A Barletta una targa per Ahmed Saki: «La sua morte non sia inutile»

La proposta: un dormitorio pubblico per tutte le persone senza dimora

lunedì 28 febbraio 2022 9.07
La commemorazione di Ahmed Saki si è svolta ieri mattina, presso l'ex stazione della teleferica, sulla Litoranea di Ponente, a Barletta. Il freddo intenso, la pioggia incessante e il vento gelido non potevano impedirci di svolgerla, considerando che le condizioni erano esattamente le stesse che hanno determinato la morte, un anno fa, di Ahmed Saki, morto di freddo proprio là. A ricordarlo è l'Ambulatorio popolare di Barletta.

«Ahmed era un bracciante agricolo di origine africana, uno dei tantissimi che anche a Barletta, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento da parte dei proprietari dei terreni e dei caporali. Raccolta dell'uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione e del Comune.

La notte, per queste persone, si passa all'addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero. Tende allestite nelle periferie, per non farsi vedere da nessuna e nessuno, nelle campagne o in spiaggia, nella ex Cartiera di Barletta, allo scalo merci della Stazione ferroviaria, nel fabbricato dell'ex Anagrafe in Via Cialdini; oppure in quello dell'ex Stazione teleferica di Barletta sulla Litoranea di ponente in cui Ahmed aveva deciso di rifugiarsi.

Ahmed, invisibile forse più di tutti gli altri , una tenda nemmeno l'aveva, si riposava adagiandosi su un muretto di cemento coprendosi con coperte che forse erano riuscite a riscaldarlo gli altri giorni: ma non il 15/02/2021. Moriva così, di freddo, a Barletta, dopo che la pioggia incessante dei giorni precedenti aveva allagato il fabbricato, rendendo persino impossibile l'accensione di un focolare, l'unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili. E questo si verifica ogni anno, si verifica sempre, si è verificato anche oggi 27/02/2022.

Abbiamo affisso una targa e deposto dei fiori, simboli non solo di un ricordo ma di una rivendicazione sociale: senza fasce tricolori, senza carabinieri a cavallo, senza autorità in cerca di facili consensi. Una targa per la prima volta non su un palazzo storico, non nelle vie del centro, ma in un inferno in terra, dove nessuno passa mai. Un monumento alla nostra cecità, al nostro passare oltre, al silenzio dei nostri cuori.

Barletta non può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni di massima povertà, emarginazione e degrado, condizioni che sono la vergogna di tutti gli esseri umani esseri umani e in particolare della nostra comunità.

Abbiamo immobili pubblici abbandonati e immobili confiscati alla mafia: alcuni di questi devono - non possono, devono - essere destinati quanto prima a dormitorio pubblico per le persone senza dimora. Facciamo in modo che la morte di Ahmed non sia inutile. Per Ahmed, per tutte le persone sfruttate ed emarginate, per noi».

Il rifugio dellex teleferica
La targa commemorativa di Saki Ahmed