei primi fiori all'occhiello di cui può fregiarsi interamente l'Amministrazione Cascella: un progetto ex novo che non ha nulla a che fare col passato.
Ci saranno delle condizioni?
L'unica condizione è portare a termine quanto garantito secondo il cronoprogramma formulato. Non ci saranno ulteriori oneri, comunque, in quanto il progetto è attento alla sostenibilità finanziaria. L'ideale sarebbe poter garantire un'integrazione economica sul fronte delle attività da svolgere, oggi veramente insufficiente se si volessero organizzare iniziative di grande respiro e per tutto l'anno, e credo sia opportuno ridurre le spese di manutenzione, guardia armata, utenze. Ma questo – sia ben chiaro - non è un problema soltanto del Palazzo della Marra, ma di tutti gli edifici pubblici. Occorrerà, in buona sostanza, pensare a una riduzione dei costi fissi per reinvestire nel tempo quelle risorse in attività da realizzare nei siti culturali, a partite proprio dalla Pinacoteca.
In cosa consisterà la "valorizzazione" di Palazzo Della Marra?
Per la valorizzazione, oltre che inserire il Museo in un sistema, mutuando il concetto di "museo diffuso" di cui Palazzo Della Marra diventerebbe il fulcro, vi è la necessità di avviare i servizi ausiliari, attivare una programmazione consapevole anche di carattere multidisciplinare, individuare la figura di direttore e conservatore (la prima, per ora, sarà ricoperta dalla dirigente Santa Scommegna), avviare la riqualificazione del giardino con il progetto offertoci dal FAI e candidato ai LUOGHI DEL CUORE, organizzare eventi multidisciplinari. E poi finalmente la riorganizzazione ed esposizione della Collezione secondo un progetto scientifico.
Il personale non è numericamente insufficiente?
Non essendo stati avviati i servizi ausiliari, attualmente il peso della custodia e accoglienza pesa esclusivamente sul personale interno (che purtroppo non è stato mai oggetto di corsi di formazione), sebbene i nostri collaboratori siano sempre disponibili ad andare oltre le mere incombenze in cui il loro ruolo li relegherebbe.
La mostra dell'intera collezione De Nittis occupa, dalla sua inaugurazione oltre un anno fa, tutti e due i piani: resterà a lungo? Ci sono mostre temporanee in previsione?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare disponibilità nella Professoressa Christine Sperken che con l'Università di Bari, lo scorso anno, ha offerto un progetto che potesse portare sui due piani la collezione, rispettando l'assetto "tematico" del secondo piano ma alleggerendolo di opere di pregio e mettendo fine ad alcune defaillance scientifiche (addirittura, nella permanente, era esposto un dipinto non di De Nittis). In questo caso ho sentito il dovere di fare il "tecnico": una collezione permanente deve avere un assetto cronologico, degli apparati scientifici, un rigore espositivo che vada oltre l'affastellamento delle opere… salvando il buono che si è fatto, specie nei primi anni della Pinacoteca, quando i budget a carico del Comune lo consentivano; credo che sia mancata proprio la valorizzazione della collezione in loco, nel suo contenitore d'eccellenza. A questo proposito, aspetto di valutare il progetto (sempre a cura della Professoressa Sperken che, non dimentichamolo mai, fu incaricata dalla Soprintendenza nello strutturare l'esposizione della collezione nel Museo Civico del Castello, poi trasferita al Della Marra con altri criteri) che ci è pervenuto a seguito del bando multidisciplinare. L'orientamento è quello di portare la collezione sui due piani lasciando comunque una porzione per mostre temporanee, magari sulla scorta di alcune operazioni attuali, ovvero quelle di far dialogare l'artista autoctono con opere che si ricollegano concettualmente, moderne o contemporanee, anche prese singolarmente e di gran pregio. In vista abbiamo una piccola ma preziosa mostra dedicata alla Disfida di Barletta, nella quale esporremo per la prima volta la vera spada di Ettore Fieramosca e le grafiche di Tommaso Minardi. Intanto il prossimo anno "La colazione in giardino" sarà nella più grande mostra dell'Expo, quella curata da Germano Celant alla Triennale di Milano: un excursus nella storia dell'arte, attraverso il tema del cibo: sarà un'occasione di marketing territoriale per Barletta e per il Palazzo Della Marra non indifferente… si stimano venti milioni di visitatori!
Il fatto è storico: lo stupendo palazzo Della Marra passerà dal possesso del Demanio al Comune di Barletta. In base al federalismo demaniale?
Il fatto è sicuramente storico, è vero… come lo è stato l'acquisto del Castello, 150 anni fa… ma allora il Comune dovette versare circa 30.000 lire, una cifra considerevole. Oggi, invece, Palazzo Della Marra sarà della città e della sua comunità a titolo non oneroso, ovvero gratuitamente, grazie alla messa a punto di un "programma di valorizzazione", redatto, peraltro, senza consulenze esterne. Forse, anche questo è un fatto storico, perché il risultato é stato raggiunto grazie ad un lavoro di staff, che ha visto coinvolti l'assessorato, la dirigente Santa Scommegna e gli uffici del settore cultura, con l'ausilio del settore demanio che ci ha fornito la documentazione catastale. Un progetto ritenuto eccellente dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, che - fatto davvero insolito - a soli pochi mesi dall'istanza ha riunito il tavolo tecnico per concludere l'iter.
Il passaggio di possesso avviene secondo la Legge n. 42 del 5 maggio 2009, relativa al federalismo fiscale, con cui si individuano i criteri che guidano i principi per l'attribuzione del patrimonio statale a titolo non oneroso a comuni, provincie, città metropolitane e regioni. Trattandosi però di un bene di interesse artistico, non sarebbe stata sufficiente la normativa sul federalismo demaniale, perché in questo caso il trasferimento avviene nell'ambito di "specifici accordi di valorizzazione" previsti dal Decreto Legislativo n. 85 del 28 maggio 2010, in attuazione dell'articolo 5, comma 5, in osservanza dell'ex art. 112, comma 4 del Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42. Ma al di la del tecnicismo normativo, la carta vincente per il raggiungimento dell'obiettivo è stata la qualità del progetto di valorizzazione, per la cui stesura è stato necessario mettere in campo competenze specifiche in materia di beni e attività culturali, gestione del patrimonio, oltre che di tipo strettamente amministrativo.
Quanto paga il Comune, come canone di locazione fino a cessione conclusa?
Come riportato nel programma di valorizzazione, nel 2006 fu stipulata una convenzione della durata di nove anni fra l'Amministrazione Comunale di Barletta e l'Agenzia del Demanio, in base alla quale il Palazzo Della Marra veniva destinato a sede della Pinacoteca "Giuseppe De Nittis" passando la gestione al Comune di Barletta che assumeva l'onere della manutenzione ordinaria e straordinaria con un canone da corrispondere all'Agenzia quale cauzione a garanzia dell'esatto adempimento degli obblighi di contratto; inoltre il Comune si impegnava a dotare l'immobile di impianto di video-sorveglianza. Attualmente l'importo è di € 67.500,00, stanziato annualmente nel Piano Esecutivo di Gestione. La convenzione venne stipulata al termine dei lavori ad opera della Soprintendenza per i Beni Architettonici della Puglia, eseguiti negli anni Settanta e poi ripresi nel 1992, sotto la direzione dell'architetto Marcello Benedettelli: un piano di recupero a cura dello Stato e non del Comune, realizzato sia sotto il profilo restaurativo che museale, con tutte le dotazioni impiantistiche strettamente connesse, vincolato alla destinazione d'uso ovvero a sede della Pinacoteca Giuseppe De Nittis.
Quali i prossimi passaggi per effettuare l'operazione?
L'iter si chiude ufficialmente il 18 settembre 2014, con la firma tra le parti coinvolte. Si rende obbligatoriamente definitiva questa destinazione: tutto ruota intorno a questa specifica funzione. Non si tratta di una caserma, di un immobile generico, ma di un bene di particolare pregio artistico con una funzione museale già individuata, mentre il Decreto del Fare attiene ad altra tipologia di immobili. Il programma è attento alla sostenibilità: ovvero dimostra ciò che il Comune è in grado di garantire per la manutenzione e la tutela del bene e per attività che dovrebbero muoversi "intorno" al bene. Un bene che abbiamo considerato già inserito in più sistemi: locale, per quanto riguarda l'aspetto economico (ogni voce di spesa è legata anche al Museo Civico ovvero al Castello) e di gestione, di "area vasta" per quanto concerne la promozione e le attività connesse. Quello che ho definito nelle Linee Programmatiche "Sistema Culturale e Turistico integrato" e che coinvolgerebbe anche altri siti, organizzazioni ed enti pubblici e privati, in una programmazione strutturata che spero possa realizzarsi a medio termine, auspico entro due anni. Come le Commissioni consiliari sanno, sto lavorando con grande impegno anche su altri fronti, specie per venire a capo dell'annosa questione di Canne della Battaglia.
Del contratto che scade nel 2015 non si sapeva molto e non era così scontato l'esito
Si deve dare atto che l'Amministrazione Cascella ama la trasparenza… Avremmo potuto tentare l'acquisizione e, se non fosse andata in porto, chissà, avremmo navigato a vista, come già accaduto anni fa. Invece no, una volta verificata la rischiosa scadenza, abbiamo sentito l'urgenza di intervenire al più presto - sacrificando, lo riconosco, l'auspicata "partecipazione". E l'esito, non solo non era scontato, ma i presupposti erano anche pessimistici: per ben due volte, nel 2011, in seguito all'entrata in vigore del D.Lgs 85/2010, la scorsa amministrazione aveva fatto istanza per l'acquisizione a titolo non oneroso del Palazzo, ma il Tavolo Tecnico fra MIBAC e Agenzia del Demanio aveva ritenuto "carente" delle necessarie linee strategiche il progetto di valorizzazione culturale proposto, rigettandolo. Questo risultato quindi, possiamo dirlo con orgoglio, è uno dei primi fiori all'occhiello di cui può fregiarsi interamente l'Amministrazione Cascella: un progetto ex novo che non ha nulla a che fare col passato.
Ci saranno delle condizioni?
L'unica condizione è portare a termine quanto garantito secondo il cronoprogramma formulato. Non ci saranno ulteriori oneri, comunque, in quanto il progetto è attento alla sostenibilità finanziaria. L'ideale sarebbe poter garantire un'integrazione economica sul fronte delle attività da svolgere, oggi veramente insufficiente se si volessero organizzare iniziative di grande respiro e per tutto l'anno, e credo sia opportuno ridurre le spese di manutenzione, guardia armata, utenze. Ma questo – sia ben chiaro - non è un problema soltanto del Palazzo della Marra, ma di tutti gli edifici pubblici. Occorrerà, in buona sostanza, pensare a una riduzione dei costi fissi per reinvestire nel tempo quelle risorse in attività da realizzare nei siti culturali, a partite proprio dalla Pinacoteca.
In cosa consisterà la "valorizzazione" di Palazzo Della Marra?
Per la valorizzazione, oltre che inserire il Museo in un sistema, mutuando il concetto di "museo diffuso" di cui Palazzo Della Marra diventerebbe il fulcro, vi è la necessità di avviare i servizi ausiliari, attivare una programmazione consapevole anche di carattere multidisciplinare, individuare la figura di direttore e conservatore (la prima, per ora, sarà ricoperta dalla dirigente Santa Scommegna), avviare la riqualificazione del giardino con il progetto offertoci dal FAI e candidato ai LUOGHI DEL CUORE, organizzare eventi multidisciplinari. E poi finalmente la riorganizzazione ed esposizione della Collezione secondo un progetto scientifico.
Il personale non è numericamente insufficiente?
Non essendo stati avviati i servizi ausiliari, attualmente il peso della custodia e accoglienza pesa esclusivamente sul personale interno (che purtroppo non è stato mai oggetto di corsi di formazione), sebbene i nostri collaboratori siano sempre disponibili ad andare oltre le mere incombenze in cui il loro ruolo li relegherebbe.
La mostra dell'intera collezione De Nittis occupa, dalla sua inaugurazione oltre un anno fa, tutti e due i piani: resterà a lungo? Ci sono mostre temporanee in previsione?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare disponibilità nella Professoressa Christine Sperken che con l'Università di Bari, lo scorso anno, ha offerto un progetto che potesse portare sui due piani la collezione, rispettando l'assetto "tematico" del secondo piano ma alleggerendolo di opere di pregio e mettendo fine ad alcune defaillance scientifiche (addirittura, nella permanente, era esposto un dipinto non di De Nittis). In questo caso ho sentito il dovere di fare il "tecnico": una collezione permanente deve avere un assetto cronologico, degli apparati scientifici, un rigore espositivo che vada oltre l'affastellamento delle opere… salvando il buono che si è fatto, specie nei primi anni della Pinacoteca, quando i budget a carico del Comune lo consentivano; credo che sia mancata proprio la valorizzazione della collezione in loco, nel suo contenitore d'eccellenza. A questo proposito, aspetto di valutare il progetto (sempre a cura della Professoressa Sperken che, non dimentichamolo mai, fu incaricata dalla Soprintendenza nello strutturare l'esposizione della collezione nel Museo Civico del Castello, poi trasferita al Della Marra con altri criteri) che ci è pervenuto a seguito del bando multidisciplinare. L'orientamento è quello di portare la collezione sui due piani lasciando comunque una porzione per mostre temporanee, magari sulla scorta di alcune operazioni attuali, ovvero quelle di far dialogare l'artista autoctono con opere che si ricollegano concettualmente, moderne o contemporanee, anche prese singolarmente e di gran pregio. In vista abbiamo una piccola ma preziosa mostra dedicata alla Disfida di Barletta, nella quale esporremo per la prima volta la vera spada di Ettore Fieramosca e le grafiche di Tommaso Minardi. Intanto il prossimo anno "La colazione in giardino" sarà nella più grande mostra dell'Expo, quella curata da Germano Celant alla Triennale di Milano: un excursus nella storia dell'arte, attraverso il tema del cibo: sarà un'occasione di marketing territoriale per Barletta e per il Palazzo Della Marra non indifferente… si stimano venti milioni di visitatori!