"Abbi pietà di me!"
Quell'umile grido di fede che mi rende discepolo
domenica 25 ottobre 2015
2.25
Dal Vangelo secondo Marco: "In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Una semplice pagina di Vangelo che ha la pretesa di sintetizzare il percorso di un'intera vita in cui ciascuno di noi si può identificare. Questo è il Vangelo di oggi! Con un protagonista praticamente senza nome (in realtà il nome indicato è un patronimico), e che quindi potrebbe essere ogni ascoltatore, che diviene immagine del discepolo vero. Nelle ultime domeniche abbiamo considerato il fatto che, di fronte al triplice annuncio della passione, sia Pietro, sia tutti gli apostoli, sia Giacomo e Giovanni, si sono di fatto defilati dalla logica del loro maestro. Gesù percorre il tratto di strada tra Gerico e Gerusalemme. Gerico era stata la prima città conquistata da Giosuè dopo la liberazione dall'Egitto. Ora diventa una città dalla quale doversi allontanare perché rappresenta una situazione di incredulità e non adesione alla fede. E qui appare questo cieco seduto ai margini della strada. Aveva sentito parlare di Gesù e in questo momento, al suo passaggio, vince ogni naturale ritrosia e paura e comincia a gridare: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Tradizionalmente la strada indica la vita, che va percorsa, per cui stare ai margini non significa vivere ma "tirare a campare, sopravvivere". E qui interviene la folla che in questo caso tende a proteggere, difendere, tenere solo per sé Gesù. Come spesso accade anche, purtroppo, nelle nostre comunità cristiane dove la gente pensa di fare da filtro. Ma il povero cieco grida ancora più forte: abbi pietà di me! Questa invocazione, questo grido, questa preghiera è la cosiddetta preghiera del cuore della tradizione orientale. Quando diciamo al Signore "abbi pietà di me" siamo noi stessi. Quando ci rivolgiamo a lui dicendo altro siamo la maschera di noi stessi. E siccome "la preghiera dell'umile penetra le nubi" Gesù ascolta questo grido e intima alla folla: chiamatelo! E le stesse persone che prima lo avevano rimproverato ora gli dicono: coraggio! Alzati! Ti chiama! Queste parole evocano un orizzonte di fede. Coraggio: significa "non temere", "abbi fiducia". Alzati: letteralmente "risorgi". E quegli subito balza in piedi, getta via il suo mantello e corre verso Gesù. In quel balzare in piedi scorgiamo un segno di risurrezione e di vita nuova che egli desiderava. Nell'atto di gettare il suo mantello vediamo un gettarsi alle spalle tutta la sua storia passata in cui il mantello rappresentava per un cieco mendicante tutto. E resta spogliato, come accade in vista dell'immersione battesimale, pronto a muovere i suoi primi passi nella fede, che è un andare verso Gesù. Quando finalmente si trova di fronte a lui si sente rivolgere la domanda: cosa vuoi che io faccia per te? E la sua risposta è semplice e immediata: che io torni a vedere! Prima ci vedeva, poi era diventato cieco, ora anela di nuovo alla luce. E pensare che nell'antichità il battesimo veniva chiamato "illuminazione". E Gesù gli risponde: la tua fede ti ha salvato! Va'! Ed egli, immediatamente riacquistata la vista, si mette a seguirlo lungo la strada. Proprio per questo diventa il modello del vero discepolo! Si diventa veri discepoli di Gesù non quando si sta con lui da tanto tempo, ma quando si è capaci di gridare il proprio bisogno e desiderio di illuminazione interiore che solo lui può donare. Una parola forte per i cristiani che si ritengono al sicuro e non si rendono conto di essere ciechi. Una parola forte per me, perché non smetta mai di gridare umilmente: Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore!
Buona domenica!
[don Vito]
Una semplice pagina di Vangelo che ha la pretesa di sintetizzare il percorso di un'intera vita in cui ciascuno di noi si può identificare. Questo è il Vangelo di oggi! Con un protagonista praticamente senza nome (in realtà il nome indicato è un patronimico), e che quindi potrebbe essere ogni ascoltatore, che diviene immagine del discepolo vero. Nelle ultime domeniche abbiamo considerato il fatto che, di fronte al triplice annuncio della passione, sia Pietro, sia tutti gli apostoli, sia Giacomo e Giovanni, si sono di fatto defilati dalla logica del loro maestro. Gesù percorre il tratto di strada tra Gerico e Gerusalemme. Gerico era stata la prima città conquistata da Giosuè dopo la liberazione dall'Egitto. Ora diventa una città dalla quale doversi allontanare perché rappresenta una situazione di incredulità e non adesione alla fede. E qui appare questo cieco seduto ai margini della strada. Aveva sentito parlare di Gesù e in questo momento, al suo passaggio, vince ogni naturale ritrosia e paura e comincia a gridare: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Tradizionalmente la strada indica la vita, che va percorsa, per cui stare ai margini non significa vivere ma "tirare a campare, sopravvivere". E qui interviene la folla che in questo caso tende a proteggere, difendere, tenere solo per sé Gesù. Come spesso accade anche, purtroppo, nelle nostre comunità cristiane dove la gente pensa di fare da filtro. Ma il povero cieco grida ancora più forte: abbi pietà di me! Questa invocazione, questo grido, questa preghiera è la cosiddetta preghiera del cuore della tradizione orientale. Quando diciamo al Signore "abbi pietà di me" siamo noi stessi. Quando ci rivolgiamo a lui dicendo altro siamo la maschera di noi stessi. E siccome "la preghiera dell'umile penetra le nubi" Gesù ascolta questo grido e intima alla folla: chiamatelo! E le stesse persone che prima lo avevano rimproverato ora gli dicono: coraggio! Alzati! Ti chiama! Queste parole evocano un orizzonte di fede. Coraggio: significa "non temere", "abbi fiducia". Alzati: letteralmente "risorgi". E quegli subito balza in piedi, getta via il suo mantello e corre verso Gesù. In quel balzare in piedi scorgiamo un segno di risurrezione e di vita nuova che egli desiderava. Nell'atto di gettare il suo mantello vediamo un gettarsi alle spalle tutta la sua storia passata in cui il mantello rappresentava per un cieco mendicante tutto. E resta spogliato, come accade in vista dell'immersione battesimale, pronto a muovere i suoi primi passi nella fede, che è un andare verso Gesù. Quando finalmente si trova di fronte a lui si sente rivolgere la domanda: cosa vuoi che io faccia per te? E la sua risposta è semplice e immediata: che io torni a vedere! Prima ci vedeva, poi era diventato cieco, ora anela di nuovo alla luce. E pensare che nell'antichità il battesimo veniva chiamato "illuminazione". E Gesù gli risponde: la tua fede ti ha salvato! Va'! Ed egli, immediatamente riacquistata la vista, si mette a seguirlo lungo la strada. Proprio per questo diventa il modello del vero discepolo! Si diventa veri discepoli di Gesù non quando si sta con lui da tanto tempo, ma quando si è capaci di gridare il proprio bisogno e desiderio di illuminazione interiore che solo lui può donare. Una parola forte per i cristiani che si ritengono al sicuro e non si rendono conto di essere ciechi. Una parola forte per me, perché non smetta mai di gridare umilmente: Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore!
Buona domenica!
[don Vito]