Politica
Il sindaco tuona su Facebook: meglio la verità o lo scandalo?
"Il divieto temporaneo di balneazione è un atto di responsabilità"
Barletta - martedì 19 agosto 2014
13.35
"Possibile che debba far scandalo la verità? Eppure tutti i messaggi a commento di una semplice informazione lasciano trasparire che qualcosa si conosce della realtà dei canali H, M e degli altri sei, e non da oggi ma da anni e decenni: come si sono formati e cosa scaricano". E' duro il più recente dei numerosi commenti che in questa stagione di ferie il sindaco di Barletta Pasquale Cascella sta dedicando ai cittadini tramite la sua pagina Facebook: oggi la risposta è destinata a quanti - con insistenza e a volte con strumentalizzazioni - stanno polemizzando sulla questione dei canali di scolo delle acqua, dall'entroterra al mare. Con l'ultimo acquazzone estivo le precipitazioni hanno trascinato giù non solo detriti e rifiuti, tali da costringere all'emissione di un ulteriore divieto di balneazione (già commentato dal primo cittadino poche ore fa), ma hanno fatto emergere nuovi focolai di polemica sullo stato dell'arte delle litoranee barlettane, croce e delizia di residenti e (potenziali) turisti.
"Questi canali - scrive il sindaco - dovrebbero convogliare le acque pluviali e sorgive della città, invece con il tempo sono stati utilizzati per scarichi abusivi, oltre che come valvola di sfogo per il vecchio sistema di fogna bianca quando questo non regge l'impatto e la pressione, come appunto accade con i violenti rovesci di pioggia e l'acqua trascina nei tombini tutto ciò che è per strada, aggravando una situazione di per se critica. Accade da noi come in tanti altri Comuni della costa pugliese. Tant'è che è intervenuta una precisa normativa, a cui ci stiamo attenendo con controlli adeguati e rigorosi, a garanzia dei cittadini e a tutela dell'ambiente. Sull'esempio di quel che si fa da tempo per la popolare spiaggia di "Pane e pomodoro" a Bari. O si dovrebbe continuare a far finta di nulla, come si è fatto e da qualche altra parte si fa ancora? Invece, il divieto temporaneo di balneazione e' un atto di responsabilità, proprio perché è legato a controlli specifici. Non solo: così il problema diventa evidente a tutti, e in tutta la sua complessità. Magari fosse così semplice affrontarlo e risolverlo dall'oggi al domani! C'è da progettare, c'è da collegare l'intervento per i canali agli altri previsti per il nuovo depuratore, per l'impianto di affinamento con cui utilizzare le acque reflue, per le opere di urbanizzazione nelle aree urbanizzate cementificate dove l'acqua della pioggia scorre come fiumi in piena; ci sono i finanziamenti da trovare e le autorizzazioni da acquisire; ci sono gare da realizzare in termini di trasparenza e in tempi efficaci.
Se c'è chi ha la ricetta per affrontare tutto questo, in una situazione così incancrenita, si faccia avanti: prima che con me, dica ai cittadini cosa e come si deve fare. Ma forse è più comodo recriminare, scaricare ogni responsabilità, illudersi che qualche chiacchiera disperda la serietà del cambiamento che si impone. Noi vogliamo, invece, che la città abbia piena consapevolezza della effettiva portata del problema, per affrontarlo come si deve, e risolverlo davvero.
"Questi canali - scrive il sindaco - dovrebbero convogliare le acque pluviali e sorgive della città, invece con il tempo sono stati utilizzati per scarichi abusivi, oltre che come valvola di sfogo per il vecchio sistema di fogna bianca quando questo non regge l'impatto e la pressione, come appunto accade con i violenti rovesci di pioggia e l'acqua trascina nei tombini tutto ciò che è per strada, aggravando una situazione di per se critica. Accade da noi come in tanti altri Comuni della costa pugliese. Tant'è che è intervenuta una precisa normativa, a cui ci stiamo attenendo con controlli adeguati e rigorosi, a garanzia dei cittadini e a tutela dell'ambiente. Sull'esempio di quel che si fa da tempo per la popolare spiaggia di "Pane e pomodoro" a Bari. O si dovrebbe continuare a far finta di nulla, come si è fatto e da qualche altra parte si fa ancora? Invece, il divieto temporaneo di balneazione e' un atto di responsabilità, proprio perché è legato a controlli specifici. Non solo: così il problema diventa evidente a tutti, e in tutta la sua complessità. Magari fosse così semplice affrontarlo e risolverlo dall'oggi al domani! C'è da progettare, c'è da collegare l'intervento per i canali agli altri previsti per il nuovo depuratore, per l'impianto di affinamento con cui utilizzare le acque reflue, per le opere di urbanizzazione nelle aree urbanizzate cementificate dove l'acqua della pioggia scorre come fiumi in piena; ci sono i finanziamenti da trovare e le autorizzazioni da acquisire; ci sono gare da realizzare in termini di trasparenza e in tempi efficaci.
Se c'è chi ha la ricetta per affrontare tutto questo, in una situazione così incancrenita, si faccia avanti: prima che con me, dica ai cittadini cosa e come si deve fare. Ma forse è più comodo recriminare, scaricare ogni responsabilità, illudersi che qualche chiacchiera disperda la serietà del cambiamento che si impone. Noi vogliamo, invece, che la città abbia piena consapevolezza della effettiva portata del problema, per affrontarlo come si deve, e risolverlo davvero.