A Barletta sopravvive la tradizione secolare della “questua”

Viene portata avanti dai confratelli del Ss. Sacramento della chiesa di San Giacomo

martedì 4 aprile 2023
A cura di Ida Vinella
L'origine di questa tradizione si perde nei tempi antichi, quando ordini religiosi e mendicanti di ogni tipo erano impegnati nell'attività della cosiddetta "questua", ovvero la richiesta di offerte per scopi di carità o di culto.

Nella nostra città la tradizione sopravvive ancora oggi, come esempio della collaborazione tra l'Arciconfraternita del SS. Sacramento della Prepositura Curata di San Giacomo Maggiore e i residenti del quartiere San Giacomo, che in questo modo possono partecipare con qualche offerta non solo alla realizzazione del programma delle celebrazioni in vista della Santa Pasqua, ma anche alle numerose attività e opere di carità che si svolgono tutto l'anno nella chiesa di San Giacomo.

A raccontarci di questa consuetudine antica che i tempi moderni non hanno cancellato è il priore dell'Arciconfraternita Savino Doronzo. «Come confratelli impegnati nella "questua" siamo riconoscibili attraverso un tesserino personale, come avveniva nei decenni scorsi, e soprattutto da una particolare borsa che quest'anno abbiamo deciso di riproporre dopo tanti anni, con il simbolo della confraternita, così come presente nell'antico ovale del Palio confraternale in tessuto ricamato con fili d'oro».


Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"
Arciconfraternita del SS. Sacramento San Giacomo, la tradizionale "questua"

«I confratelli sono sempre andati in giro a chiedere una sorta di "elemosina" - prosegue il priore - in modo che tutti gli abitanti del quartiere - ciascuno ovviamente in base alle proprie disponibilità - potessero contribuire alle spese per l'organizzazione degli appuntamenti legati alla Santa Pasqua e alle attività della chiesa. Ci siamo impegnati per non far morire questa secolare tradizione. A tal proposito porgiamo il nostro più vivo ringraziamento a nome di tutta l'Arciconfraternita per la generosità di quanti stanno aderendo alla nostra questua». Un esempio dunque di come la fratellanza e la fede possano diventare i motori della storia, per far sì che le tradizioni, incanalate nei nostri tempi, non vengano lasciate nell'oblio.