A Barletta sequestrati 3 stabilimenti balneari
Denunciati i titolari. Realizzate opere abusive
sabato 22 maggio 2010
Su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani dott. Luigi SCIME' i militari della Guardia Costiera hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari dott. Francesco ZECCHILLO e relativo a tre stabilimenti balneari ubicati sulla litoranea di ponente di Barletta. Il provvedimento conclude mesi di laboriose indagini della Guardia Costiera nel corso delle quali sono finiti sotto la lente della Procura gli stabilimenti balneari di Barletta e denunciati 3 titolari.
E' stato infatti accertato che in uno stabilimento balneare erano state realizzate opere coperte per mq. 280 in più rispetto a quelle in concessione, aumentando la superficie dei locali preesistenti e realizzando due nuovi gazebo coperti in tela e rivestiti di legno e metallo.
In un altro stabilimento era stata invece realizzata una piattaforma in cemento armato di 260 metriquadri in parte interrata facendola passare quale opera di facile amovibilità, mentre aveva caratteristiche costruttive che ne comportavano la difficile amovibilità e la fissazione permanente al suolo, e ciò in contrasto con quanto disposto dalla normativa regionale relativa alle concessioni demaniali marittime. Sempre nello stesso stabilimento era stato realizzato un monoblocco uso guardiania di mq. 14 che da temporaneo era diventato permanente e quindi trasformando l'occupazione da temporanea in abusiva.
Un terzo stabilimento balneare aveva invece chiuso l'area retrostante la concessione arretrando la recinzione fino al lungomare, così impedendo l'accesso alla spiaggia pubblica laterale destinata alla libera fruizione da parte dei cittadini, occupando abusivamente oltre 700 metriquadri di spiaggia. Lo stesso stabilimento ha inoltre occupato abusivamente mq. 90 con la realizzazione illegittima di un cassone metallico e due manufatti in legno adibiti a zona d'ombra, in difformità della concessione rilasciata.
In particolare, l'Autorità Giudiziaria, accogliendo la tesi del Pubblico Ministero, ha evidenziato che la platea in cemento armato, proprio perché in parte interrata, costituisce opera non facilmente rimovibile, come sostenuto dalla Regione Puglia, e che l'ampliamento di mq. 700 fino al marciapiede del lungomare costituisce un'abusiva limitazione e quindi un'abusiva occupazione dello spazio di libero accesso alla spiaggia.
Il coordinamento delle indagini da parte della Procura di Trani e l'occhio vigile dei militari della Guardia Costiera, in sinergia con il Settore Demanio della Regione Puglia, hanno impedito la continuazione di un abusivismo demaniale che, fra l'altro, aveva privato i barlettani della fruizione di un tratto di spiaggia libera.
E' stato infatti accertato che in uno stabilimento balneare erano state realizzate opere coperte per mq. 280 in più rispetto a quelle in concessione, aumentando la superficie dei locali preesistenti e realizzando due nuovi gazebo coperti in tela e rivestiti di legno e metallo.
In un altro stabilimento era stata invece realizzata una piattaforma in cemento armato di 260 metriquadri in parte interrata facendola passare quale opera di facile amovibilità, mentre aveva caratteristiche costruttive che ne comportavano la difficile amovibilità e la fissazione permanente al suolo, e ciò in contrasto con quanto disposto dalla normativa regionale relativa alle concessioni demaniali marittime. Sempre nello stesso stabilimento era stato realizzato un monoblocco uso guardiania di mq. 14 che da temporaneo era diventato permanente e quindi trasformando l'occupazione da temporanea in abusiva.
Un terzo stabilimento balneare aveva invece chiuso l'area retrostante la concessione arretrando la recinzione fino al lungomare, così impedendo l'accesso alla spiaggia pubblica laterale destinata alla libera fruizione da parte dei cittadini, occupando abusivamente oltre 700 metriquadri di spiaggia. Lo stesso stabilimento ha inoltre occupato abusivamente mq. 90 con la realizzazione illegittima di un cassone metallico e due manufatti in legno adibiti a zona d'ombra, in difformità della concessione rilasciata.
In particolare, l'Autorità Giudiziaria, accogliendo la tesi del Pubblico Ministero, ha evidenziato che la platea in cemento armato, proprio perché in parte interrata, costituisce opera non facilmente rimovibile, come sostenuto dalla Regione Puglia, e che l'ampliamento di mq. 700 fino al marciapiede del lungomare costituisce un'abusiva limitazione e quindi un'abusiva occupazione dello spazio di libero accesso alla spiaggia.
Il coordinamento delle indagini da parte della Procura di Trani e l'occhio vigile dei militari della Guardia Costiera, in sinergia con il Settore Demanio della Regione Puglia, hanno impedito la continuazione di un abusivismo demaniale che, fra l'altro, aveva privato i barlettani della fruizione di un tratto di spiaggia libera.