Politica
Cantina sperimentale di Barletta, le audizioni in IV Commissione regionale
Il consigliere Mennea: «L'attività di ricerca non andrà persa»
Barletta - martedì 26 aprile 2016
17.51 Comunicato Stampa
Il futuro dell'ente di ricerca operativo nella Cantina Sperimentale di Barletta è stato l'oggetto dell'audizione che si è svolta durante la seduta della quarta Commissione consiliare presieduta da Donato Pentassuglia. La richiesta di approfondire la problematica è pervenuta dal consigliere regionale del Pd Ruggiero Mennea per evitare che ci si debba privare definitivamente di questo ente in un momento in cui il settore dell'agroalimentare sta crescendo. È stato lo stesso Mennea ad illustrare la lunga operatività della Cantina Sperimentale di Barletta, che fu istituita nel marzo del 1879, con Decreto Ministeriale, come Regia Cantina Sperimentale, confluita in seguito come Sezione Operativa Periferica di Barletta, nell'Istituto Sperimentale per l'Enologia (con Decreto Legge n. 1318 del 23 novembre 1968).
A chiarire le motivazioni della definitiva cessazione della Cantina di Barletta è stato il direttore dell'Unità di Ricerca per l'Uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo (CRA-UTV), con sede a Turi, Donato Antonacci, secondo cui la Sezione Operativa Periferica di Barletta dell'Istituto Sperimentale per l'Enologia ha cessato di esistere come struttura autonoma all'inizio di agosto 2007, con la ristrutturazione del CRA (Consiglio per la ricerca in agricoltura), articolato su 15 Centri e 32 Unità, e poi annessa, quale Cantina sperimentale, all'Unità di ricerca di Turi, che afferisce al Dipartimento di trasformazione e valorizzazione dei prodotti agro-industriali del CRA. Il direttore però ha assicurato che dal 31 marzo i dipendenti hanno trovato collocazione presso i Centri di Turi e della cerealicoltura di Foggia.
Ai lavori ha partecipato anche il direttore del Dipartimento agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone che ha illustrato quali possono essere le azioni di sostegno da intraprendere per la risoluzione parziale dell'attività della Cantina di Barletta, facendo riferimento alle risorse previste dal PSR nell'ambito dell'attività di ricerca e sperimentazione finalizzate a progetti di innovazione. A conclusione delle audizioni il consigliere Mennea ha auspicato che si possa giungere all'ipotesi di valutare una interazione tra Regione, soggetti privati e amministrazione locale per poter mantenere in vita almeno le attività di ricerca.
"L'attività di ricerca della Cantina sperimentale di Barletta non andrà persa, anche se la struttura (dipendente dall'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi) ha cessato le attività il 30 marzo e i dipendenti sono stati già trasferiti in altri centri. "Potrà essere recuperata grazie a un gruppo di lavoro pubblico-privato, che si candidi a partecipare alla misura 16.2 del Psr 2014-2020 che ha una dotazione di 80 milioni di euro, destinati alla ricerca all'innovazione". A spiegarlo è stato il consigliere regionale Ruggiero Mennea, al termine dell'audizione. "L'iniziativa di mettere insieme questi soggetti e farli dialogare – ha spiegato Mennea - sarà presa dall'assessorato regionale, dal capo dipartimento e dal sindaco di Barletta per stimolare gli operatori locali e fare in modo che questi partecipino attivamente ai progetti di ricerca. Inoltre, con il coinvolgimento della Fondazione Bonomo di Andria potranno mettere su un ente di ricerca che si occuperà non solo della ricerca nel settore vitivinicolo, ma anche olivicolo e ortofrutticolo".
Le origini della Cantina sperimentale, che si occupava di ricerca vitivinicola, risalgono addirittura al 1879. Ma nel 1968 la "Regia Cantina sperimentale di Barletta" confluì come sezione operativa periferica di Barletta nell'Istituto sperimentale per l'enologia. Mentre nel 1999 fu prevista l'istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) nel quale confluirono tutti gli istituti sperimentali; mentre nel 2007, con la ristrutturazione del Cra, quella di Barletta cessò di esistere come struttura autonoma in seguito all'annessione, quale Cantina sperimentale, all'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi. Nello stabile di viale Marconi sono ancora ospitati più di 5mila volumi che riguardano la storia della viticoltura e quadri di De Stefano, allievo di De Nittis. Il direttore del centro di Turi ha confermato, oggi, la disponibilità a trasferire questo patrimonio al Comune di Barletta.
A chiarire le motivazioni della definitiva cessazione della Cantina di Barletta è stato il direttore dell'Unità di Ricerca per l'Uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo (CRA-UTV), con sede a Turi, Donato Antonacci, secondo cui la Sezione Operativa Periferica di Barletta dell'Istituto Sperimentale per l'Enologia ha cessato di esistere come struttura autonoma all'inizio di agosto 2007, con la ristrutturazione del CRA (Consiglio per la ricerca in agricoltura), articolato su 15 Centri e 32 Unità, e poi annessa, quale Cantina sperimentale, all'Unità di ricerca di Turi, che afferisce al Dipartimento di trasformazione e valorizzazione dei prodotti agro-industriali del CRA. Il direttore però ha assicurato che dal 31 marzo i dipendenti hanno trovato collocazione presso i Centri di Turi e della cerealicoltura di Foggia.
Ai lavori ha partecipato anche il direttore del Dipartimento agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone che ha illustrato quali possono essere le azioni di sostegno da intraprendere per la risoluzione parziale dell'attività della Cantina di Barletta, facendo riferimento alle risorse previste dal PSR nell'ambito dell'attività di ricerca e sperimentazione finalizzate a progetti di innovazione. A conclusione delle audizioni il consigliere Mennea ha auspicato che si possa giungere all'ipotesi di valutare una interazione tra Regione, soggetti privati e amministrazione locale per poter mantenere in vita almeno le attività di ricerca.
"L'attività di ricerca della Cantina sperimentale di Barletta non andrà persa, anche se la struttura (dipendente dall'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi) ha cessato le attività il 30 marzo e i dipendenti sono stati già trasferiti in altri centri. "Potrà essere recuperata grazie a un gruppo di lavoro pubblico-privato, che si candidi a partecipare alla misura 16.2 del Psr 2014-2020 che ha una dotazione di 80 milioni di euro, destinati alla ricerca all'innovazione". A spiegarlo è stato il consigliere regionale Ruggiero Mennea, al termine dell'audizione. "L'iniziativa di mettere insieme questi soggetti e farli dialogare – ha spiegato Mennea - sarà presa dall'assessorato regionale, dal capo dipartimento e dal sindaco di Barletta per stimolare gli operatori locali e fare in modo che questi partecipino attivamente ai progetti di ricerca. Inoltre, con il coinvolgimento della Fondazione Bonomo di Andria potranno mettere su un ente di ricerca che si occuperà non solo della ricerca nel settore vitivinicolo, ma anche olivicolo e ortofrutticolo".
Le origini della Cantina sperimentale, che si occupava di ricerca vitivinicola, risalgono addirittura al 1879. Ma nel 1968 la "Regia Cantina sperimentale di Barletta" confluì come sezione operativa periferica di Barletta nell'Istituto sperimentale per l'enologia. Mentre nel 1999 fu prevista l'istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) nel quale confluirono tutti gli istituti sperimentali; mentre nel 2007, con la ristrutturazione del Cra, quella di Barletta cessò di esistere come struttura autonoma in seguito all'annessione, quale Cantina sperimentale, all'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi. Nello stabile di viale Marconi sono ancora ospitati più di 5mila volumi che riguardano la storia della viticoltura e quadri di De Stefano, allievo di De Nittis. Il direttore del centro di Turi ha confermato, oggi, la disponibilità a trasferire questo patrimonio al Comune di Barletta.