Politica
Cascella: «Approveremo insieme consuntivo 2013 e bilancio di previsione 2014»
Priorità: urbanizzazioni 167, lavori soppressione passaggi a livello, Disfida, Casa dell'accoglienza
Barletta - sabato 11 gennaio 2014
12.24
Prima intervista esclusiva del nuovo anno per Pasquale Cascella. Il sindaco ha risposto, in un'intervista nella redazione di Barlettalife, alle domande di Edoardo Centonze, Adriano Antonucci e Paolo Doronzo. Dopo la seconda parte dell'intervista su alcune delle principali questioni aperte della città, Cascella, nella terza ed ultima parte, parla in merito al vecchio e al nuovo bilancio comunale, e alle priorità programmatiche di quest'anno.
Il forte rischio per il Comune di Barletta di sforare il patto di stabilità 2013, è divenuto una certezza?
«No, spero che sia un rischio scongiurato. Ovviamente questo lo potrà dire il bilancio consolidato e la valutazione che ci daranno gli organi del ministero. Dopo l'ultimo Consiglio comunale, con lo spostamento degli oneri di alcuni debiti fuori bilancio e il concentramento della spesa sull'essenziale, avevamo contenuto il rischio in 400mila euro. Per evitare il rischio di sforare il patto di stabilità, abbiamo conteggiato l'euro. Speriamo di esserci riusciti».
Tornando al bilancio approvato a fine novembre (un'amara ironia per essere il previsionale 2013), tra i provvedimenti a riguardo, era davvero inevitabile un aumento dell'addizionale Irpef?
«L'aumento dell'addizionale irpef non è stato per tutte le fasce di reddito, siamo andati a guardare ad un intervento proporzionale. Abbiamo fatto appello ai cittadini che potevano aiutare a risollevare le casse della città, è stato un intervento accettabile. Soluzioni diverse sono state messe in campo, abbiamo ascoltato tutti senza fare scelte avventate. Abbiamo tenuto conto di tutti i pro e i contro facendo una scelta equilibrata che non va ad appesantire molto le fasce di reddito più popolari. Teniamo conto che il 70% dei contribuenti barlettani non è toccato dall'aumento dell'addizionale».
La Bar.S.A. rappresenta certamente una parte importante del bilancio comunale. Sulla multiservizi si è riacceso il dibattito politico del nuovo anno, con nuove polemiche, provenienti sia dall'opposizione (consigliere Damiani) che dalla maggioranza (Buona Politica e consigliere Mazzarisi), in seguito alla riunione Giunta del 31 dicembre, dove avete dato l'ok per l'affidamento in house della raccolta rifiuti. Il destino della Bar.S.A. sarà quindi quello di due società?
«Noi non abbiamo dato il via libera. Abbiamo consolidato un orientamento presentato in campagna elettorale, ribadito nelle linee programmatiche, in botta e risposta pubblici con le organizzazioni sindacali, e in un CdA della Bar.S.A.: non saprei cosa ci possa essere di più condiviso di questo. Confermo il percorso che abbiamo seguito. Dobbiamo tener conto di tutta una serie di provvedimenti, siamo dinanzi ad una azienda che si occupa di raccolta di rifiuti urbani, che ha una sua capacità di gestione anche abbastanza consolidata e nella stessa azienda c'è il ramo del global service. C'è un dato: una legge regionale ricomprende Barletta in un Aro, e bisogna avere una struttura societaria adeguata a questo servizio. Si può tenere anche tutto com'è, con il rischio però di fare pagare penalità ai cittadini. Dobbiamo mantenere efficienza e competitività. Ho trovato una società con un socio privato che non può più partecipare alla raccolta dei rifiuti urbani ma che può rendere utile la sua competenza nel campo dei servizi. Io non ho la ricetta giusta, ma so che l'assetto societario attuale non è adeguato a far essere la Bar.S.A. efficiente per il servizio essenziale della nettezza urbana, evitando che i cittadini vengano penalizzati, per il verde pubblico e per la sua manutenzione. Vorrei capire perché le capacità dei lavoratori possano essere valorizzate con un assetto e non con l'altro, ovviamente salvaguardando l'occupazione che è un bene pubblico. L'assetto più efficace lo verificheremo, ci sarà una società pienamente pubblica per la nettezza urbana, e l'assetto della nuova società dovrà essere funzionale ai servizi che dovrà svolgere. Io non ho una posizione ideologica, ma una posizione funzionale sulla qualità del servizio da offrire alla città. Abbiamo un confronto aperto con Manutencoop che ha espresso la sua posizione di lasciare l'azienda per raccolta rifiuti ma è interessata a verificare il percorso da compiere con noi per la new co. Il mio è un percorso di ricerca della migliore soluzione per la città. Le posizioni (in riferimento alle polemiche ndr) sono delle più disparate: accade però che ognuno rivendica la condivisione delle scelte fino a quando la scelta presa non corrisponde alla sua».
Avere due società, non rischia di portare una nuova lottizzazione politica di nuovi incarichi?
«Non mi appartengono ragionamenti del genere. Queste logiche sono totalmente al di fuori della mia cultura».
Il dilatarsi dei tempi nei mesi trascorsi sul bilancio, con la sensazione di congelamento delle grandi decisioni sulla città, in attesa del nuovo anno, non le fanno pensare che sarebbe stato meglio insediare più tardi la Giunta, e spingere politicamente il commissario prefettizio a chiudere lei il bilancio?
«Mi auguravo sicuramente che una decisione sul bilancio potesse essere presa dal commissario ma in quel momento sono intervenute delle decisioni di rinvio dell'approvazione del bilancio da parte del governo. Non avrei mai potuto aspettare settembre per nominare la giunta, mi sono assunto la responsabilità di cominciare ad operare in quelle condizioni finanziarie (l'operare in dodicesimi, il rischio di sfondamento patto stabilità, i debiti fuori bilancio). Ho ritenuto fosse doveroso nei confronti dei cittadini assumermi la responsabilità di approvare il bilancio».
La Conferenza Stato-Città, su proposta del Governo, ha fissato al 28 febbraio, il termine per l'approvazione del bilancio di previsione 2014 (l'Anci aveva proposto il 31 marzo). Al di là di questo termine, che potrebbe magari subire ulteriori proroghe, come spesso avvenuto negli scorsi anni, qual è il termine che l'amministrazione Cascella pone a se stessa per l'approvazione del nuovo bilancio comunale?
«L'amministrazione Cascella si pone all'interno dei termini di legge, ci siamo dati come vincolo il rispetto delle regole e lo faremo. I comuni però devono essere in condizione di gestire le proprie risorse e questo attualmente non c'è, non sappiamo come si chiamerà la nuova IMU, non sappiamo come si svolgerà e in quali forme. Senza avere la certezza delle disponibilità finanziarie come possiamo programmare le nostre spese? Comunque sia non spero in proroghe, ma rispetteremo i termini di legge. Ci stiamo attrezzando ad andare in Consiglio comunale contestualmente con il bilancio consuntivo 2013 e il bilancio di previsione 2014, per segnare una demarcazione netta, una inversione di tendenza rispetto al passato».
Quali provvedimenti ha in mente di inserire nel nuovo bilancio, cioè, in altri termini, quali sono le priorità programmatiche di quest'anno?
«Le opere di urbanizzazione nella 167 sono la nostra prima priorità. In questi sette mesi siamo riusciti ad aprire qualche cantiere in città compiendo operazioni finanziarie di non poco conto: penso all'interramento dell'elettrodotto avvenuto con un accordo con le FS che ci ha permesso di spostare al 2014 il pagamento degli oneri. Spero poi che si possa partire con il completamento del programma dei sottopassaggi che annulli la situazione delle "due città" e faciliti i contatti culturali e produttivi. Una terza priorità è quella di restituire alla città la "Disfida": ma ci vado con i piedi di piombo. Le iniziative che ci sono storicamente state hanno avuto costi enormi. Dobbiamo immaginare cose più semplici e di sicuro effetto come la Disfida tutto l'anno, facendo appello ai cittadini e al volontariato. Quella di chiudere le scuole nei giorni della pioggia non è stata una decisione semplice, mi ero convinto di aver forse esagerato ma la mattina successiva mi sono ritrovato con il presidente della provincia Ventola all'IPSIA, con la preside e gli insegnanti che mi ringraziavano vista la caduta dei calcinacci dai capannoni. Lì poi mi sono trovato dinanzi ad un laboratorio di sartoria che ci potrebbe aiutare a risistemare i vestiti utilizzati per le vecchie rappresentazioni. Non sono forme di risparmio ma possibilità per far leva sulle capacità di questa città. Ovviamente se ci dovessero essere finanziamenti regionali che abbiamo richiesto per il progetto culturale della disfida, faremo altre cose più significative e interessanti. Un altro obiettivo è quello di creare una casa dell'accoglienza. Vorremmo poter recuperare uno degli edifici della città, prima ristrutturarlo e metterlo in sicurezza e poi adibirlo a casa dell'accoglienza dove rendere servizi oggi resi, ad esempio, dal Centro Antiviolenza, o da Legambiente, giusto per fare qualche esempio. Abbiamo vari nuclei di volontariato in città che sono dispersi, e uniti potrebbero rendere di più. Dobbiamo però scegliere il luogo da ristrutturare».
Affinché l'espressione "bilancio partecipato" non resti ancora una volta sulla carta, sono in previsione incontri, oltre che con le forze politiche, con le varie realtà della società civile (associazioni, imprese, sindacati, etc.) e con tutta la cittadinanza?
«I nostri momenti di confronto li abbiamo avuti. Solo un mese fa, subito dopo l'approvazione del bilancio e l'esame delle linee programmatiche, siamo stati nella parrocchia di S. Giovanni Apostolo in una sala strapiena, nella quale abbiamo avuto un confronto accorato con i cittadini sulla volontà di ripartire con le opere di urbanizzazione della 167 che sono, come detto, la nostra prima priorità. Dobbiamo sgombrare il campo da un equivoco: la partecipazione è vita democratica, non è canalizzata. Credo che ci siano varie forme di discussione e confronto sui problemi della città e non credo che nessuno, dal sindaco agli assessori, si sia mai tirato indietro. Ci sono poi i momenti istituzionalizzati della partecipazione, ma ripeto di momenti ce ne sono tanti. Spero inoltre che le varie commissioni consiliari possano mettere mano a strumenti effettivi di partecipazione come le consulte, i comitati di quartiere che non abbiano nemmeno il gettone di presenza ma siano strumenti di partecipazione. Sono convinto che nei vari quartieri ci siano cittadini che vogliano esprimere la loro voce e rappresentare i loro coinquilini nella risoluzione dei problemi di ogni giorno. Immaginando strumenti più agili e fattibili si possono fare dei passi in avanti».
Il forte rischio per il Comune di Barletta di sforare il patto di stabilità 2013, è divenuto una certezza?
«No, spero che sia un rischio scongiurato. Ovviamente questo lo potrà dire il bilancio consolidato e la valutazione che ci daranno gli organi del ministero. Dopo l'ultimo Consiglio comunale, con lo spostamento degli oneri di alcuni debiti fuori bilancio e il concentramento della spesa sull'essenziale, avevamo contenuto il rischio in 400mila euro. Per evitare il rischio di sforare il patto di stabilità, abbiamo conteggiato l'euro. Speriamo di esserci riusciti».
Tornando al bilancio approvato a fine novembre (un'amara ironia per essere il previsionale 2013), tra i provvedimenti a riguardo, era davvero inevitabile un aumento dell'addizionale Irpef?
«L'aumento dell'addizionale irpef non è stato per tutte le fasce di reddito, siamo andati a guardare ad un intervento proporzionale. Abbiamo fatto appello ai cittadini che potevano aiutare a risollevare le casse della città, è stato un intervento accettabile. Soluzioni diverse sono state messe in campo, abbiamo ascoltato tutti senza fare scelte avventate. Abbiamo tenuto conto di tutti i pro e i contro facendo una scelta equilibrata che non va ad appesantire molto le fasce di reddito più popolari. Teniamo conto che il 70% dei contribuenti barlettani non è toccato dall'aumento dell'addizionale».
La Bar.S.A. rappresenta certamente una parte importante del bilancio comunale. Sulla multiservizi si è riacceso il dibattito politico del nuovo anno, con nuove polemiche, provenienti sia dall'opposizione (consigliere Damiani) che dalla maggioranza (Buona Politica e consigliere Mazzarisi), in seguito alla riunione Giunta del 31 dicembre, dove avete dato l'ok per l'affidamento in house della raccolta rifiuti. Il destino della Bar.S.A. sarà quindi quello di due società?
«Noi non abbiamo dato il via libera. Abbiamo consolidato un orientamento presentato in campagna elettorale, ribadito nelle linee programmatiche, in botta e risposta pubblici con le organizzazioni sindacali, e in un CdA della Bar.S.A.: non saprei cosa ci possa essere di più condiviso di questo. Confermo il percorso che abbiamo seguito. Dobbiamo tener conto di tutta una serie di provvedimenti, siamo dinanzi ad una azienda che si occupa di raccolta di rifiuti urbani, che ha una sua capacità di gestione anche abbastanza consolidata e nella stessa azienda c'è il ramo del global service. C'è un dato: una legge regionale ricomprende Barletta in un Aro, e bisogna avere una struttura societaria adeguata a questo servizio. Si può tenere anche tutto com'è, con il rischio però di fare pagare penalità ai cittadini. Dobbiamo mantenere efficienza e competitività. Ho trovato una società con un socio privato che non può più partecipare alla raccolta dei rifiuti urbani ma che può rendere utile la sua competenza nel campo dei servizi. Io non ho la ricetta giusta, ma so che l'assetto societario attuale non è adeguato a far essere la Bar.S.A. efficiente per il servizio essenziale della nettezza urbana, evitando che i cittadini vengano penalizzati, per il verde pubblico e per la sua manutenzione. Vorrei capire perché le capacità dei lavoratori possano essere valorizzate con un assetto e non con l'altro, ovviamente salvaguardando l'occupazione che è un bene pubblico. L'assetto più efficace lo verificheremo, ci sarà una società pienamente pubblica per la nettezza urbana, e l'assetto della nuova società dovrà essere funzionale ai servizi che dovrà svolgere. Io non ho una posizione ideologica, ma una posizione funzionale sulla qualità del servizio da offrire alla città. Abbiamo un confronto aperto con Manutencoop che ha espresso la sua posizione di lasciare l'azienda per raccolta rifiuti ma è interessata a verificare il percorso da compiere con noi per la new co. Il mio è un percorso di ricerca della migliore soluzione per la città. Le posizioni (in riferimento alle polemiche ndr) sono delle più disparate: accade però che ognuno rivendica la condivisione delle scelte fino a quando la scelta presa non corrisponde alla sua».
Avere due società, non rischia di portare una nuova lottizzazione politica di nuovi incarichi?
«Non mi appartengono ragionamenti del genere. Queste logiche sono totalmente al di fuori della mia cultura».
Il dilatarsi dei tempi nei mesi trascorsi sul bilancio, con la sensazione di congelamento delle grandi decisioni sulla città, in attesa del nuovo anno, non le fanno pensare che sarebbe stato meglio insediare più tardi la Giunta, e spingere politicamente il commissario prefettizio a chiudere lei il bilancio?
«Mi auguravo sicuramente che una decisione sul bilancio potesse essere presa dal commissario ma in quel momento sono intervenute delle decisioni di rinvio dell'approvazione del bilancio da parte del governo. Non avrei mai potuto aspettare settembre per nominare la giunta, mi sono assunto la responsabilità di cominciare ad operare in quelle condizioni finanziarie (l'operare in dodicesimi, il rischio di sfondamento patto stabilità, i debiti fuori bilancio). Ho ritenuto fosse doveroso nei confronti dei cittadini assumermi la responsabilità di approvare il bilancio».
La Conferenza Stato-Città, su proposta del Governo, ha fissato al 28 febbraio, il termine per l'approvazione del bilancio di previsione 2014 (l'Anci aveva proposto il 31 marzo). Al di là di questo termine, che potrebbe magari subire ulteriori proroghe, come spesso avvenuto negli scorsi anni, qual è il termine che l'amministrazione Cascella pone a se stessa per l'approvazione del nuovo bilancio comunale?
«L'amministrazione Cascella si pone all'interno dei termini di legge, ci siamo dati come vincolo il rispetto delle regole e lo faremo. I comuni però devono essere in condizione di gestire le proprie risorse e questo attualmente non c'è, non sappiamo come si chiamerà la nuova IMU, non sappiamo come si svolgerà e in quali forme. Senza avere la certezza delle disponibilità finanziarie come possiamo programmare le nostre spese? Comunque sia non spero in proroghe, ma rispetteremo i termini di legge. Ci stiamo attrezzando ad andare in Consiglio comunale contestualmente con il bilancio consuntivo 2013 e il bilancio di previsione 2014, per segnare una demarcazione netta, una inversione di tendenza rispetto al passato».
Quali provvedimenti ha in mente di inserire nel nuovo bilancio, cioè, in altri termini, quali sono le priorità programmatiche di quest'anno?
«Le opere di urbanizzazione nella 167 sono la nostra prima priorità. In questi sette mesi siamo riusciti ad aprire qualche cantiere in città compiendo operazioni finanziarie di non poco conto: penso all'interramento dell'elettrodotto avvenuto con un accordo con le FS che ci ha permesso di spostare al 2014 il pagamento degli oneri. Spero poi che si possa partire con il completamento del programma dei sottopassaggi che annulli la situazione delle "due città" e faciliti i contatti culturali e produttivi. Una terza priorità è quella di restituire alla città la "Disfida": ma ci vado con i piedi di piombo. Le iniziative che ci sono storicamente state hanno avuto costi enormi. Dobbiamo immaginare cose più semplici e di sicuro effetto come la Disfida tutto l'anno, facendo appello ai cittadini e al volontariato. Quella di chiudere le scuole nei giorni della pioggia non è stata una decisione semplice, mi ero convinto di aver forse esagerato ma la mattina successiva mi sono ritrovato con il presidente della provincia Ventola all'IPSIA, con la preside e gli insegnanti che mi ringraziavano vista la caduta dei calcinacci dai capannoni. Lì poi mi sono trovato dinanzi ad un laboratorio di sartoria che ci potrebbe aiutare a risistemare i vestiti utilizzati per le vecchie rappresentazioni. Non sono forme di risparmio ma possibilità per far leva sulle capacità di questa città. Ovviamente se ci dovessero essere finanziamenti regionali che abbiamo richiesto per il progetto culturale della disfida, faremo altre cose più significative e interessanti. Un altro obiettivo è quello di creare una casa dell'accoglienza. Vorremmo poter recuperare uno degli edifici della città, prima ristrutturarlo e metterlo in sicurezza e poi adibirlo a casa dell'accoglienza dove rendere servizi oggi resi, ad esempio, dal Centro Antiviolenza, o da Legambiente, giusto per fare qualche esempio. Abbiamo vari nuclei di volontariato in città che sono dispersi, e uniti potrebbero rendere di più. Dobbiamo però scegliere il luogo da ristrutturare».
Affinché l'espressione "bilancio partecipato" non resti ancora una volta sulla carta, sono in previsione incontri, oltre che con le forze politiche, con le varie realtà della società civile (associazioni, imprese, sindacati, etc.) e con tutta la cittadinanza?
«I nostri momenti di confronto li abbiamo avuti. Solo un mese fa, subito dopo l'approvazione del bilancio e l'esame delle linee programmatiche, siamo stati nella parrocchia di S. Giovanni Apostolo in una sala strapiena, nella quale abbiamo avuto un confronto accorato con i cittadini sulla volontà di ripartire con le opere di urbanizzazione della 167 che sono, come detto, la nostra prima priorità. Dobbiamo sgombrare il campo da un equivoco: la partecipazione è vita democratica, non è canalizzata. Credo che ci siano varie forme di discussione e confronto sui problemi della città e non credo che nessuno, dal sindaco agli assessori, si sia mai tirato indietro. Ci sono poi i momenti istituzionalizzati della partecipazione, ma ripeto di momenti ce ne sono tanti. Spero inoltre che le varie commissioni consiliari possano mettere mano a strumenti effettivi di partecipazione come le consulte, i comitati di quartiere che non abbiano nemmeno il gettone di presenza ma siano strumenti di partecipazione. Sono convinto che nei vari quartieri ci siano cittadini che vogliano esprimere la loro voce e rappresentare i loro coinquilini nella risoluzione dei problemi di ogni giorno. Immaginando strumenti più agili e fattibili si possono fare dei passi in avanti».