"A Rapein", la rapina via Whatsapp fa il giro del web

I social rispondono con goliardia, la Polizia di Stato ringrazia i colleghi barlettani

lunedì 16 gennaio 2017
A cura di Ida Vinella
Non c'è alcun motivo per cui andarne fieri, ma resta un dato di fatto che il recente episodio di cronaca registrato nella nostra Barletta solo cinque giorni fa ha scatenato un vero putiferio sul web. Parliamo di due giovanissimi malfattori neppure maggiorenni che - sperando di farla franca - hanno architettato una rapina in chat su Whatsapp: il coraggio della vittima, titolare di una farmacia a Parco degli Ulivi, ha permesso agli agenti della Polizia di Stato di acciuffare i responsabili. Al termine della vicenda resta un'accusa di rapina aggravata in concorso per i due ragazzi e la beffa che, a macchia d'olio, si è espansa sul web dopo che sono stati divulgati gli screenshot della chat intercorsa tra i due dal titolo emblematico, rigorosamente in dialetto barlettano: "A Rapein".

L'istinto linobanfesco che echeggia nei goliardici utenti del social più amato d'Italia ha scatenato su Facebook una serie di segnalazioni e parodie del caso barlettano. Ovviamente la cronaca ha fatto il giro del web ma anche dei notiziari nazionali, compresa la stessa Polizia di Stato che su Facebook ha diffuso i dettagli della vicenda attraverso la pagina ufficiale "Agente Lisa".

Il post della Polizia d Stato su Facebook - «Finiamo la settimana con una rapina finita bene, nel senso che i due ragazzi che l'hanno compiuta sono stati arrestati. In questi tempi dominati dagli smartphone però c'è una particolarità che spicca, ovvero i rapinatori avevano pensato di creare un gruppo chat con il titolo "A rapein", che nel loro dialetto vuol dire appunto "La rapina", dove mettere a punto arma, abbigliamento e altro da usare. Il farmacista che ha subito la rapina si è visto puntare il coltellaccio che vedete in foto, passatemi il termine, con ben 20 centimetri di lama e ha dovuto consegnare l'incasso ai due che poi a piedi sono scappati. Ma non si è perso d'animo e li ha seguiti a distanza con il cellulare in mano chiamando il 113. È rimasto al telefono con il poliziotto della sala operativa riportandogli tutti gli spostamenti dei due rapinatori mentre le 4 pattuglie di servizio in zona proprio per un controllo del territorio si precipitavano sul posto. La prima ad arrivare, composta da Roberto e Dino, gli è piombata addosso e li ha arrestati. Negli slip uno dei due fuggiaschi aveva nascosto i soldi della rapina, € 865, mentre l'altro messo alle strette ha confessato dove aveva nascosto il coltello che avevano usato. Nell'ambito investigativo poi è saltata fuori la chat dal telefonino di uno dei due e tutto è stato vagliato dal magistrato che ha convalidato l'arresto. I due hanno 17 e 15 anni e Ruggiero il nostro sottufficiale con cui ho parlato mi ha detto che purtroppo nella loro cerchia familiare hanno pessimi esempi ed evidentemente quello purtroppo è il loro modello di riferimento.Ora però lasciatemi complimentare con i colleghi perché tante volte ci vedete sfrecciare per le vie in sirena e non sempre va bene, ma stavolta sì!».

Qualche risata per sdrammatizzare - Dopo il caso di Ambra Angiolini, che con un solo scatto su Instagram aveva fatto indignare l'intero popolo barlettano, catapultando i fatti di casa nostra alla ribalta nazionale, il nome della nostra città torna famoso (ahinoi) per quest'episodio che di certo non riscatta l'orgoglio cittadino. Prima sulla pagina Facebook "Ah ma non è Lercio", che riprende i veri episodi di cronaca a livello nazionale talmente esilaranti da sembrare costruiti a tavolino (sullo stile delle note bufale prodotte dal sito satirico "Lercio"), poi sulla pagina "Commenti memorabili", gettonatissima tra gli utenti dei social. La notizia di Barletta è stata così commentata da un utente: «E' stato trovato anche il gruppo "Cim de rapein" nel quale si concordava su cosa mangiare per festeggiare la riuscita del furto».

Ridiamoci su, almeno un po', giusto per non piangere.
"A Rapein", la rapina via Whatsapp fa il giro del web
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