A Barletta chi fermerá la musica?
La cittadinanza si pronuncia in merito all’ordinanza sindacale ed è subito polemica sui social
martedì 11 agosto 2015
«La musica è una legge morale. Essa dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose». Così Platone definisce la musica, che negli ultimi giorni appare oggetto di una vivace polemica all'interno della nostra cittadina. Un'ordinanza emessa dal sindaco Pasquale Cascella ha fissato la sospensione di ogni tipo di emissione sonora alle ore 2:00 negli esercizi pubblici lungo le litoranee e a mezzanotte nei locali del centro storico dal lunedì al giovedì mentre il venerdì, nei giorni prefestivi e festivi il termine è fissato per l'una di notte. Tale ordinanza non ha lasciato indifferenti i barlettani divisi fra favorevoli e contrari, giovani per la maggior parte. In un'era quanto mai social, giovani e meno giovani dunque non hanno perso occasione per esporre le proprie opinioni sui maggiori social network. Ognuno avanza con larghe argomentazioni le proprie ragioni in quella che sembra una vera e propria "battaglia mediatica".
Contrari - I più giovani hanno espresso la propria delusione poiché tale ordinamento penalizza l'alto potenziale turistico che si sta facendo strada negli ultimi anni nella città della Disfida, che finalmente accoglie alcune strutture che possono incrementare lo svago e il divertimento: il nostro lungomare con le proprie litoranee potrebbe fare invidia, se opportunamente valorizzate, a molte città della riviera adriatico-romagnola maggiormente improntate al turismo notturno. Demonizzare quindi le attività che lasciano intravedere uno spiraglio di luce appare folle agli occhi di quanti ricercano la movida notturna e la considerano un'ottima opportunità di sviluppo economico soprattutto perché a trarne vantaggio sarebbero bed and breakfast, alberghi, bar e i rinomati lidi.
Favorevoli - Non meno valide però sono le ragioni dei residenti che all'indomani devono svegliarsi presto al mattino per potersi recare al lavoro. «Il problema - ha dichiarato uno di loro su Facebook - non è il ragazzo che beve birra a tarda notte ma il volume della musica proveniente dai locali fino a tarda ora e gli schiamazzi dei ragazzi successivamente alla bevuta». I residenti hanno replicato, rivolgendosi a quanti hanno polemizzato negli ultimi giorni, che «il sindaco lo è di tutti i cittadini ed è dunque giusto che consideri gli interessi dei commercianti e dei residenti». Ai loro occhi tale ordinanza regolarizza la materia in questione permettendo ai fruitori dei servizi, ai commercianti e ai residenti di conoscere i propri diritti e i propri doveri.
Barletta non è ancora una città che vive esclusivamente di turismo ma è abitata da cittadini che cominciano all'alba le proprie giornate e gli schiamazzi derivati dai locai oggetto della movida barlettana notturna non garantiscono il meritato riposo. Ma allora come conciliare le ragioni di ciascuno? Non è facile coniugare esigenze così diverse ma è importante creare opportunità per i molti giovani che auspicano un meritato riposo dopo mesi trascorsi sui libri.
È necessario avviare un nuovo tipo di turismo che riesca a coniugare la bellezza dei luoghi alla storia, alla cultura, alle prelibatezze alimentari e - perché no - al divertimento e alla movida responsabile. Organizzare silent party potrebbe essere una valida alternativa che metta tutti d'accordo. Sarebbe interessante accogliere il punto di vista dei turisti per comprendere la visione della nostra amata città agli occhi degli altri. Chissà che non ve ne sia occasione per parlarne altrove.
Contrari - I più giovani hanno espresso la propria delusione poiché tale ordinamento penalizza l'alto potenziale turistico che si sta facendo strada negli ultimi anni nella città della Disfida, che finalmente accoglie alcune strutture che possono incrementare lo svago e il divertimento: il nostro lungomare con le proprie litoranee potrebbe fare invidia, se opportunamente valorizzate, a molte città della riviera adriatico-romagnola maggiormente improntate al turismo notturno. Demonizzare quindi le attività che lasciano intravedere uno spiraglio di luce appare folle agli occhi di quanti ricercano la movida notturna e la considerano un'ottima opportunità di sviluppo economico soprattutto perché a trarne vantaggio sarebbero bed and breakfast, alberghi, bar e i rinomati lidi.
Favorevoli - Non meno valide però sono le ragioni dei residenti che all'indomani devono svegliarsi presto al mattino per potersi recare al lavoro. «Il problema - ha dichiarato uno di loro su Facebook - non è il ragazzo che beve birra a tarda notte ma il volume della musica proveniente dai locali fino a tarda ora e gli schiamazzi dei ragazzi successivamente alla bevuta». I residenti hanno replicato, rivolgendosi a quanti hanno polemizzato negli ultimi giorni, che «il sindaco lo è di tutti i cittadini ed è dunque giusto che consideri gli interessi dei commercianti e dei residenti». Ai loro occhi tale ordinanza regolarizza la materia in questione permettendo ai fruitori dei servizi, ai commercianti e ai residenti di conoscere i propri diritti e i propri doveri.
Barletta non è ancora una città che vive esclusivamente di turismo ma è abitata da cittadini che cominciano all'alba le proprie giornate e gli schiamazzi derivati dai locai oggetto della movida barlettana notturna non garantiscono il meritato riposo. Ma allora come conciliare le ragioni di ciascuno? Non è facile coniugare esigenze così diverse ma è importante creare opportunità per i molti giovani che auspicano un meritato riposo dopo mesi trascorsi sui libri.
È necessario avviare un nuovo tipo di turismo che riesca a coniugare la bellezza dei luoghi alla storia, alla cultura, alle prelibatezze alimentari e - perché no - al divertimento e alla movida responsabile. Organizzare silent party potrebbe essere una valida alternativa che metta tutti d'accordo. Sarebbe interessante accogliere il punto di vista dei turisti per comprendere la visione della nostra amata città agli occhi degli altri. Chissà che non ve ne sia occasione per parlarne altrove.