Osvaldo Bevilacqua: «Per me Barletta è una città affascinante»

La troupe della trasmissione di viaggi e turismo "Sereno Variabile" di Rai Due e il suo storico conduttore, Osvaldo Bevilacqua, sono stati recentemente in Puglia per una serie di riprese che la trasmissione dedicherà alla nostra terra. L'itinerario ha toccato tra le località anche Barletta e nella puntata che andrà in onda oggi mostrerà agli spettatori alcune delle bellezze nostrane e le eccellenze enogastronomiche locali.

Abbiamo incontrato l'autore e conduttore televisivo del programma - che recentemente ha vinto il Guinnes World Record per i 36 anni di programma - per rivolgergli alcune domande.

Per "Sereno Variabile" è ritornato a Barletta, quali sono gli obiettivi che vi prefiggete con il vostro servizio di divulgazione?
«Gli obiettivi del nostro programma sono quelli di far conoscere in maniera più approfondita questo territorio, perché purtroppo non tutti conoscono Barletta. Ci devi venire perché hai casa, perché hai qualche amico o qualche parente o perché come me devi essere contagiato dal virus barlettano».

Virus barlettano perché?
«Questa città la conosco da "ragazzetto", mi ci portava mio padre e mi raccontava del gigante, della Disfida, del duomo… se qualcuno pensa a Barletta, a Federico II, al duomo, alla Disfida e a tutte queste meraviglie crede si stia parlando di un film. È sempre stato qualcosa di estremamente affascinante per me».

A proposito di Disfida: si tratta di un evento rinascimentale su cui D'Azeglio dipinse ardori risorgimentali. Crede che sia un episodio sottovalutato da riportare ad una maggiore attenzione?
«Non credo sia molto sottovalutato. In fondo tutte le cose apprese sui banchi di scuola sono essenziali e chi le ha apprese potrebbe non conoscerne i dettagli ma non può certo dimenticarle».

La città appare quanto mai bisognosa di turismo. Cosa suggerirebbe in merito e cosa vede in Barletta che magari è ancora nascosto?
«Non è un problema solo di Barletta ma di molti centri dalla forte vocazione turistica. Spesso avviene per mancanza di risorse, per mancanza di volontà o per incapacità degli amministratori, ma non credo sia questo il caso. Barletta non è una città per turisti con la t minuscola, è una città per viaggiatori poiché non ha le strutture idonee e non le deve avere così numerose. Deve avere piuttosto strutture qualificate per ospitare i viaggiatori. Si sceglie Barletta per la storia e dunque si tratta di turisti consapevoli e poi, più che di turismo, preferisco parlare di "economia del viaggio"».

Dunque è questo il viaggiatore moderno per lei ?
«Sì, è un viaggiatore consapevole a favore di un turismo di qualità. Il turismo di massa sta cedendo il passo ad un turismo più responsabile a cui la politica deve prestare attenzione perché è la futura maggiore risorsa del mondo. Per questo sono contento che a Barletta sia giunto un sindaco, politico e uomo di cultura, sensibile al rilancio non solo del turismo ma della città stessa».