Che aria respiriamo? «La salute dei barlettani prima di tutto»
«Fumi sospetti nei cieli, vogliamo risposte», parla l’avv. Cianci
«Ci stiamo organizzando e tra pochi giorni daremo vita a un comitato a tutela della salute dei cittadini, e quindi di tutti noi – sostiene l'avvocato Cianci, che racconta la sua indignazione a BarlettaViva – raccoglieremo tutto il materiale utile per interpellare direttamente gli enti preposti e chiedere risposte». Il movimento dei cittadini, nato dal basso, si sta già muovendo sui social network, dove circolano video e foto piuttosto inquietanti di fumi e nebbie che appaiono in orari notturni nel cielo di Barletta. «Vogliamo capire di chi sono le responsabilità, e non escludiamo che questo tipo di inquinamento sia collegato ad altri fenomeni, come l'acqua gialla del mare, l'aumento di malattie, e soprattutto gli insopportabili odori malsani che ciclicamente e ineluttabilmente respiriamo». La polemica si innesta quindi sulla scia di tante segnalazioni già giunte alla nostra redazione, riportate recentemente all'assessore comunale all'ambiente Pisicchio durante un'intervista. Sul tema aveva risposto: «Il Comune - sempre in diretta interlocuzione con Arpa e Asl - può confermare che l'aria di questa città non è preoccupante. Sappiamo che ci sono degli studi allarmanti, ma stiamo ancora aspettando la scientificità e l'ufficialità di questi numeri, prima di seminare panico inutile». Ed è proprio su questa incertezza di dati ufficiali e definitivi che verte la richiesta dell'avvocato Cianci: «Pretendiamo allora che venga installata una postazione fissa per il rilevamento della qualità dell'aria, solo allora potremo effettivamente capire dove risiede il problema e l'entità dello stesso».
Ecco cosa si legge nelle conclusioni del Report 2014 a cura dell'Arpa Puglia:
«La situazione è preoccupante e noi cittadini siamo stanchi di aspettare che accada l'irreparabile – sottolinea Cianci – perciò insistiamo affinché si crei un confronto diretto e rapido con l'amministrazione comunale, che può sicuramente intervenire attivamente: la soluzione più efficace può essere la convocazione di un consiglio comunale monotematico sul tema della qualità dell'aria e dell'inquinamento atmosferico, questa è la nostra richiesta e auspichiamo che ci venga data una risposta».Durante la campagna di monitoraggio si sono verificati 10 superamenti del limite di legge giornaliero per il PM10, cinque dei quali dovuti a fenomeni di avvezione sahariana che hanno interessato tutta la regione. Per quanto riguarda gli altri superamenti, il vento prevalente proveniva da direzione nord – nord ovest. Anche il monitoraggio condotto negli anni passati aveva evidenziato livelli di PM10 più elevati nei giorni con vento proveniente da queste direzioni. Alla luce di queste evidenze e considerato che a ridosso del sito di monitoraggio, in direzione ovest, sono collocate aree di stoccaggio di materiale polverulento dello stabilimento TIMAC è verosimile ipotizzare che le emissioni diffuse da tali aree di stoccaggio contribuiscono in maniera significativa ai livelli di PM registrati, sebbene il numero di superamenti registrato sia molto al di sotto di quello previsto dalla normativa vigente, almeno nel periodo di campionamento considerato.
La richiesta di chiarezza è sicuramente valida, e non sarebbe neppure la prima: tante sono state le sollecitazioni negli ultimi anni per identificare una volta per tutte quale sia l'impatto delle grandi strutture industriali sulla vivibilità della nostra città, visto che sono così a ridosso del centro abitato. Fenomeni preoccupanti come quello della puzza persistente nell'aria sono stati monitorati recentemente dal Comune di Barletta e dalla Polizia Municipale, dopo numerosissime segnalazioni, ma quale sia stato l'esito di tali indagini ad oggi non è noto. «A nome delle centinaia di cittadini che in questi giorni si stanno mobilitando chiedo, a chi ne ha la competenza e la responsabilità, di interloquire con noi, di rassicurarci, o quanto meno di ragionare insieme su una soluzione per proteggere e tutelare davvero la salute di noi cittadini. Riceveremo mai queste risposte?».