Cronaca
Barletta inquinata come Taranto, i dati non mentono
Studio comparativo effettuato dall'ing. Angelo Marzocca
Barletta - venerdì 20 novembre 2015
Una situazione molto preoccupante per la salute barlettana. A seguito dello studio comparativo effettuato dall'ing. Angelo Marzocca, sarebbe emerso che - in un periodo di tempo compreso dal 22 luglio al 5 novembre - siano stati superati, come indicato sul sito Arpa, relativamente alla centralina mobile di Barletta, i valori medi del PM10 rispetto a quelli indicati dalla centralina di Taranto, nel rione Tamburi. «Tale circostanza, gravemente preoccupante, è stata rappresentata innanzi alla Procura della Repubblica di Trani ad integrazione dell'esposto già a suo tempo depositato» ha dichiarato l'avvocato Michele Cianci, presidente del comitato spontaneo di cittadini "Operazione aria pulita Bat", facendosi portavoce di questo studio che sembra proprio confermare il preoccupante riscontro delle rilevazioni Arpa sui livelli di PM10.
"La presente relazione - si legge nella relazione dell'ing. Marzocca, che è possibile consultare in allegato in formato integrale - si propone di effettuare una lettura e una elaborazione dei dati prelevati dalle stazioni della Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell'Aria e pubblicati sul sito web dell'ARPA Puglia, quale organo tecnico regionale preposto all'esercizio di attività e compiti in materia di prevenzione e tutela ambientale. [...] Il Rione Tamburi, noto per i problemi ambientali legati all'ILVA, presenta analogie con la zona barlettana in cui è posta la centralina, presentandosi come un'area suburbana nelle immediate vicinanze di industrie ad alto impatto sull'ambiente e sulla salute. La misura della concentrazione del materiale particolato sospeso PM10 è data dal valore della massa di particelle sospese in atmosfera con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron (10^-6 m) per metro cubo di aria, rilevata nell'intervallo di 24 ore. Il confronto è stato effettuato sui dati medi giornalieri, trascurando quei giorni in cui non sono presenti risultati delle attività di monitoraggio per la centralina di Barletta. Dei 4 valori provenienti dagli analizzatori presenti a Taranto, per il confronto è stata considerata la situazione più sfavorevole prendendo giorno per giorno il valore massimo. Il periodo preso in considerazione è quello tra il 22 Luglio e il 5 Novembre 2015. L'elaborazione dei dati ha permesso di verificare i possibili superamenti del valore limite giornaliero stabilito dalla norma (D.Lgs. 155/2010 - 50 microgrammi al metro cubo da non superare più di 35 volte/anno), ossia del livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecnologie disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso. Nello studio svolto si sono messi direttamente a confronto i valori trascurando i fattori meteorologici che influenzano l'inquinamento atmosferico come la direzione e l'intensità del vento, l'irraggiamento solare e le precipitazioni, ritenendo con buona approssimazione che dette condizioni climatiche siano pressoché le stesse nei due casi confrontati».
"La presente relazione - si legge nella relazione dell'ing. Marzocca, che è possibile consultare in allegato in formato integrale - si propone di effettuare una lettura e una elaborazione dei dati prelevati dalle stazioni della Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell'Aria e pubblicati sul sito web dell'ARPA Puglia, quale organo tecnico regionale preposto all'esercizio di attività e compiti in materia di prevenzione e tutela ambientale. [...] Il Rione Tamburi, noto per i problemi ambientali legati all'ILVA, presenta analogie con la zona barlettana in cui è posta la centralina, presentandosi come un'area suburbana nelle immediate vicinanze di industrie ad alto impatto sull'ambiente e sulla salute. La misura della concentrazione del materiale particolato sospeso PM10 è data dal valore della massa di particelle sospese in atmosfera con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron (10^-6 m) per metro cubo di aria, rilevata nell'intervallo di 24 ore. Il confronto è stato effettuato sui dati medi giornalieri, trascurando quei giorni in cui non sono presenti risultati delle attività di monitoraggio per la centralina di Barletta. Dei 4 valori provenienti dagli analizzatori presenti a Taranto, per il confronto è stata considerata la situazione più sfavorevole prendendo giorno per giorno il valore massimo. Il periodo preso in considerazione è quello tra il 22 Luglio e il 5 Novembre 2015. L'elaborazione dei dati ha permesso di verificare i possibili superamenti del valore limite giornaliero stabilito dalla norma (D.Lgs. 155/2010 - 50 microgrammi al metro cubo da non superare più di 35 volte/anno), ossia del livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecnologie disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso. Nello studio svolto si sono messi direttamente a confronto i valori trascurando i fattori meteorologici che influenzano l'inquinamento atmosferico come la direzione e l'intensità del vento, l'irraggiamento solare e le precipitazioni, ritenendo con buona approssimazione che dette condizioni climatiche siano pressoché le stesse nei due casi confrontati».