Protocollo d'intesa per il monitoraggio ambientale
Protocollo d'intesa per il monitoraggio ambientale
Politica

Monitoraggio ambientale, «il protocollo d'intesa non è valido, manca una firma»

A rilevarlo sono i consiglieri d'opposizione, «nel documento non compare la firma di Spina»

«Il Protocollo d'Intesa sul monitoraggio ambientale della Città di Barletta, allo stato, non è valido». A rilevarlo sono i Consiglieri d'Opposizione Dario Damiani, Flavio Basile, Gennaro Cefola ed il Vice-Presidente della Commissione Consiliare Ambiente, Giuseppe Losappio. «Nel Protocollo sottoscritto in pompa magna e alla presenza degli organi di stampa, da Regione Puglia, Comune di Barletta, Arpa Puglia, Asl BAT e CNR-IRSA, non sarà passata inosservata l'assenza della firma della Provincia di Barletta-Andria-Trani. Per questo motivo l'accordo siglato è al momento inefficace. La stessa Provincia comunica di non aver firmato a causa del mancato inserimento di una clausola a tutela dei procedimenti amministrativi e giudiziari pendenti e aperti a livello provinciale. Come tutti sanno, si legge nel comunicato, la Provincia di Barletta-Andria-Trani ha adottato ben due ordinanze in materia ambientale che ancora oggi non hanno esaurito i loro effetti. Pertanto si chiede di inserire la seguente clausola: "Il presente Protocollo d'Intesa non annulla, sospende e/o interagisce in alcun modo sui provvedimenti di miso e bonifico ambientale e sui loro presupposti posti in essere nel territorio comunale di Barletta né esonera le imprese destinatarie di tali provvedimenti dal darne puntuale ed immediata esecuzione". Questa clausola, si spiega, verrà sottoposta, secondo quanto affermato dai rappresentanti regionali, al vaglio degli organi regionali competenti per il suo recepimento. Non appena verrà recepita l'istanza della Provincia, si conclude, verrà firmato il provvedimento. Un quadro eloquente che ci aiuta a comprendere meglio che l'intesa tra i soggetti in questione non è stata ancora raggiunta e che si poteva quindi aspettare ad indire la conferenza stampa di presentazione di un Protocollo "monco", considerato il ruolo determinante della Provincia. All'Art. 3 del Protocollo (Obiettivi del Protocollo d'Intesa) si stabilisce "la funzione di coordinamento della Provincia B.A.T. quale ente che ha avviato ed organizzato le attività del tavolo tecnico di concertazione con le Amministrazione intervenute". La Regione Puglia, inoltre, si impegna "a partecipare alla copertura dei costi per l'elaborazione delle procedure amministrativo giuridiche funzionali all'accertamento delle responsabilità in applicazione del principio 'chi inquina paga' per un importo pari a 20.000 euro proprio in favore della Provincia". E poi la stessa Provincia "si impegna a partecipare alla copertura dei costi destinando quota parte del finanziamento regionale previsto nell'ambito del Piano di Attuazione del Programma Regionale per l'Ambiente della Provincia B.A.T., Asse 6".
Sul protocollo d'intesa per il monitoraggio ambientale mancherebbe la firma del presidente della provincia Bat, Francesco Spina.
Dopo la sottoscrizione del Protocollo, peraltro, è demandato proprio alla Provincia (ente coordinatore) il compito di convocare il Tavolo di Concertazione, costituito dalle Amministrazione firmatarie, per la definizione del crono-programma delle attività da effettuare. All'Art. 4 (Impegni degli Enti Sottoscrittori), inoltre, si specifica che "l'ARPA Puglia congiuntamente al CNR-IRSA potrà tenere in adeguata considerazione anche le conclusioni di studi prodotti da imprese del territorio". Vorremmo, quindi, capire come verrà sancita la possibilità di estendere le indagini, da confrontare con quelle di ARPA e CNR-IRSA, alle imprese competenti della materia ambientale per una migliore analisi della situazione? Peraltro va detto e precisato che le nostre perplessità in merito sono date dal fatto che un Protocollo d'Intesa non è disciplinato da alcuna fonte normativa come invece previsto per i cosiddetti Accordi di Programma. Sarebbe stata proprio quella dell'Accordo di Programma, giuridicamente vincolante, la via più idonea da seguire! Concludiamo condividendo il percorso intrapreso nella speranza che il Protocollo possa divenire subito operativo e che i 12 mesi previsti per i suoi effetti possano essere rispettati. Auspichiamo, inoltre, che gli obiettivi prefissati possano essere centrati al fine di fare definitivamente chiarezza in merito alla tutela dell'ambiente e alla salute dei cittadini. Trasparenza, informazione, azione devono essere le tre priorità di questo percorso intrapreso!».
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