Politica
Cascella: «La crisi amministrativa c'è ma è normale»
Dieci domande di BarlettaViva al sindaco, si parte dalla situazione politica
Barletta - mercoledì 4 marzo 2015
0.30
Dieci domande dieci al sindaco Pasquale Cascella. Con BarlettaViva per comprendere, nei limiti del possibile, lo stato dell'arte della nostra città. Il primo cittadino riceve le domande della nostra redazione e descrive a 360 gradi la situazione partendo da argomenti prettamente politici fino ad arrivare a considerazioni sulle varie problematiche che affliggono la città della Disfida.
Sindaco, farei partire l'analisi dall'ultimo consiglio comunale il cui esito ci ha consegnato una maggioranza che ha in parte superato la prova della coesione. L'unico neo è stato il rinvio della discussione sul piano di commercio. Si ritiene soddisfatto di come è andata alla luce delle ultime vicissitudini?
«Soddisfatto, beh figuriamoci è una parola grossa. Vi dirò, questa mattina mi trovavo a parlare con una collega sindaco che mi diceva di non riuscire a convocare il consiglio comunale da più di un mese, e di doverlo convocare al netto di vari problemi. Le difficoltà in questo particolare momento della vita amministrativa esistono. E' un momento particolare ed è sotto gli occhi di tutti. Se vogliamo, potrei dire che le difficoltà avute nei precedenti consigli si potevano anche superare ricorrendo alla seconda convocazione nella quale servono dei diversi quorum ma il problema non è questo. In realtà la questione va affrontata dal punto di vista politico e le cose cambiano. Innanzitutto va detto che non c'è solo una responsabilità della maggioranza, ma anche dell'opposizione che non deve solo assolvere alla sua funzione se c'è il numero legale, ma lo fa se ha qualcosa da dire sui provvedimenti che vanno all'esame del consiglio. Direi di più, per assurdo, che se la maggioranza non garantisce numero legale, dovrebbe essere interesse dell'opposizione garantirlo per affrontare quelle questioni ed avere un confronto reale sui problemi della città. Forse il mio è un atteggiamento deformato dal punto di vista istituzionale, perché per me le istituzioni vengono prima di maggioranza o opposizione ma questo discorso in parlamento si fa di continuo. Persino la legge istitutiva dell'elezione diretta dei sindaci è nata con l'idea di eliminare un po' di questi orpelli e per dare alla gestione della cosa pubblica un senso più vero».
Sindaco, nell'ultima assemblea lei ha anche ammesso l'esistenza di una crisi amministrativa che probabilmente continua ancora. Lo ribadisce?
«Io riconosco che ci siano problemi politici, ma chi non li ha? Basta aprire un giornale ogni giorno per capire cosa intendo. Io ho riconosciuto che ci sono problemi, ma mi aspetto che anche altri lo facciano, che non si riempiano solo la bocca con la questione della crisi senza proporre analisi che aiutino a creare soluzioni adeguate. Questa è una crisi che ha a che fare con l'essenza stessa della politica. A Barletta avevamo immaginato uno sforzo congiunto che riuscisse a tenere insieme tutta la sinistra sull'assunzione di una responsabilità di governo con l'incrocio di forze moderate di ispirazione democratica. Ciò si è incrociato ad un tentativo fatto sul piano nazionale, penso alla segreteria Bersani, alla posizione di Enrico Letta e a quella di Mario Monti. Questa idea si è poi frantumata qui e ad altri livelli. Ormai però pensate anche ai problemi dell'opposizione, del centro-destra o persino a quelli del Movimento 5 stelle. Quale forza politica oggi non è investita dalla crisi della politica? Se così è, chi può scagliare la prima pietra? Ognuno, lo ripeto, deve farsi carico di analizzare la situazione e offrire risposte che devono contribuire a superarla senza però ricorrere a soluzioni del passato ma debbono essere risposte che si misurano con i rapporti di forza, con gli interessi che sono in ballo, con le aspirazioni al cambiamento e con la necessità di coinvolgere i cittadini. Di lavoro ce ne sarebbe da fare, ma se qualcuno vuole solo riempirsi la bocca perché così si sente felice e contento faccia pure».
Al netto di quanto da lei affermato fino ad ora, con l'idea di un livello di conflittualità costante in ambito politico si sente di affermare che la tensione che aveva portato anche a scontri verbali con esponenti della maggioranza (il consigliere Caracciolo in primis) si sia per il momento abbassata o si resta sul livello di guardia?
«È evidente che, se si è arrivati a quel momento di conflittualità, sia stata un'esigenza condivisa con le forze politiche. Non si può tornare indietro, bisogna costruire un equilibrio nuovo. Gli scontri ci sono sempre, non bisogna confondere la dialettica politica catalogandola sempre con la parola scontro. La dialettica che si ha per costruire una soluzione è un qualcosa di positivo, al contrario di quella che si ha per impedirla. Ad esempio, la polemica avuta con il consigliere Caracciolo era inerente al centro comunale di raccolta ed è servita ad arrivare ad una soluzione, abbiamo evitato che il comune di Barletta buttasse a mare una cifra non di poco conto. Ripeto, se le sollecitazioni sono rivolte a fini costruttivi, ben vengano. Diversamente, se si hanno logiche volte al braccio di ferro, allo scarico di responsabilità, agli arretramenti e non alle soluzioni più avanzate io non ci sto, e questo l'ho sempre detto».
In giunta c'è stato il primo avvicendamento. L'assessore Di Palo si è dimesso per motivi personali, ma da tempo si indica nelle elezioni regionali una sorta di valico, di Colonne d'Ercole per la sua amministrazione, oltre la quale qualcosa dovrà necessariamente cambiare. Cosa ne pensa?
«Il gesto di Di Palo conferma che c'è in questa amministrazione un rigore etico e morale. Questo primo cambiamento è stato causato da un passaggio delicato che ha investito personalmente e professionalmente l'assessore Di Palo ed avendo queste caratteristiche siamo stati in grado di risolverlo rapidamente anche perché l'assessore era rappresentanza di una forza politica della coalizione. Questo vorrei sottolinearlo perché quando si parla, sembra quasi che questa giunta sia calata da chissà dove e chissà come. In questa giunta, 6 assessori sono in rappresentanza delle forze politiche, forse i pesi non sono adeguati ma la rappresentanza politica c'è e le forze politiche possono esercitare positivamente e costruttivamente il proprio ruolo nell'indirizzo politico dell'amministrazione. Quando si parla di regionali, si parte da un presupposto: quando ci sono elementi di crisi, come si risolvono? Tornando al passato o costruendo qualcosa di nuovo? Si deve verificare il momento politico in base agli eventi in corso e le Regionali costituiscono un percorso nuovo, vorrei capire che alleanze si costruiranno, vorrei capire, vorrei verificare quella che è la volontà popolare e raccogliere le indicazioni che vengono dagli elettori. Bisogna capire come il processo politico originario possa rinverdire. Il comune di Barletta ha un ruolo da svolgere a livello regionale, ha qualcosa da dare e qualcosa da ricevere».
In chiusura, doverosa è una sua opinione sulla questione del momento, ovvero la scelta dell'assessore Damato e le conseguenti polemiche sulla sua compatibilità al codice etico. Cosa ne pensa, e cosa pensa della presa di posizione della consigliera Giuliana Damato?
«La scelta dell'assessore Damato è stata una scelta condivisa, la Buona Politica mi ha prospettato la scelta di una personalità con particolari competenze e siamo arrivati alla decisione. A tutto abbiamo pensato tranne che alla possibile incompatibilità. Nel redigere il codice etico abbiamo pensato ad incompatibilità per parentele di primo grado, poi basta pensare che le due persone in oggetto erano in competizione durante la campagna elettorale perché candidate in due liste diverse ed allora, altro che incompatibilità. In ogni caso ho anche coinvolto una persona di grande spessore politico con cui ho definito il codice etico per chiedergli un parere, ma siamo dinanzi ad una parentela di terzo grado e perciò mi ha escluso incompatibilità. Sono comunque convinto che se dovesse sorgere qualsiasi problema, dato il rigore morale delle due persone, ci sarà un passo indietro dell'uno o dell'altro. La risposta ferma e determinata della consigliera Damato sono proprio la dimostrazione della fermezza di cui parlo».
Sindaco, farei partire l'analisi dall'ultimo consiglio comunale il cui esito ci ha consegnato una maggioranza che ha in parte superato la prova della coesione. L'unico neo è stato il rinvio della discussione sul piano di commercio. Si ritiene soddisfatto di come è andata alla luce delle ultime vicissitudini?
«Soddisfatto, beh figuriamoci è una parola grossa. Vi dirò, questa mattina mi trovavo a parlare con una collega sindaco che mi diceva di non riuscire a convocare il consiglio comunale da più di un mese, e di doverlo convocare al netto di vari problemi. Le difficoltà in questo particolare momento della vita amministrativa esistono. E' un momento particolare ed è sotto gli occhi di tutti. Se vogliamo, potrei dire che le difficoltà avute nei precedenti consigli si potevano anche superare ricorrendo alla seconda convocazione nella quale servono dei diversi quorum ma il problema non è questo. In realtà la questione va affrontata dal punto di vista politico e le cose cambiano. Innanzitutto va detto che non c'è solo una responsabilità della maggioranza, ma anche dell'opposizione che non deve solo assolvere alla sua funzione se c'è il numero legale, ma lo fa se ha qualcosa da dire sui provvedimenti che vanno all'esame del consiglio. Direi di più, per assurdo, che se la maggioranza non garantisce numero legale, dovrebbe essere interesse dell'opposizione garantirlo per affrontare quelle questioni ed avere un confronto reale sui problemi della città. Forse il mio è un atteggiamento deformato dal punto di vista istituzionale, perché per me le istituzioni vengono prima di maggioranza o opposizione ma questo discorso in parlamento si fa di continuo. Persino la legge istitutiva dell'elezione diretta dei sindaci è nata con l'idea di eliminare un po' di questi orpelli e per dare alla gestione della cosa pubblica un senso più vero».
Sindaco, nell'ultima assemblea lei ha anche ammesso l'esistenza di una crisi amministrativa che probabilmente continua ancora. Lo ribadisce?
«Io riconosco che ci siano problemi politici, ma chi non li ha? Basta aprire un giornale ogni giorno per capire cosa intendo. Io ho riconosciuto che ci sono problemi, ma mi aspetto che anche altri lo facciano, che non si riempiano solo la bocca con la questione della crisi senza proporre analisi che aiutino a creare soluzioni adeguate. Questa è una crisi che ha a che fare con l'essenza stessa della politica. A Barletta avevamo immaginato uno sforzo congiunto che riuscisse a tenere insieme tutta la sinistra sull'assunzione di una responsabilità di governo con l'incrocio di forze moderate di ispirazione democratica. Ciò si è incrociato ad un tentativo fatto sul piano nazionale, penso alla segreteria Bersani, alla posizione di Enrico Letta e a quella di Mario Monti. Questa idea si è poi frantumata qui e ad altri livelli. Ormai però pensate anche ai problemi dell'opposizione, del centro-destra o persino a quelli del Movimento 5 stelle. Quale forza politica oggi non è investita dalla crisi della politica? Se così è, chi può scagliare la prima pietra? Ognuno, lo ripeto, deve farsi carico di analizzare la situazione e offrire risposte che devono contribuire a superarla senza però ricorrere a soluzioni del passato ma debbono essere risposte che si misurano con i rapporti di forza, con gli interessi che sono in ballo, con le aspirazioni al cambiamento e con la necessità di coinvolgere i cittadini. Di lavoro ce ne sarebbe da fare, ma se qualcuno vuole solo riempirsi la bocca perché così si sente felice e contento faccia pure».
Al netto di quanto da lei affermato fino ad ora, con l'idea di un livello di conflittualità costante in ambito politico si sente di affermare che la tensione che aveva portato anche a scontri verbali con esponenti della maggioranza (il consigliere Caracciolo in primis) si sia per il momento abbassata o si resta sul livello di guardia?
«È evidente che, se si è arrivati a quel momento di conflittualità, sia stata un'esigenza condivisa con le forze politiche. Non si può tornare indietro, bisogna costruire un equilibrio nuovo. Gli scontri ci sono sempre, non bisogna confondere la dialettica politica catalogandola sempre con la parola scontro. La dialettica che si ha per costruire una soluzione è un qualcosa di positivo, al contrario di quella che si ha per impedirla. Ad esempio, la polemica avuta con il consigliere Caracciolo era inerente al centro comunale di raccolta ed è servita ad arrivare ad una soluzione, abbiamo evitato che il comune di Barletta buttasse a mare una cifra non di poco conto. Ripeto, se le sollecitazioni sono rivolte a fini costruttivi, ben vengano. Diversamente, se si hanno logiche volte al braccio di ferro, allo scarico di responsabilità, agli arretramenti e non alle soluzioni più avanzate io non ci sto, e questo l'ho sempre detto».
In giunta c'è stato il primo avvicendamento. L'assessore Di Palo si è dimesso per motivi personali, ma da tempo si indica nelle elezioni regionali una sorta di valico, di Colonne d'Ercole per la sua amministrazione, oltre la quale qualcosa dovrà necessariamente cambiare. Cosa ne pensa?
«Il gesto di Di Palo conferma che c'è in questa amministrazione un rigore etico e morale. Questo primo cambiamento è stato causato da un passaggio delicato che ha investito personalmente e professionalmente l'assessore Di Palo ed avendo queste caratteristiche siamo stati in grado di risolverlo rapidamente anche perché l'assessore era rappresentanza di una forza politica della coalizione. Questo vorrei sottolinearlo perché quando si parla, sembra quasi che questa giunta sia calata da chissà dove e chissà come. In questa giunta, 6 assessori sono in rappresentanza delle forze politiche, forse i pesi non sono adeguati ma la rappresentanza politica c'è e le forze politiche possono esercitare positivamente e costruttivamente il proprio ruolo nell'indirizzo politico dell'amministrazione. Quando si parla di regionali, si parte da un presupposto: quando ci sono elementi di crisi, come si risolvono? Tornando al passato o costruendo qualcosa di nuovo? Si deve verificare il momento politico in base agli eventi in corso e le Regionali costituiscono un percorso nuovo, vorrei capire che alleanze si costruiranno, vorrei capire, vorrei verificare quella che è la volontà popolare e raccogliere le indicazioni che vengono dagli elettori. Bisogna capire come il processo politico originario possa rinverdire. Il comune di Barletta ha un ruolo da svolgere a livello regionale, ha qualcosa da dare e qualcosa da ricevere».
In chiusura, doverosa è una sua opinione sulla questione del momento, ovvero la scelta dell'assessore Damato e le conseguenti polemiche sulla sua compatibilità al codice etico. Cosa ne pensa, e cosa pensa della presa di posizione della consigliera Giuliana Damato?
«La scelta dell'assessore Damato è stata una scelta condivisa, la Buona Politica mi ha prospettato la scelta di una personalità con particolari competenze e siamo arrivati alla decisione. A tutto abbiamo pensato tranne che alla possibile incompatibilità. Nel redigere il codice etico abbiamo pensato ad incompatibilità per parentele di primo grado, poi basta pensare che le due persone in oggetto erano in competizione durante la campagna elettorale perché candidate in due liste diverse ed allora, altro che incompatibilità. In ogni caso ho anche coinvolto una persona di grande spessore politico con cui ho definito il codice etico per chiedergli un parere, ma siamo dinanzi ad una parentela di terzo grado e perciò mi ha escluso incompatibilità. Sono comunque convinto che se dovesse sorgere qualsiasi problema, dato il rigore morale delle due persone, ci sarà un passo indietro dell'uno o dell'altro. La risposta ferma e determinata della consigliera Damato sono proprio la dimostrazione della fermezza di cui parlo».